Editoriali

Natale in musica

Preghiera cantata, brani strumentali e tradizione popolare che celebrano la festa

17 dicembre 2024
Versione stampabile
di Marco Gozzi
professore ordinario di Musicologia e storia della musica a UniTrento*

L'autentico significato del Natale, vissuto intensamente in Europa dalla stragrande maggioranza delle persone di tutte le età, dal medioevo sino alla metà del Novecento, ha generato una copiosa tradizione festosa di canti popolari e di musica d’arte in molte lingue, a partire dai canti liturgici in latino, i primi che possiamo conoscere attraverso manoscritti notati, a partire dal X secolo. Il Natale si è progressivamente trasformato in una festa secolarizzata, distante dal significato originario, di cui però ha mantenuto l’atmosfera di buoni sentimenti di gioia e di pace, di speranza e di amore, ma privata della forte carica originaria di annuncio cristiano.

La quintessenza del tema natalizio nel canto cristiano liturgico di rito latino (il cosiddetto ‘gregoriano’) è rappresentata dall’introito della terza Messa di Natale “Puer natus est nobis. Solo il giorno di Natale ha ben tre liturgie proprie con canti diversi: la Messa di mezzanotte, la Messa dell’aurora e la grande Messa del giorno. Puer natus è il canto d’ingresso della Messa più importante. Il suo testo, tratto dal libro del profeta Isaia (9, 6), dice: «Puer natus est nobis et filius datus est nobis cuius imperium super humerum eius: et vocabitur nomen eius, magni consilii Angelus» (Un bambino è nato per noi; un figlio ci è stato dato, sulle sue spalle è la sovranità; e sarà chiamato ‘Angelo del grande consiglio’). Una profezia dell’antico testamento, che riguarda il bambino Gesù. Il semplice ascolto di questo introito (che, fra l’altro, è anche qui, come quasi sempre, esperienza sradicata dall’indispensabile contesto liturgico) comunica poco all’uomo moderno, abituato a ben altro frastuono espressivo, avvezzo alle percussioni, ai bassi elettrici, alla musica pop, rock e metal, o alle grandi orchestre sinfoniche. Qui tutto è piccolo, tutto è contenuto perché non deve sfidare il clangore esterno, e perché non è musica, ma preghiera cantata.

Lo stesso testo, in traduzione inglese, è utilizzato da Georg Friederich Haendel nel suo grande oratorio intitolato Messiah del 1749, lo stesso che contiene il celebre Hallelujah, e suona così: “For unto us a Child is born, unto us a Son is given, and the government shall be upon his shoulder; and his name shall be called Wonderful Counsellor, the Mighty God, the Everlasting Father, the Prince of Peace”. Il dialogo fra le gioiose voci del coro e l’orchestra d’archi trasmette una letizia e un’energia speranzosa che non sono di questo mondo. Come si può ascoltare nella magnifica esecuzione dei gruppi Voces 8 e Apollo 5 diretti da Barnaby Smith con l’Academy of Ancient Music.

In ambito protestante c’è, inoltre, lo straordinario Oratorio di Natale di Johann Sebastian Bach (Weihnachts Oratorium, BWV 248) del 1734, con testo tedesco, secondo la tradizione riformata. Con le prime quattro cantate ricavate dal vangelo di Luca e le ultime due dal vangelo di Matteo. Così come nelle grandi Passioni bachiane, le parole derivate dal testo biblico sono affidate all’evangelista narratore, mentre i commenti e gli interventi dei singoli personaggi sono affidati ai solisti e al coro, il quale dà voce al sentire della gente, come accade già nella tragedia greca. Una bella esecuzione è quella diretta da Nikolaus Harnoncourt, con il Concentus Musicus Wien, il tenore Peter Schreier e il basso Robert Holl assieme ai bambini del Tolzer Knabenchor.

Nella tradizione barocca sono diffuse anche forme strumentali, come il “Concerto fatto per la Notte di Natale” (op. 6, n. 8) di Arcangelo Corelli del 1690, il cui ultimo movimento presenta una caratteristica ‘pastorale’ che evoca idealmente il suono degli zampognari. Un esempio meno noto di questo tipo è il “Concerto per la Notte di Natale dell’anno 1956” di Luigi Dallapiccola, per soprano e orchestra da camera, sul testo di due laude di Iacopone da Todi.

E certamente la tradizione laudistica italiana, sia quella duecentesca sia quella del tardo Cinquecento è ricca di semplici capolavori destinati alla devozione laica: “Cristo è nato et humanato”, “Gloria ’n cielo e pace ’n terra”, come anche “Dolce, felice e lieta”, “Deh, venite alla capanna”, “Levate su, pastori”, “Nell’apparir del sempiterno sole”; sono tutti testi semplici e profondi, accompagnati da melodie incantevoli, spesso derivate da originali profani.

Accanto ai grandi capolavori d’arte il Natale cristiano ha generato anche una serie di canti popolari, trasmessi per tradizione orale sin dal medioevo. Per il Trentino molte registrazioni di questi canti, come alcuni “canti della stella” sono confluiti nel database etnomusicologico Apto (Archivio provinciale della Tradizione orale). Ricercando nella pagina principale “Ciclo dell’anno. Riti natalizio-epifanici e di questua” nel menu a tendina “Argomento / Occasione / Funzione” si possono selezionare e ascoltare numerosi canti natalizi come ad esempio “Dolce, felice notte”, “Fra l’orrido rigor”, “In notte placida”, “L’unico figlio dell’eterno padre”, “Noi siamo i tre re”, “O angeli correte subito”, “Oggi è nato”, “Questa notte è nato in terra”, “Dormi, dormi bel bambin”. Molti di questi derivano da semplici laudi cinquecentesche. Una magnifica armonizzazione per arpa, violino e coro di “Dormi, dormi bel bambin” di Roberto Gianotti è stata eseguita nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Trento dalla Corale Polifonica dell’Università di Trento nel concerto di Natale del 2018.

Per chi vuole godere dell’ascolto di brani vocali e strumentali a tema natalizio, dai grandi classici ad alcune espressioni meno note (ma non per questo meno significative), la Corale Polifonica e Orchestra dell’Università di Trento offre infatti alla cittadinanza dal 2017, ogni anno, il Concerto di Natale, quest’anno nella chiesa di Santa Maria Maggiore giovedì 19 dicembre alle 20.30.

Le registrazioni di molti pezzi delle passate edizioni sono accessibili sul canale YouTube della Corale e orchestra: https://www.youtube.com/@cpounitrento

Buon Natale a ciascuna e a ciascuno!

*Marco Gozzi è anche delegato del rettore per le attività musicali