«La scienza, la cultura, sono strumenti che ci aiutano a governare il mondo che ci circonda. E Rodolfo Sacco ha fatto del sapere la chiave di lettura per comprendere e interpretare la nostra società. Per l’Università di Trento, oltre che per la Facoltà di Giurisprudenza, è un grande onore dedicare alla sua memoria un luogo vivo e accogliente per il pensiero, quale è un’aula universitaria». Con queste parole il rettore Flavio Deflorian ha accompagnato oggi l’intitolazione dell’Aula Magna della Facoltà di Giurisprudenza, una delle aule più ampie e belle, a Rodolfo Sacco. La cerimonia si è svolta nell’edificio di via Rosmini, alla presenza di familiari, amici e colleghi, in occasione del convegno dedicato a “Metodi e sfide nel diritto comparato” che ha riunito a Trento tanti professori, già suoi allievi e allieve, tra cui anche la vicepresidente della Corte costituzionale italiana e già rettrice UniTrento, Daria de Pretis.
Rodolfo Sacco, professore emerito dell’Università di Torino e accademico dei Lincei, scomparso a marzo di quest’anno, è stato fondatore e presidente dell’Associazione italiana diritto comparato e della Società per la ricerca nel diritto comparato. Ma nel ricordo dell’Università di Trento è stato soprattutto un fondatore e una figura di riferimento per la Facoltà di Giurisprudenza, sia dal punto di vista istituzionale l’impegno profuso già a partire dai primi anni Ottanta, sia da quello professionale e umano.
Il ricordo dello studioso, del docente, dell’amico, è stato tracciato da Antonio Gambaro, accademico dei Lincei ed emerito dell'Università di Milano. «Rodolfo Sacco ha costruito la sua vita come un’opera d’arte, ha detto qualcuno. Un commento che lui accoglieva con un sorriso. Riferiva e commentava questa frase con compiacimento. Come studioso, Sacco ha dato un impulso formidabile alla comparazione giuridica. Andava molto fiero della scuola che aveva costituito attorno a sé e al suo pensiero. Oggi i suoi allievi e allieve ricoprono cattedre prestigiose in tutta Italia e nel mondo. Ma parlare della sua vasta, profonda e innovativa opera scientifica significa anche ripercorrere anche la sua vita. Mi ricordo in particolare del suo humor corrosivo. Oltre alla sua intelligenza e capacità critica, è il tratto che mi ha colpito fin da subito. Critico e profondo, aveva sempre idee e osservazioni non banali e mai si sottraeva al confronto. Aveva un carattere allegro ed era capace di sorridere del mondo, anche delle cose che andavano male. Le grandi intelligenze sono così: riescono a sollevarsi sopra le contingenze del momento».
«Oggi ricordiamo il ruolo che Sacco ha avuto nella nascita e nello sviluppo degli studi giuridici a Trento. Intitoliamo un’aula perché rimanga nella memoria di chi lo ha conosciuto ma anche perché sia fonte di ispirazione per chi verrà in futuro», ha commentato il rettore Deflorian nel suo saluto. «Sembra ieri quando lo vedevamo a lezione o nei corridoi. Tanti di noi hanno avuto la fortuna di conoscerlo e frequentarlo. Personalmente ne ho un ricordo vivo. Era una persona con un’apertura e una curiosità intellettuale uniche. Oltre alle discipline giuridiche, era interessato anche ad altro: all’antropologia e alle scienze storiche, ad esempio. Mi chiedeva spesso di parlargli delle minoranze linguistiche presenti in Trentino. Era dotato di una straordinaria profondità di pensiero. Con le sue radici partigiane aveva anche mantenuto un legame particolare con la montagna, una passione che lo spingeva a chiedermi consigli sulle passeggiate da fare in zona. Più volte mi ha sorpreso la sua capacità di essere autoironico. È da questo che si riconoscono le grandi persone».
In occasione della sua scomparsa, in molti lo avevano ricordato con affetto e stima. «La sua è stata una vita personale e scientifica straordinaria, dalla partecipazione alla Resistenza negli anni giovanili agli studi giuridici. La sua produzione scientifica è di eccezionale originalità e innovatività», aveva commentato Elena Ioriatti, professoressa della Facoltà di Giurisprudenza che è stata una tra i suoi allievi. «È stato uno studioso acuto e con grande capacità di visione. La celebre e rivoluzionaria “teoria dei formanti”, a cui ha legato il suo nome, è un vero punto di riferimento della comunità scientifica, italiana e internazionale, di diritto comparato. Le sue ricerche lo hanno portato a essere annoverato tra i grandi maestri della civilistica italiana e unanimemente riconosciuto quale eminente comparatista a livello mondiale».
«Sacco ha presieduto il comitato tecnico che allora disegnò un corso di studi di grande lungimiranza, fondato sulla centralità della comparazione giuridica – aveva commentato Ioriatti. «Il legame con la nostra Università è testimoniato anche dalle “Tesi di Trento”, del 1991, che hanno in Sacco uno dei loro ispiratori. Ma anche, in anni più recenti, dal corso di Antropologia giuridica che Sacco ha tenuto come professore ospite e dal suo sostegno alla Trento Student Law Review, una rivista curata da studenti e studentesse, che nel primo numero accoglieva un suo ricordo della fondazione di Giurisprudenza. La sua è una grande eredità, scientifica e personale, collettiva e individuale, che deve essere tenuta viva a beneficio delle generazioni future».