Gli ICT Days 2023 si svolgeranno al Polo Ferrari di Povo dal 18 al 20 aprile

Eventi

L'informatica tra passato e futuro

Andrew S. Tanenbaum, pioniere dell'ICT, sarà mercoledì 19 aprile all'Università di Trento

13 aprile 2023
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Dal 18 al 20 aprile 2023 si terranno gli ICT Days del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione dell’Università di Trento, dedicati al settore dell’Information e Communication Technology (ICT) e a favorire l’incontro tra aziende, ricercatori e comunità studentesca. Il tema dell’edizione 2023 è "Le grandi infrastrutture di calcolo", e prevede un ospite d'eccezione: Andrew S. Tanenbaum, una leggenda vivente dell'informatica, autore di libri su cui si sono formate generazioni di studenti. Lo abbiamo intervistato.

Nell'ambito dell'architettura dei computer, dei sistemi e delle reti, sembra che lei sia stato un protagonista fin dall'inizio. Come ci si sente? Che cosa è cambiato? Cosa ci aspetta in futuro? E vista la velocità dell'evoluzione del settore, possiamo immaginare che continuerà di questo passo?

«Io sono in giro da un po' in effetti, ma non da tanto quanto Bill Wulf (che è morto 2 settimane fa) e Butler Lampson. Loro sono i veri pionieri. Il cambiamento cui abbiamo assistito negli ultimi 50 anni è stato fenomenale. Negli anni 1960 il computer più grande e più veloce al mondo era il CDC 6600. Un iPhone è 1000 volte più veloce, ha 1000 volte più memoria ed è 1000 volte più economico. Io non credo che la velocità dell'evoluzione stia diminuendo. Tra 50 anni ci saranno sistemi che oggi non possiamo immaginare probabilmente basati su tecnologie che oggi non possiamo immaginare. Forse computer ottici, quantistici, computer al DNA e persino cose più strane. Anche i software sovrasteranno tutto quello che c'è oggi. I robot umanoidi probabilmente saranno una cosa normale e sapranno tutto quello che c'è in Wikipedia. A quel punto i trasporti, l'istruzione, l'occupazione, la medicina e molti altri settori saranno completamente diversi».

I suoi libri sui sistemi operativi sono diventati pietre miliari per generazioni di studenti. A suo parere, sono cambiati i metodi di insegnamento? In che modo gli studenti di oggi sono diversi da quelli che non erano cresciuti circondati dalla tecnologia? Quanto è importante, secondo lei, interagire con gli studenti e creare un ambiente di apprendimento coinvolgente?

«Un aspetto che distingue gli studenti di oggi da quelli di un tempo è che ora moltissimi sanno usare Microsoft Word e Google e pensano di sapere tutto quello che c'è da sapere sull'informatica. Alla mia università era prassi che i nuovi studenti frequentassero un corso di una settimana basato su Emacs in cui chiedevamo loro di scrivere uno script di shell in UNIX - solo per fargli capire che forse non sapevano già tutto.
D'altra parte, ci sono anche studenti che programmano in Python da quando erano bambini e sono veramente molto preparati. È difficile proporre un piano di studi al primo anno che funzioni sia per studenti che sono davvero programmatori esperti sia per quelli che conoscono Word e Google e niente altro.
Naturalmente è importante che i professori coinvolgano gli studenti e che li ispirino. È sempre stato così e questo non è cambiato perché ora gli studenti hanno i computer».

Cosa pensa degli algoritmi predittivi e dell'interazione persona-macchina? Abbiamo superato i limiti?

«Non sono un esperto di AI ma credo che alcuni algoritmi predittivi incoraggino comportamenti cattivi. Stanno insegnando alle macchine ad essere razziste e sessiste. Questo non è uno sviluppo virtuoso. Altri recenti sviluppi come ChatGPT fanno paura. Oggi è possibile creare foto e video finti, fake, molto convincenti. Non è affatto difficile creare una foto finta di una persona che commette un reato e spedirla alla polizia come prova. La disinformazione politica è un altro problema enorme. Mi piacerebbe rimettere il genio nella lampada, ma questo non si può fare. Ci sono degli ambiti dove questo ha portato a un'evoluzione positiva tuttavia, è il caso delle auto a guida autonoma che non fanno incidenti».

Nelle nostre vite siamo circondati dalla tecnologia e attaccati ai nostri dispositivi. Qual è la sua relazione con la tecnologia?

«Sono molto attaccato alla tecnologia. Ho un computer Mac Pro, un MacBook, un paio di iPad e un iPhone. MacOS, iPadOS, e iOS sono tutti basati su UNIX, che io conosco e adoro. Ho trascorso diverse estati ai Bell Labs e conosciuto Ken Thompson, Dennis Ritchie e tutto il gruppo di sviluppatori. D'altra parte, vedo un sacco di cattiva tecnologia ogni giorno (siti che non funzionano, falle nella sicurezza, interfacce utente orribili) e non ho pazienza con queste cose perché so che possiamo e dobbiamo fare meglio di così».

Secondo lei, le tecnologie informatiche hanno reso la nostra società più democratica? Oppure questa è solo un'impressione? Manipolare la verità è diventato più semplice grazie alla tecnologia?

«In un certo senso è così, la nostra società è più democratica. Ora anche persone sciocche e malvagie hanno un megafono planetario per spargere odio e menzogne. Prima dei social media questo non era possibile quindi, sì, ora la nostra società è più democratica. Tutti possono mentire a tutto il mondo oggi. In passato, solo un numero ristretto di persone potevano farlo. Se questo è un progresso comunque rientra in un'altra categoria. Ma questo commento più che altro riguarda i social media e non tanto le TIC di per sé».

Andrew S. Tanenbaum parteciperà agli ICT Days il 19 aprile 2023 per uno Speck&Tech Talk intitolato Where have we been and where are we going? all'Auditorium di Palazzo Paolo Prodi a Trento. Le registrazioni sono chiuse e i posti disponibili per l'evento sono esauriti, ma è possibile seguire la diretta streaming su YouTube.


The past and future of computers

Andrew S. Tanenbaum, a pioneer of ICT, will visit the University of Trento on Wednesday 19 April

From 18 to 20 April 2023 the University of Trento will host the ICT Days of the Department of Information Engineering and Computer Science - DISI, dedicated to the Information and Communication Technology (ICT) sector, an event that aims to boost the interaction between companies, researchers and students. The 2023 edition, that will focus on "Large computing infrastructure", includes a very special guest: Andrew S. Tanenbaum, a living legend of computer science, whose books have been loved by generations of students. We have asked him a few questions

When it comes to computer architecture, systems and networks, it seems like you were there from the beginning. How does it feel? How has it changed? What can we expect for the future? Given the pace of evolution in the sector, will it continue to evolve so quickly?

«I've been around for a while, but not as long as people like Bill Wulf (who died 2 weeks ago) and Butler Lampson. They are the real pioneers. The amount of change in the past 50 years has been phenomenal. In the 1960s, the biggest and fastest computer in the world was the CDC 6600. An iPhone is 1000x faster, has 1000x more memory, and is 1000x cheaper. I don't think the pace of change is slowing. In 50 years there will be systems we cannot imagine now, probably based on technologies we can't imagine now. Maybe optical computers, quantum computers, DNA computers, and even stranger things. The software will also dwarf anything around now. Humanoid robots will probably be common and they will know everything in Wikipedia. Transportation, education, employment, medicine, and many other sectors will be radically different then».

Your books on operating systems have become milestones for generations of students. In your opinion, have teaching methods changed? And how are today's students different from those who didn't grow up immersed in technology? How important is it, in your view, to interact with students and create an engaging learning environment?

«One difference between students now and long ago is that a lot of students now know how to use Microsoft Word and Google and think they know everything there is to know about computer science. At my university we used to have a 1-week course for new students in which they were given Emacs and asked to write UNIX shell scripts--just to make the point that maybe they didn't know everything already.
On the other hand, there are also students now who have been programming in Python since they were 10 and really do know a lot. It is difficult to have a first-year curriculum that works for students who are really expert programmers and also for students who just know Word and Google and that's all.
Of course, it is still important for professors to engage with students and inspire them. That has always been true and isn't changed because all the students now have laptops».

Can you say something about predictive algorithms and human-machine interaction? Have we pushed the limits too far?

«My expertise isn't in AI, but I think some of the predictive algorithms reinforce bad behavior. They are teaching computers to be racist and sexist. This is not a good development. Other related recent developments like ChatGPT are very scary. It is now possible to make fake photos and fake videos that are very convincing. It isn't that hard to produce a fake photo of someone committing a crime and then sending it to the police as evidence. Political misinformation is a huge problem. I would definitely like to put the genie back in the bottle, but I don't think that is going to happen. There are a few areas where this is positive though, like self-driving cars that never have accidents».

In our lives, we are surrounded by technology and hooked to our devices. But what is your relationship with technology?

«I am pretty hooked on technology. I have a Mac Pro desktop computer, a MacBook, a couple of iPads, and an iPhone. MacOS, iPadOS, and iOS are all based on UNIX, which I know and love. I used to spend my summers at Bell Labs and knew Ken Thompson, Dennis Ritchie and the whole crew. On the other hand, I see a lot of bad technology every day (Websites that don't work, security holes, terrible user interfaces) and have little patience with them since I know we can and should do better».

In your opinion, has information technology made our society more democratic? Or is this just an impression? Hasn’t technology made it easier to manipulate the truth?

«In a sense yes, more democratic. Now every idiot and evil person in the world has a worldwide megaphone to spew hate and lies. Before social media, that wasn't possible, so yes, it is more democratic now. Everyone can lie to the whole world now. In the past, only a small number of people could do this. If this is an improvement is something else, however. But this is more of a comment on social media than on ICT per se. I think ICT itself is neutral. It is how it is being used that is the problem».

Andrew S. Tanenbaum will be at the ICT Days on 19 April 2023 for a Speck&Tech Talk entitled Where have we been and where are we going? at the Auditorium of Palazzo Prodi in Trento. Registrations are closed and the event is sold out, but you can follow the live stream on YouTube.