Una delle mappe del Novus Atlas Sinensis ©Centro Studi Martino Martini

Eventi

Martini Days 2023, un incontro di civiltà

Tornano dal 20 al 24 novembre le giornate organizzate dal Centro per gli studi martiniani

16 novembre 2023
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Arianna Laneve
Studentessa collaboratrice Ufficio stampa e relazioni esterne

Da lunedì prossimo, il Centro Studi Martino Martini di Trento torna a proporre le sue Giornate Martiniane, un’occasione per approfondire passato, presente e futuro dei rapporti tra Occidente e Oriente. Quest’anno, i Martini Days saranno dedicati al tema della globalizzazione, riprendendo la riflessione cominciata lo scorso anno con la presentazione dell’Opera omnia di Martino Martini, frutto del lavoro ventennale di ricercatrici e ricercatori sulle relazioni tra Europa, Cina e America dal 1600 a oggi.

Conoscere il passato è fondamentale per capire il presente e prepararsi al futuro. I Martini Days sono l’occasione per approfondire i legami tra Europa, Cina e America in una dimensione che supera i limiti del tempo e dello spazio. Negli ultimi anni, la globalizzazione ha contribuito a ridurre le distanze – geografiche e culturali – che separano queste tre aree, fornendo strumenti di ricerca estremamente rapidi ed efficienti. Dal 20 al 24 novembre, i Martini Days permetteranno di esplorare il legame secolare tra Occidente ed estremo Oriente. Un legame creato e consolidato grazie all’impegno di tante persone nel segno della fede, ma anche e soprattutto come esploratori e studiosi, veri e propri ponti tra civiltà diverse. 
Le Giornate Martiniane si aprono il 20 Novembre con una lectio magistralis sul rapporto tra Cina ed Europa, sugli scambi commerciali, tecnologici e culturali del prof. Federico Masini. A seguire sarà inaugurata, nell’atrio sud di Palazzo Prodi, la mostra “Alla scoperta di nuovi mondi”, dedicata alla cartografia europea in età moderna. L’esposizione offre uno sguardo sui diversi punti di vista dai quali le civiltà osservavano i luoghi lontani, attraverso le diverse rappresentazioni di Asia, America e Cina, a partire da Tolomeo per arrivare fino al Settecento. 
La seconda giornata sarà invece dedicata a due figure di spicco tra i gesuiti trentini che gettarono le basi per l’interazione tra l’Occidente e la Cina nel XVII secolo: Martino Martini ed Eusebio Chini. Il convegno organizzato dal Centro Studi affronterà dapprima il tema generale dei missionari gesuiti e del loro contributo alla descrizione del mondo, attraverso i loro studi e attraverso i lavori di cartografia e i manoscritti tramandati fino a noi. Particolare attenzione poi sarà dedicata al ruolo di Martino Martini per l’Europa e di Eusebio Chini per l’America quali ponti tra l’Occidente e l’Oriente, nonché principali fonti di conoscenza della cultura orientale. 
Nei lunghi anni vissuti lì, i due religiosi hanno avuto la possibilità di studiare e comprendere i misteri e le tradizioni di una cultura così diversa dalla propria, per poi farla conoscere nei paesi dell’Occidente. Un patrimonio di conoscenze scientifiche, teologiche, storiche e linguistiche dal valore inestimabile. Le Giornate Martiniane propongono poi due appuntamenti dedicati all’attualità, nei quali si parlerà di quei legami indispensabili che rendono oggi Cina, Europa e Stati Uniti fulcri del mondo multipolare in divenire, e del ruolo della Cina del futuro, prestando attenzione alle tensioni interne e alla necessità di un maggiore dirigismo o liberalismo. 
Ma questa edizione dei Martini Days offre anche una novità, come racconta Maurizio Marchese, presidente del Centro Studi e docente all’Università di Trento: «Quest’anno, vogliamo presentare il legame tra l’Europa e la Cina con un approccio più trasversale del solito. Ci sarà ancora spazio dedicato a ricerche e studi di indiscussa valenza informativa, storica, economica e culturale. In più, queste Giornate Martiniane affronteranno l’importanza del legame e del ruolo del territorio, della comunità cinese e delle scuole. Questo permetterà di comprendere meglio alcuni aspetti più sociali dei rapporti con l’Oriente, nel passato, nel presente e nel futuro».
La quarta giornata pone le basi per il confronto e il dibattito. Si comincia con un workshop sulla presenza degli europei in Asia e la globalizzazione per com’è stata attuata nel ‘600. Maria Assunta Contino, docente al Liceo linguistico "Sophie Scholl" presenterà “Shots of Martini", pillole sull’immagine e sul lavoro di Martino Martini raccontate in un podcast realizzato dagli studenti e dalle studentesse. Infine, attraverso le voci e le testimonianze di Wu Wenguo e Fu He dell’Associazione Cinese Trento, verranno condivise le sfide, la quotidianità e le difficoltà vissute dalla comunità cinese nel processo di integrazione. In programma anche un appuntamento serale al Teatro San Marco, con un film classico della cinematografia cinese, “Lettere di uno sconosciuto”.
Venerdì 24, i Martini Days si concludono a Palazzo Prodi con l’incontro “La Cina del futuro tra dirigismo e liberismo”.
A questo link il programma completo delle giornate.


Chi era Martino Martini - Nato da famiglia trentina e missionario in Cina nel Seicento, Martino Martini è stato uno dei padri degli studi sinologici. Tutta la sua vita è stata dedicata alla diffusione in Occidente delle sue ricerche sulla geografia, sulla storia e sullo studio della lingua e cultura della Cina. Giunto in Cina nel 1643, in un periodo di transizione tra le dinastie Ming e Qing, Martini scrisse numerosi lavori che, oggi, creano basi solide per la comprensione della Cina del ‘600. Tra questi “Sinicae Historiae Decas Prima”, “De BelloTartarico Historia”, nonché il Novus Atlas Sinensis, una grande opera di geografia moderna in cui delineò le 15 province cinesi con mappe dotate di coordinate geografiche (le prime della Cina in Europa) e nel quale descrisse confini e aspetti geografici ed economici generali, ma anche culturali e socio-antropologici degli abitanti. Grazie alle sue capacità linguistiche riuscì a tradurre importanti testi cinesi in latino, portando in Occidente quanto più riuscì a imparare dalla civiltà cinese, contribuendo così all'ampliamento delle conoscenze europee sulla cultura, la storia e la filosofia orientale. Recentemente, è stata infine conclusa e presentata la pubblicazione della sua “Opera Omnia” in sei volumi.