Non è un’operazione nostalgia. Certo, ammirare vecchie glorie dell’informatica potrebbe suscitare un po’ di emozione in chi ha superato gli ‘anta’, ma la mostra Dust from the past – C’era una volta l’informatica è molto più di un omaggio al retrocomputing. È un tuffo nella storia dell’innovazione, un’occasione per riscoprire come tutto è iniziato e si è trasformato nel tempo. L’appuntamento è alla BUP – Biblioteca Universitaria di Povo, dove l’esposizione sarà inaugurata martedì 8 aprile alle 16:30 e resterà aperta fino all’11 aprile, negli orari della biblioteca. Un evento nato nell’ambito degli ICT Days 2025, promossi dal Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione dell’Università di Trento. A raccontarci di più è Lorenzo Angeli, che insieme a Flavio Vella ha curato questa originale esposizione.
Un celebre aforisma, spesso attribuito a Bernardo di Chartres e ripreso anche da Newton, afferma che “noi siamo nani sulle spalle dei giganti”, a sottolineare come il progresso sia possibile grazie alle intuizioni di chi ci ha preceduto. Nulla di più vero quando si parla di innovazione tecnologica: ogni grande rivoluzione nasce da idee pionieristiche che, con ingegno e visione, hanno anticipato il futuro. È proprio questo il filo conduttore della mostra "Dust from the past - C’era una volta l’informatica". Spiega Lorenzo Angeli, ricercatore del Disi: «I pezzi esposti provengono dalla straordinaria collezione di Mirko Marchesin. Insieme a Flavio Vella, abbiamo selezionato da questo patrimonio una serie di dispositivi che, in un modo o nell’altro, hanno lasciato il segno, contribuendo a costruire il nostro presente. La cosa più interessante è stata osservare come l’evoluzione dell’informatica abbia radici lontane, in epoche in cui la creatività era l'unico modo per superare i limiti tecnici». L’esposizione copre un arco temporale che va principalmente dalla fine degli anni ’60 ai primi anni ’90, mostrando l’evoluzione degli strumenti che oggi consideriamo indispensabili. Tra questi, il processore, il vero ‘cervello’ del computer, che esegue calcoli e istruzioni per far funzionare il software. In mostra è possibile vederne il progresso tecnologico dalla fine degli anni '70 ai primi anni '90.
In questo viaggio tra passato e presente, emerge con chiarezza come il futuro sia spesso già scritto nelle intuizioni del passato. Tra i pezzi più sorprendenti spicca infatti l’HP Model 150, un computer del 1983 con tecnologia touch screen, lanciato da Hewlett-Packard decenni prima che gli schermi tattili diventassero la norma. «È incredibile pensare a quanti dispositivi siano nati in un’epoca di risorse limitate, ma con idee straordinariamente avanti nel tempo», commenta Angeli.
Tra processori, schede e memorie a ferrite, c'è spazio anche per qualche curiosità legata al mondo dei videogiochi, come la tastiera IBM Model M. Prodotta negli anni ’80, è diventata un'icona grazie al suo caratteristico suono di digitazione, dovuto al particolare meccanismo dei tasti. «Il ‘click’ dei tasti – spiega Angeli – ha dato origine a un vero e proprio trend, con molte ‘tastiere meccaniche’ moderne che cercano di replicarne l'aspetto e la sensazione tattile. È molto apprezzata dai gamer e dagli appassionati di informatica vintage».
In mostra anche autentiche icone della storia dell’informatica, come i computer Amiga, il Commodore 64, lo ZX Spectrum e i primi computer di Apple. Ma c’è un nome che merita un’attenzione speciale: Olivetti. Spesso associata alle sue eleganti macchine da scrivere, l’azienda italiana ha avuto un ruolo cruciale anche nell’evoluzione del computer e dell’informatica. «Olivetti è stata una vera pioniera nel settore» – spiega Angeli. «Fondata nel 1908 da Camillo Olivetti, con l’arrivo del figlio Adriano l’azienda ha investito nell’informatica, anticipando l’era del personal computer, perfino prima di Steve Jobs e Bill Gates». Parlare di innovazione tecnologica significa anche raccontare la storia di imprenditori visionari, e tra loro ci sono stati anche italiani capaci di lasciare un segno indelebile.
La mostra non è solo un viaggio nella vertiginosa evoluzione dell’informatica, ma anche un racconto della storia recente dell’umanità. Questi dispositivi, più di tanti altri oggetti, raccontano infatti l’epoca in cui viviamo. Osservarli nel contesto di un’esposizione suscita emozioni contrastanti: da un lato, fanno riflettere sulla rapidità con cui la tecnologia diventa obsoleta; dall’altro, nasce la curiosità di scoprire se siano ancora funzionanti e come lavorano. Ma si accendono ancora? «Sì, molti di questi dispositivi sono ancora operativi, e ci piacerebbe provare a ‘riportarli in vita’ durante la mostra» – spiega Angeli. «Tuttavia, ci scontriamo con due ostacoli: da un lato, la difficoltà nel reperire i software originali, dall’altro, il naturale deterioramento dei materiali, come la plastica e i circuiti elettronici. Lo spiegheremo anche durante le visite guidate all’esposizione».
Sì, perché la mostra prevede due visite guidate, in compagnia dei curatori, nelle giornate di martedì 8 e mercoledì 9 aprile, dalle 17:00 alle 18:00. I posti sono limitati ed è necessario iscriversi in anticipo qui. All’interno del programma degli Ict Days ci sono altri due interessanti appuntamenti aperti al pubblico: mercoledì 9 aprile, alle 11:00, nell’aula A101 di Povo1, Giulio Sandini dell’Istituto Italiano di Tecnologia – Robotica, Scienze cognitive e del Cervello terrà una keynote lecture dal titolo “Umani e Robot, Intelligenza e Cognizione”, un’occasione per esplorare il rapporto tra intelligenza artificiale e mondo umano. La partecipazione è gratuita ma è necessario registrarsi online. In serata, alle 19:30, l’Auditorium di Palazzo Prodi ospiterà gli Speck&Tech Talks “(A)I, Robot”, con la partecipazione di Angelo Cangelosi (University of Manchester) e Leonardo Cavagnis di Arduino. L’incontro si svolgerà in lingua inglese ed è richiesta la registrazione per partecipare.
Gli ICT Days sono dedicati al settore dell’Information e Communication Technology (ICT) e mirano a favorire l’incontro tra aziende, ricercatori e comunità studentesca. Il tema dell’edizione 2025, coordinata da Paolo Casari e Giovanna Varni, è “Robot, umani, e intelligenza artificiale”. Tutte le info sul sito www.ictdays.it