La consegna del premio ©CristinaPerciuleac

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“Conigli al cimitero”, dalla cronaca al maxischermo

Al film il Premio Studenti Università di Trento, Bolzano e Innsbruck, per le pellicole realizzate da film maker under 33

30 aprile 2025
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Lorenza Liandru
Relazioni istituzionali a Rettorato, Presidenza CdA e Direzione Generale

Da oltre trent’anni, al Trento Film Festival c’è un premio che parla giovane: è quello assegnato da una speciale giuria formata da studenti e studentesse delle Università di Trento, Bolzano e Innsbruck. Il riconoscimento, destinato a opere di particolare valore culturale firmate da registi o registe under 33, quest'anno è andato al cortometraggio “Conigli al cimitero di Filippo Maria Pontiggia (Italia, 2024, 28 minuti).

La giuria, composta da nove membri, tre per ogni università, ha assegnato il premio con la seguente motivazione: “Il film si distingue per la sua capacità di affrontare un tema attuale con una sensibilità stratificata, offrendo al pubblico molteplici livelli di lettura. Il cortometraggio colpisce per le scelte di regia raffinate, le inquadrature e il montaggio. La forza dell’opera risiede anche nella sua profonda connessione con il territorio. Pontiggia dimostra un impegno concreto e coerente nella realizzazione di un progetto che unisce estetica, contenuto e contesto”. Una motivazione che accende la curiosità, soprattutto perché i conigli protagonisti del film non sono conigli qualunque, ma quelli di Trento, balzati qualche anno fa agli onori delle cronache per aver invaso il cimitero cittadino, rosicchiando fiori e scavando buche tra le tombe. La seconda proiezione è in programma mercoledì 30 aprile alle 18.45. Intanto, in questo articolo, vi portiamo dietro le quinte della giuria universitaria: come funziona e chi ne ha fatto parte?
A raccontarlo è Alessandro Tomasi, che segue questo premio dal 1996, prima come studente universitario e poi come dipendente UniTrento e coordinatore della giuria. «La selezione dei membri della giuria avviene molto prima dell'inizio del Festival – spiega –perché tutti i premi speciali devono essere decisi in anticipo, così da poterli consegnare direttamente durante le proiezioni». E così è stato anche domenica 27 aprile, quando, davanti a una sala gremita, il regista è stato premiato prima della proiezione dagli stessi studenti, affiancati dal professor Stefano Gialanella, delegato del rettore al welfare e alla comunità studentesca di UniTrento.
Quest'anno la giuria era composta da Alessia Marzocca, Davide Coniglio e Hansye Catherine Sogra (Università di Trento), Letizia Nicolini, Alice Collareta e Carmine Auricchio (Università di Bolzano), Elija Nitz Thaler, Alina Rundl e Lisa Anesi (Università di Innsbruck). Riuniti in una sala video dedicata presso il quartier generale del Festival si sono immersi in una vera maratona di cinema, visionando tutti i film in concorso diretti da registi under 33. «La giuria – racconta Tomasi – è completamente autonoma nell'organizzazione dei lavori: l'unico vincolo è comunicare il vincitore, con una motivazione, entro la giornata successiva». Ma l’edizione 2025 ha riservato qualche imprevisto: «Allo scadere del tempo, il gruppo si è trovato spaccato tra due titoli, mentre i ragazzi di Innsbruck dovevano correre a prendere l’ultimo treno. Abbiamo risolto il problema convocando una riunione straordinaria in videoconferenza, a distanza di pochi giorni, durante la quale è stato finalmente scelto il film vincitore». Oltre al premio principale, la giuria ha assegnato anche due menzioni speciali: a “O Jardim em Movimento” di Inês Lima (Portogallo, 2024, 8') e a “Muyeres” di Marta Lallana (Spagna, 2023, 77').
Ma com’è stata vissuta questa esperienza dai ragazzi e dalle ragazze della giuria e perché hanno deciso di candidarsi? Lo abbiamo chiesto a Davide Coniglio e Hansye Catherine Sogra.
Davide, ad esempio, ha scoperto l’iniziativa quasi per caso: «Me l’ha segnalata la mia coinquilina. Ho inviato la candidatura per gioco, senza aspettarmi nulla. Ma sono da sempre un grande appassionato di cinema, mi è sembrata l'occasione ideale per fare qualcosa legato ai miei interessi». Per Catherine, invece, la partecipazione rappresentava la spinta verso una nuova avventura: «Volevo sperimentare il ruolo di giurata in un festival cinematografico e, al contempo, conoscere nuove persone della mia università e di altri atenei. Mi era già capitato di giudicare libri, ma mai un film».
Per tutti è stata un’esperienza stimolante, che ha portato alla luce storie e temi inattesi. E sul film vincitore, Davide e Catherine si sono trovati perfettamente d’accordo. «Abbiamo scelto questo cortometraggio – racconta Catherine – per la notevole qualità della regia e del montaggio, di livello decisamente professionale. Il regista è riuscito a intrecciare con maestria comicità e dramma, prendendo spunto da un fatto di cronaca locale della città di Trento. Ma attenzione: i conigli sono solo una metafora. I temi trattati sono profondi e tutt’altro che banali». Davide aggiunge un ulteriore elemento di analisi: «Conigli al cimitero è un’idea originale, realizzata in modo magistrale, soprattutto se si pensa ai pochi mezzi e alle poche persone coinvolte. Un piccolo capolavoro, capace di colpire nel profondo. L'ironia è solo la superficie: sotto c’è molto di più. E d’altronde, si sa, l’ironia è una cosa seria».