È Livadi, cortometraggio del giovane regista turco Mirac Atabey, a vincere il premio Giuria studentesca dell’edizione 2019 del Trento Film Festival. La decisione è avvenuta dopo due intense giornate di discussione, che hanno visto coinvolti studenti e studentesse delle Università di Trento, Bolzano e Innsbruck.
Il cortometraggio è ambientato sulle colline del nord-est della Turchia, in un villaggio affacciato sulla valle dove si svolge una tradizionale cerimonia funebre. È solo al calare della notte che la pellicola prende vita e, grazie al tragicomico dialogo dei due protagonisti, comincia a svelare a poco a poco ciò che fino a quel momento è stata la sua buia enigmaticità. Il senso ultimo dell’opera si coglie infatti solo nell’alba che piano illumina tutto l’ambiente circostante.
Livadi, che significa aia o cortile, è una pellicola che si divide fra dinamismo della parola e staticità visiva, in una contrapposizione mai scontata. È proprio questo fragile equilibrio ad assorbire totalmente lo spettatore, fino a renderlo parte stessa del film, complice attivo del viaggio dei protagonisti. Il clima luttuoso della prima scena viene superato grazie all’uso di registri narrativi differenti tra loro, che fa prendere vita a uno scambio di battute di una comicità quotidiana e pungente.
Svariati sono i particolari nascosti e i segni simbolici che accompagnano lo spettatore lungo i tredici minuti di visione; come la cornacchia che in due momenti distinti si preannuncia al calare del sole e all’albeggiare del giorno, segnando così due rilevanti istanti di apertura e chiusura. Minuzie, queste, che perdurano in tutta la lunghezza del cortometraggio, dettagli che si rendono noti agli occhi dei più attenti e scrupolosi osservatori. La pellicola è comunque una fiction che, nonostante la sua misteriosa essenza, è accessibile a più livelli di comprensione e interpretabilità.
Livadi si inserisce in un quadro alquanto pittoresco, il panorama bucolico coronato dalle verdi e dolci colline turche è un’interessante sorpresa agli occhi dello spettatore. Una scelta geografica in grado di sfatare l’immaginario comune di chi si aspetta suoli rossi e grigio-bruni e caotiche città, proponendo invece una prospettiva originale e piacevole.
La scelta coraggiosa di focalizzarsi interamente sul sonoro, in un mondo, quello cinematografico, che si basa prettamente sul visuale, premia Livadi e il suo giovane regista. Quest’opera sperimentale è un prodotto originale e non scontato, e il suo punto di forza sta proprio nella capacità di scardinare quelli che sono i canoni usuali di un film e di sovvertire le aspettative della platea. Il tutto in un unico piano sequenza, che sembra essere metafora di quella circolarità che è caratteristica della vita umana.
Una menzione particolare va inoltre ai documentari che hanno concorso sul podio assieme a Livadi, ossia Connected e La Tour d’Ivoire. Il riconoscimento va anzitutto per la loro capacità di rendere lo spettatore partecipe di dinamiche socio-politiche e personali, dunque di coinvolgere emotivamente veicolando attraverso il paesaggio montano profonde suggestioni.
Trento Film Festival 2019 - Premio speciale studentesco delle Università di Trento, Bolzano e Innsbruck. Anche quest'anno, in occasione della 67a edizione del Trento Film Festival (27 aprile - 5 maggio 2019), l'Università di Trento, la Libera Università di Bolzano e l'Università di Innsbruck sono state promotrici di un premio speciale congiunto. Il riconoscimento viene assegnato da una giuria composta da nove studenti e studentesse, tre per ciascun Ateneo, a un o una giovane regista di età inferiore ai 33 anni per un'opera di particolare valore culturale. Hanno fatto parte della giuria: Chiara Brusatin, Carla Marotta e Verdiana Fronza (Università di Trento); Luca Bessi, Ava Lou Hansmann e Luca Testolin (Libera Università di Bolzano); Anna Di Guido, Thomas Gasser Messner e Carolin Scherfler (Università di Innsbruck).