Un momento della conferenza "Educazione professionale tra azione e formazione"
Foto Roberto Bernardinatti, archivio Università di Trento

Formazione

INTEGRAZIONE SOCIALE E SALUTE MENTALE

La funzione dell’Educatore professionale. Formazione universitaria e ricerca-azione in ambito socio-sanitario

14 maggio 2014
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Dario Fortin
di Dario Fortin
Professore aggregato in Metodologia dell’Educazione professionale socio sanitaria presso il Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive dell’Università di Trento.

La nostra Università, in forte partnership con la Provincia autonoma di Trento, ha avviato un processo per la costruzione di una nuova comunità scientifica in Italia nell’importante e delicato settore dell’educazione professionale socio-sanitaria, ovvero l’ambito di impegno educativo rivolto a soggetti in difficoltà di integrazione sociale o con problemi di salute. È il mondo che si occupa, in ottica pedagogica, delle gravi marginalità sociali, della salute mentale, delle vecchie e nuove forme di dipendenza, delle disabilità mentali e fisiche, degli interventi di supporto ai minori e adolescenti a rischio, fino agli anziani soli. Un ambito che prevede attività di supporto educativo individuale, ma anche progetti di promozione della salute e del welfare per facilitare il protagonismo dei cittadini alla soluzione collettiva di problemi nella comunità di appartenenza.

Su questo tema si è svolto a Rovereto lo scorso 31 gennaio il 1° convegno nazionale “Educazione professionale tra azione e formazione. Università e territorio si incontrano nel tempo della crisi”, promosso dal Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive dell’ateneo, che ha ospitato circa 300 partecipanti, tra docenti, ricercatori, educatori professionali esperti e studenti.

Nella storia dell’educazione professionale italiana la formazione accademica e la ricerca universitaria sono ancora in fase iniziale. Infatti solo da tredici anni la formazione dell’Educatore professionale è passata di competenza alle università. Il nuovo corso di laurea triennale, attivato in tredici università italiane, sta inserendo anche i nostri educatori nel processo di globalizzazione accademica.

Il corso di laurea in Educazione professionale è stato attivato nel 2006 dalla positiva collaborazione tra l’Università di Trento e l’Università di Ferrara con un interesse importante da parte della Provincia autonoma di Trento che ha bisogno di tali figure professionali. Infatti il 90% dei 227 laureati sono residenti in Trentino e il mercato del lavoro fino ad ora li ha assorbiti per circa il 90% in strutture pubbliche o private convenzionate con istituzioni locali facenti capo alla Provincia autonoma di Trento, in ambito sociale e sanitario.

L’obiettivo del convegno di fine gennaio è stato quello di dare impulso allo sviluppo di percorsi di formazione, di intervento educativo e di ricerca, con particolare attenzione alla maturazione di competenze relazionali in educazione professionale. Infatti il sistema di welfare richiede sempre più figure adulte e competenti per facilitare il protagonismo delle persone, delle organizzazioni e delle comunità. La situazione di crisi economica globale influisce pesantemente sui diritti e sulla salute dei cittadini più vulnerabili ed oggi ha sempre più bisogno di educatori in grado di agire in una realtà difficile, in veloce mutamento e di collegare settori che spesso hanno operato separatamente.

Il progetto di action-research (MAppES), coordinato dal Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive (Laboratorio di comunicazione e narratività), ha avviato questo processo assieme ad una serie di partner significativi a livello nazionale e internazionale per integrare le varie dimensioni che vanno nella direzione del miglioramento delle condizioni di salute della popolazione più vulnerabile.

I contenuti del lavoro di ricerca fanno riferimento prioritariamente alle scienze dell’educazione professionale e alla formazione. Le aree tematiche sulle quali gli autori di ricerche e buone prassi coinvolti nell’action-research stanno lavorando, vanno dalla formazione teorica in scienze dell’educazione professionale alla formazione esperienziale in aula e organizzazione della didattica e del tirocinio, sino alle esperienze nei vari settori di intervento quali minori, dipendenze, salute mentale, disabilità, emarginazione, nuove povertà.

Particolare attenzione viene data alla sperimentazione e al consolidamento di metodologie di experiential learning sia in ambiente universitario che nell’intervento educativo e riabilitativo. Per questo è stato avviato un doppio binario di studio.

Il primo riguarda la diffusione di metodi sperimentati, maturi e consolidati di experiential learning nella formazione universitaria, nella formazione continua e negli interventi di educazione professionale; con l’obiettivo principale di disseminazione di approcci e paradigmi di apprendimento esperienziale verificati e consolidati.

Il secondo binario è un testing di sperimentazioni innovative in ambiente accademico, favorendo i feedback tra pari in un contesto di comunità di pratiche e di peer reviewing, dove l’obiettivo principale di questa opzione è di sostenere lo sviluppo di prototipi e/o di un'innovazione ai primi stadi del processo formativo attraverso la condivisione critica.

Il successivo passaggio fondamentale di sviluppo per i prossimi anni riguarderà la dimensione internazionale della ricerca in questo settore, che sarà pubblicamente avviata al convegno internazionale che si svolgerà a Rovereto il 30 e 31 gennaio 2015.