Alessandra non vuole fare la commercialista. Non vuole, anche se a Trento si è appena laureata in Economia e legislazione di impresa. Ma che altro potrebbe fare? E come riuscire a capirlo da sola? Ha bisogno di un punto di vista esterno, diverso, più maturo. Ed è così che aderisce al Programma mentoring e conosce il suo mentor. Con lui stende un piano per capire cosa vuole fare veramente dopo gli studi, e dopo una serie di incontri realizza che deve cambiare totalmente direzione. Decide così di recuperare il suo sogno: inizierà uno stage a Emergency.
Il Programma mentoring è un esempio di come l’università favorisca lo scambio generazionale, mettendo in contatto l’esperienza dei mentor e le aspirazioni dei mentee. Per chi non è familiare con questi termini, il mentor è una persona esperta che decide di offrire il suo tempo e la sua esperienza a studenti e studentesse che stanno cercando la loro strada: i mentee. Così l’università li accompagna anche nella scelta della carriera.
A cosa serve il mentoring, in breve? Lo spiega Haidi Garulli, referente del programma all’Ufficio Alumni di UniTrento: «Sarebbe riduttivo pensarlo come un modo per trovare lavoro. È un’esperienza per chiarirsi le idee, per trovare un’occupazione che corrisponda ai propri valori. Mentor e mentee pensano insieme a un piano d’azione. Così chi partecipa mette in chiaro che cosa si aspetta dal programma».
Ma gli obiettivi cambiano. «A volte si arriva alla fine del mentoring con idee diverse da quelle di partenza. Magari chi ha fatto da mentee capisce di voler seguire un dottorato o un master, invece che trovare subito un lavoro. E il mentor può anche dirgli che si è posto un obbiettivo irrealizzabile. Oltre a tutto questo c’è anche un aiuto molto pratico. Gli esperti si avvicinano ai dubbi e ai problemi di chi ha finito gli studi e aiutano ad orientarsi tra le regole del mondo del lavoro. Insegnano a scrivere curriculum e lettere motivazionali, a creare dei profili Linkedin e ad allargare la propria rete di contatti».
Le 75 coppie della prima edizione del 2021 sono aumentate fino alle 115 della seconda, e quest’anno la disponibilità di 140 esperti promette una partecipazione ancora più grande. Non c’è un’altra cerimonia di laurea per chi ha partecipato, al termine del programma, ma ci si va vicino. Ogni edizione si conclude con la consegna di un attestato di partecipazione, ed è anche la prima volta in cui i molti partecipanti incontrano di persona i loro mentor. Capita spesso che si trovino in paesi diversi per tutta la durata del programma. Ma nemmeno la distanza incrina il loro legame.
Torniamo ad Alessandra, che ora è alla fine del suo percorso, un’esperienza in cui il rapporto col suo mentor è diventato pian piano più stretto. E lo racconta in una video testimonianza caricata sulla pagina internet del mentoring. È stata sempre lei a guidare il lavoro, dicendo quali erano i suoi dubbi e le sue aspirazioni. Nel suo mentor non ha mai visto la volontà di imporre dei consigli. C’era piuttosto la pazienza di trovare una risposta alla domanda: «cosa voglio dal futuro?». È diventata quasi un’amicizia. Ed è proprio nel passaggio tra università e lavoro, un momento in cui ne aveva bisogno, che ha potuto trovarla.
Partecipare al Programma mentoring è semplice, basta inviare la propria iscrizione alle selezioni per l’edizione settembre 2022 – marzo 2023 entro il 10 luglio. Le iscrizioni possono essere fatte solo in modalità online, come indicato nei bandi caricati sul sito di UniTrento. Gli studenti e le studentesse dovranno far domanda secondo le loro aree disciplinari: area tecnico-scientifica; area delle scienze sociali, psicologia e ambito umanistico; area economica; area giuridica e delle scienze politiche.
L'evento finale del Programma mentoring della seconda edizione si è tenuto il 24 giugno 2022.