Negli ultimi anni il settore dell’ingegneria dei materiali ha subito una profonda trasformazione, con un riorientamento progressivo sui temi della sostenibilità e dell’economia circolare. L’esigenza è quella di individuare materiali più ecologici e performanti, al fine di risparmiare energia e materie prime.
L'Università di Trento, da sempre all’avanguardia nell’ambito della didattica sull’ingegneria dei materiali, ha da poco rinnovato la propria offerta formativa con una nuova laurea magistrale in Materials Engineering.
Il corso, attivato a partire dall’anno accademico 2022-2023 all’interno del Dipartimento di Ingegneria industriale, formerà figure professionali con conoscenze specifiche sulle tecnologie, i sistemi e le infrastrutture per la progettazione e produzione di materiali e prodotti.
La nuova laurea sostituirà quella in esaurimento in Materials and Production Engineering, inserendosi però in una classe differente, la LM53, "Ingegneria dei materiali", recentemente riformata dal Miur.
Massimo Pellizzari, associato al DII, è coordinatore del corso.
Professor Pellizzari, quali sono le novità rispetto al corso in esaurimento?
«La novità principale è la collocazione nella classe di laurea LM53, istituita da poco, che restituisce visibilità all’Università di Trento, primo ateneo in Italia ad avviare un corso di laurea in questo ambito. Il programma delle attività formative aveva già subito un significativo ammodernamento prima di questo passaggio, con l’obiettivo di rispondere alle nuove sfide dell’ingegneria dei materiali, soprattutto in tema sostenibilità, e per dare spazio a nuove forme di didattica basate sul learning by doing».
La nuova laurea ha una spiccata vocazione internazionale, con lezioni in inglese e percorsi di doppia laurea con istituzioni francesi, tedesche, austriache, belghe e portoghesi.
«I percorsi di doppia laurea rappresentano proposte formative dalla forte identità internazionale e interdisciplinare. In molti casi, si caratterizzano per la spiccata connotazione tecnico-pratica e prevedono periodi di tirocinio e tesi in azienda. Consentono a chi vi partecipa di confrontarsi con realtà diverse da quella nazionale e di affacciarsi alla futura professione con una prospettiva più aperta alle nuove esigenze dei mercati internazionali».
A proposito di sostenibilità: quanto questo tema ha cambiato l’ingegneria dei materiali?
«Il tema della sostenibilità impone un approccio nuovo, soprattutto per quanto riguarda l’uso consapevole e responsabile delle risorse, ovvero delle materie prime e dell’energia. Le nuove generazioni di laureati e laureate dovranno progettare e gestire prodotti e processi in ottica circolare, utilizzando materie riciclabili e a ridotto impatto ambientale. Si dovrà puntare a estendere la vita dei prodotti sia attraverso materiali più performanti, sia con operazioni di manutenzione e riparazione. Queste sfide richiedono importanti competenze tecniche, ma anche la capacità di valutare le ricadute economiche delle scelte ingegneristiche, la capacità di lavorare in team e una buona dose di creatività. Qualità che possono essere sviluppate attraverso corsi progettuali e attività tecnico pratiche di laboratorio».
Le informazioni sul corso di laurea magistrale in Materials Engineering sono disponibili nell’offerta formativa UniTrento.
I curricula e i percorsi di doppia laurea
Tre i curricula a disposizione: Manufacturing and product development; Energy, environment and sustainable development; Engineered materials and biomedical applications.
Studenti e studentesse potranno inoltre scegliere fra due percorsi di doppia laurea: quello in Sustainable Materials attivato nell’ambito di EIT (European Institute of Technology) con le università di KU Leuven (Belgio), Montanuniversität Leoben (Austria) e INP Grenoble INP (Francia) e Milano-Bicocca; quello in ambito TIME (Top Industrial Managers for Europe) proposto con il Gruppo delle Grandes Ecoles di Francia (Lille, Lyon, Nantes, Marseille, Centrale Supélec), la Technische Universität München (TUM) e l'Instituto Superior Tecnico de Lisboa (IST).