In questi anni, ha acquisito sempre maggior rilevanza il tema dell’educazione finanziaria. Rimane però ancora molto da fare: l'Italia si colloca infatti ben al di sotto della media Ocse in termini di alfabetizzazione e consapevolezza. Per rispondere a questo problema, il professor Matteo Ploner del Dipartimento UniTrento di Economia e Management, in collaborazione con la professoressa Chiara Guglielmetti e altri docenti dell’Istituto tecnico economico Tambosi, ha attivato il progetto "Esperienze di economia e finanza: una didattica per tempi complessi", risultato vincitore di un bando per la sperimentazione in ambito didattico finanziato dalla Fondazione Caritro.
Come nasce e in cosa consiste il progetto?
«Innanzitutto, un sentito ringraziamento va alla professoressa Guglielmetti, referente e ideatrice del progetto. Per quanto mi riguarda, quando la docente me lo ha illustrato a grandi linee ne sono stato subito entusiasta e le ho fornito consulenza sin dalla prima stesura. Sia a livello di corpo docente, sia a livello di Regione, sentiamo l’importanza e la necessità di una proposta educativa sull’educazione finanziaria. Il piano viene finanziato dalla fondazione Caritro, all’interno del "Bando 2021-2022 sperimentazione didattica. Progetti per la ripartenza con idee di cambiamento", di cui il Tambosi è risultato vincitore a pari merito con l’Itt Marconi, e sarà rivolto agli studenti delle scuole superiori».
Come s’inserirà nel piano didattico degli studenti?
«Assieme all’Itt Tambosi stiamo pensando di includerlo nelle ore di educazione civica regolarmente previste dal piano di studi: idealmente, i contenuti si articoleranno in moduli didattici di 20 ore all’anno, nell’arco di tutti i 5 anni curriculari. Al momento l’istituto si propone d’essere il “pilota” di questa iniziativa; ma il nostro obiettivo è allargare, in futuro, anche ad altre scuole secondarie questa opportunità».
All’interno della proposta è previsto lo sviluppo di un'app e di un’esperienza immersiva di "virtual reality" nell'educazione finanziaria; ce ne può parlare più nel dettaglio?
«Assieme alla Digital Mosaik, un’azienda di Trambileno che si occupa di sviluppo in ambito di realtà virtuale, stiamo progettando un’app sull’educazione finanziaria da proporre agli studenti come integrazione ai moduli didattici, ma potenzialmente scaricabile da chiunque. Oltre a questo, è in via di definizione un progetto ancor più ambizioso: la creazione di un’esperienza di realtà virtuale e aumentata, accessibile attraverso appositi visori, che consentirebbe a ragazze e ragazzi di “toccare con mano” temi e problemi dell’ambito finanziario. La parola chiave è gamification: rispetto all’educazione tradizionale, impartita in modo verticale e trasmissivo dal professore agli studenti, i ragazzi potranno imparare in modo interattivo, beneficiando anche dell’esperienza “immersiva” della realtà virtuale e aumentata, attivamente e attraverso il gioco».
Qual è, secondo lei, la situazione dell'educazione e della consapevolezza finanziaria nel nostro Paese? Qual è l'importanza di un'educazione finanziaria?
«Sfortunatamente, la situazione non è delle più rosee: gli studi della Banca d'Italia sui tassi di alfabetizzazione finanziaria ci raccontano di un paese in cui la consapevolezza sul tema è piuttosto scarsa. Risultiamo agli ultimi posti della classifica fra i paesi Ocse, e anche per la fascia più giovane i dati non sono confortanti. Tuttavia, da qualche tempo qualcosa si sta muovendo: abbiamo un comitato per l’educazione finanziaria a livello nazionale che si sta muovendo per aumentare la consapevolezza della popolazione sull’importanza dell’educazione finanziaria e piano piano stanno nascendo iniziative interessanti. Collateralmente a questo progetto, con due colleghi della Facoltà di Economia di Bolzano, mi sto occupando di una ricerca commissionata da Pensplan che indaga la consapevolezza in Trentino sulla previdenza complementare e valuta possibili interventi: con l’abbassamento dei tassi di sostituzione, la pensione pubblica in futuro non sarà più sufficiente all’ automantenimento; diventa quindi importante, per chi andrà in pensione fra 20-30 anni, aprire un fondo personale per salvaguardare il proprio futuro. Per quanto riguarda il progetto con gli studenti e le studentesse delle scuole superiori, ovviamente i contenuti verteranno su argomenti più basilari, sul funzionamento generale di economia e finanza. In particolare, vorremmo concentrarci sulle criptovalute, che abbiamo visto creare un grande engagement fra i giovani, nell’ottica di fornire loro una maggior consapevolezza sull’argomento. Spesso succede infatti che questi temi vengano presi sottogamba, lasciandosi affascinare dai vari "guru" di internet. Il nostro obiettivo è invece fornir loro una formazione e un’informazione seria, consapevole dei meccanismi e dei rischi che sottostanno a questo tipo d’investimento».