Persone che giocano sedute attorno a un tavolo. Foto Adobe Stock

Formazione

Mettersi in gioco

Non solo un passatempo, ma un modo per imparare e socializzare

3 aprile 2024
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di Lorenza Liandru
Supporto alle Relazioni istituzionali

Parlare di gioco nel contesto universitario potrebbe suonare strano. Il gioco infatti è spesso considerato una semplice frivolezza o un passatempo per l’infanzia, al massimo un’attività per nerd o fissati coi videogiochi. Eppure il gioco ha un significato più profondo ed è un aspetto cruciale della vita umana, strettamente intrecciato con la creatività, l’interazione sociale e la formazione. Giocare quindi non è solo un’attività ricreativa e l’apprendimento basato sul gioco è un metodo di insegnamento di riconosciuta efficacia. Che si tratti di imparare giocando o di giocare per il puro gusto di farlo, in questo periodo molte attività proposte a UniTrento si basano sul gioco. Ne vediamo alcuni esempi.

Supply chain game

Come funziona una catena di approvvigionamento? Impararlo è un gioco da ragazzi. Letteralmente. La School of Innovation propone infatti per il terzo anno consecutivo il Supply Chain Management Game, un modello simulativo e di formazione pensato per studenti e studentesse degli atenei italiani. Spiega Giuseppe Maneschi, docente responsabile del corso «Il gioco si svolge in un ambiente simulativo realistico, che chiede a chi partecipa di costruire e gestire una vera catena di fornitura, con tutte le sfide che questa professione comporta». Si gioca suddivisi in squadre, con l’obiettivo di individuare, al minor costo complessivo, la migliore strategia di gestione della catena di approvvigionamento. Al termine del gioco la squadra vincitrice ha l’opportunità di prendere parte alla finale della Supply Chain Challenge, l’evento che ogni anno incorona il Team Campione d’Italia tra tutte le squadre delle Università partecipanti. «Con il Supply Chain Management Game – prosegue Maneschi – studenti e studentesse sperimentano, in un contesto simulato, le vere dinamiche del mondo del lavoro, perché devono ragionare, fare ipotesi, elaborare strategie e affrontare problemi ed emergenze. L’approccio pragmatico del Supply Chain Game piace molto ai ragazzi e alle ragazze, che possono applicare subito ciò che in aula imparano in astratto. In questo senso il gioco integra la preparazione universitaria, che in Italia è molto solida, ma talvolta rischia di non trovare il giusto bilanciamento tra formazione teorica e pratica». Le finali del Supply Chain Management Game si svolgeranno a settembre e i migliori team di ogni università potranno confrontarsi con i professionisti del settore, attraverso workshop interattivi e pratici.

Cybersecurity: un gioco di squadra

È in corso un attacco informatico che minaccia l’operatività e la sopravvivenza stessa dell’azienda per cui lavorate, denaro e dati personali dei clienti sono in mano a un gruppo di agguerriti cyber pirati. Come risolvere il problema, salvando l’azienda? È questo lo scenario entro cui si muovono i partecipanti del Cybersecurity game, un gioco organizzato dal professor Diego Ponte nell’ambito del corso di Sistemi informativi aziendali del Dipartimento di Economia e Management. L’iniziativa, in programma per il prossimo 9 aprile, è stata organizzata grazie alla collaborazione di Pierluigi Sartori, Digital Risk Manager presso Assicurazioni Generali Group Holding e board member di Isaca Venice Chapter dell’Information Systems Audit and Control Association. «Il Cybersecurity game è un cosiddetto ‘serious game’ – chiarisce Ponte – un gioco di ruolo della durata di circa tre ore dove studenti e studentesse, suddivisi in squadre, sono chiamati a risolvere delle criticità di cybersecurity, interpretando i principali ruoli aziendali che ruotano attorno alla sicurezza informatica. Si utilizzano delle carte, che propongono situazioni reali e impongono di effettuare delle scelte sulla base delle informazioni date. Le decisioni prese dai partecipanti vengono poi commentate in real time da Pierluigi Sartori, circostanza che permette a ragazzi e ragazze di imparare dai propri errori». Oltre ad approfondire il tema della sicurezza informatica, il Cybersecurity game allena i partecipanti a lavorare in squadra: durante la simulazione, infatti, i gruppi si confrontano e collaborano come in una vera organizzazione. Conclude Ponte: «Con questo gioco ragazzi e ragazze comprendono che la sicurezza informatica non compete solo ai tecnici, ma che serve una squadra multidisciplinare con elevate competenze per gestire le criticità».

Giochi in biblioteca. Le iniziative di Bur e Bup

In questo periodo le biblioteche scientifiche di Ateneo propongono un calendario ricco di appuntamenti… giocosi. Alla Biblioteca universitaria di Rovereto potrete divertirvi partecipando a La compagnia del gioco: socialità e divertimento alla BUR, tre incontri dedicati a scoprire come alcuni giochi da tavolo possano essere impiegati per allenare le funzioni logico-cognitive, facilitare le relazioni e raccontare la propria storia. L’iniziativa è nata da un’idea delle bibliotecarie Sonia Stenico e Claudia Plotegher ed è stata curata insieme a Laura Franchin e Lucia Rodler, professoresse del Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive con la collaborazione di Nicoletta Silvestri, bibliotecaria presso la Civica “Tartarotti”. Nel primo appuntamento, svoltosi il 26 marzo nella sala di lettura della Bur, le persone partecipanti hanno giocato a Cookie box, Bananagrams e Fantascatti, attività che allenano le cognitive skills. Nei prossimi appuntamenti i giochi messi a disposizione saranno Pandemic, Mysterium e Coloni di Catan (23 aprile) e Dixit, Oscuro signore (21 maggio). Le iscrizioni sono aperte a tutti tramite modulo Google a questo link.

Se amate i giochi che allenano il pensiero logico-matematico non potete perdere il ciclo Beyond the Usual Playing, organizzato dalla Biblioteca universitaria Povo e dal Dipartimento di Matematica con la collaborazione di Ludimus, Muse e FabLab UniTrento. Nei cinque appuntamenti della rassegna, i e le partecipanti avranno modo di mettere alla prova le proprie strategie e capacità di problem-solving sfidandosi a giochi da tavolo vecchi e nuovi, popolari o semisconosciuti. Grazie alla mediazione di alcuni dottorandi e ricercatori, sarà possibile scoprire quali concetti matematici si nascondono dietro i giochi scelti. I linguaggi del gioco e della matematica, infatti, hanno molte analogie e nella storia sono state numerose le contaminazioni tra questi due mondi, come dimostrano i molti giochi da tavolo ideati da matematici. Un esempio su tutti: Hex è stato inventato per la prima volta nel 1942 dal matematico Piet Hein e riscoperto nel 1948 dal premio Nobel John Nash, che lo rese popolare tra gli studenti di matematica di Princeton. Spiega Sonia Stenico, responsabile delle Biblioteche scientifiche di Ateneo: «Negli anni la Bup è sempre stata uno spazio di aggregazione per studenti, studentesse e utenti in generale. Dopo i corsi di scacchi e le rassegne di cineforum, quest’anno abbiamo deciso di proporre i giochi da tavolo, un’iniziativa che nasce dalla stretta collaborazione fra noi bibliotecari - oltre a me ricordo Marco Segabinazzi e Valentina Fasolino - e i docenti del Dipartimento di Matematica Anneliese Defranceschi e Angelo Valente». Si parte mercoledì 3 aprile e l’ultimo incontro, previsto per il 15 maggio, sarà una sfida di Sudoku a squadre. Radunate amiche e amici e preparatevi a giocare!