Ha preso il via da qualche mese la sesta edizione dell’Euregio Mobility Fund, l’iniziativa che incentiva lo scambio transfrontaliero di studenti, studentesse e docenti tra le Università di Bolzano, Innsbruck e Trento. Si tratta di 25 iniziative concernenti tematiche eterogenee, che vedranno coinvolti nel complesso più di 800 partecipanti. In particolare, sono otto i progetti che vedono l’Università di Trento capofila. Tra questi, si è concluso nelle scorse settimane l’European union simulation game (Eusim), un gioco di simulazione sul funzionamento dell’Unione europea. Ne abbiamo parlato con il coordinatore del progetto, Marco Brunazzo, docente del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale, e con due partecipanti dell’Università di Trento, Camilla Ravot Licheri e Andrea Zelgher (Studi internazionali).
Come racconta Brunazzo, quest’occasione ha permesso a una trentina di studenti e studentesse degli atenei di Bolzano, Innsbruck e Trento di riunirsi per due giorni con lo scopo di simulare un processo decisionale dell’Unione europea. In questa occasione la simulazione ha riguardato la prima lettura di un regolamento dell’Unione europea. I partecipanti hanno dovuto interpretare il ruolo di appartenenti ai gruppi politici europei per negoziare la posizione che l’assemblea avrebbe inviato al Consiglio dell’Unione.
Gli obiettivi erano accrescere le conoscenze e le competenze dei partecipanti in merito alle istituzioni europee. Per quanto riguarda la conoscenza del funzionamento dell’Unione europea, i due giorni di attività hanno permesso di esplorare sia il versante formale sia quello informale. Ciò è avvenuto attraverso la discussione di un problema in modo concreto, così da influire anche sul bagaglio di competenze di chi ha preso parte al progetto. Infatti, il secondo obiettivo era l’acquisizione di competenze trasversali, che riguardano, ad esempio, la partecipazione a una riunione formale, il saper parlare in pubblico e riuscire a maturare una posizione nel breve tempo a disposizione. Questo gioco di ruolo, dunque, si è posto nella scia del "problem based learning".
È stato molto importante organizzare questa iniziativa in modo euroregionale, almeno per due motivi. In primo luogo, l’Euregio rimane abbastanza sconosciuta, dunque è importante far sapere che esiste ed è una realtà in crescita. In secondo luogo, mettendo insieme studenti e studentesse di università e paesi diversi si è riprodotto in piccolo quello che sono sia l’Euregio, sia l’Ue. Brunazzo sottolinea: «Le diverse delegazioni erano composte da studenti che non si conoscevano e hanno avuto interazioni per un limitato periodo di tempo, che è in larga parte quello che avviene a Bruxelles».
Per quanto riguarda i partecipanti, è emerso come sia stato particolarmente interessante poter sperimentare il funzionamento dei processi decisionali europei. Interfacciandosi in prima persona con dinamiche delle negoziazioni è risultato chiaro un aspetto che difficilmente viene veicolato dallo studio dei manuali, ossia l’importanza delle dinamiche di dialogo informali. Più nello specifico, questa simulazione ha permesso di comprendere come quello tra formalità e informalità sia un binomio inscindibile per quanto riguarda le decisioni a livello comunitario nella realtà. È proprio l’instaurarsi di questa duplice dinamica che permette di raggiungere posizioni negoziali intermedie e condivise.
Un altro aspetto che Ravot Licheri e Zelgher hanno sottolineato riguarda l’importanza dell’uso dell’inglese, lingua di lavoro del progetto. I partecipanti hanno dovuto interagire su tematiche complesse con una terminologia specifica e attenzione alle giuste modalità.
Tirando le somme di ciò che questa esperienza ha rappresentato, Ravot Licheri ha raccontato come, a suo avviso, questo genere di progetti possa essere catalizzatore di rinnovata curiosità verso l’Unione europea e le sue istituzioni, qualora lo studio in termini astratti la avesse allontanata.
Viste le imminenti elezioni del Parlamento europeo, è questo il momento giusto per mettersi alla prova, attraverso esperienze simili, per valutare effettivamente la propensione a impegnarsi nel segno delle istituzioni comunitarie.
Proprio alla luce delle prossime elezioni il Dsrs sta proponendo diverse iniziative. Concluso l’Eusim, è ora in corso il seminario di credito “Osservatorio sulle elezioni europee”, che seguirà la campagna elettorale fino alle elezioni di giugno. Un altro appuntamento importante sarà la proiezione di “The Maastricht debate”, un dibattito tra i partiti politici europei, organizzato sin dal 2014, per capire meglio cosa succede a livello di Ue e di esprimere il proprio voto più consapevolmente. Quest’anno l’appuntamento sarà lunedì 29 aprile; il nostro ateneo lo seguirà dall’aula Kessler.