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Formazione

Questione di punti di vista

Parte la seconda edizione di “Pratiche di cittadinanza”. C’è tempo fino al 23 ottobre per iscriversi. La testimonianza di Giulia

17 ottobre 2024
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Paola Siano
Ufficio Stampa e Relazioni esterne

Prende il via il 30 ottobre un nuovo ciclo di seminari “Pratiche di cittadinanza”. L’evento è organizzato dall’Ufficio Equità e Diversità dell’Università di Trento nell’ambito del Piano strategico di Ateneo. L’iniziativa si svolge con il coordinamento scientifico della prorettrice alle politiche di equità e diversità Barbara Poggio, supportata da Giorgia Decarli docente dell’Università di Verona. Prevede sei incontri, fino al 5 dicembre, in cui si parlerà di tematiche legate all’essere persone attive e partecipi della vita sociale della comunità, rispettose dei principi democratici, sensibili e attente alle diversità. UniTrentoMag ha raccolto la testimonianza di Giulia Dani, laureata alla triennale in Studi internazionali (adesso è a Torino per la magistrale), che ha partecipato alla prima edizione. 

Consapevolezza, dialogo, ascolto del punto di vista altrui, negoziazione, immedesimazione. Sono le parole chiave che tornano nella chiacchierata con Giulia quando riflette su cosa le ha insegnato l’esperienza del ciclo “Pratiche di cittadinanza”. Inizialmente incuriosita dai temi che sarebbero stati trattati nel corso degli incontri, alla fine si dice convinta che sia stata l’attività più utile tra quelle che ha seguito durante i suoi anni di studio a Trento. «Questo seminario – ci racconta – mi ha aiutato a vedere l’altro lato della medaglia in tutte le situazioni. Che le cose non sono mai solo bianche o solo nere. Gli incontri proponevano argomenti che io nel mio percorso non avrei mai affrontato o che da sola non avrei approfondito. Quindi ho pensato che sarebbe stato un lavoro che avrebbe completato la mia esperienza universitaria». Gli incontri sono pensati per far riflettere sui principi fondamentali della democrazia. Per rafforzare la capacità di agire utilizzando conoscenze e pensiero critico. L’obiettivo è quello di lavorare con studenti e studentesse (al terzo anno di laurea triennale e di laurea magistrale) perché diano il loro contributo per una società più giusta, plurale, inclusiva, attenta ai beni comuni e alla sostenibilità nelle sue diverse declinazioni. Il programma è strutturato in modo interdisciplinare. Mette in campo settori scientifici diversi. Questo proprio per dare la possibilità a chi partecipa di imparare a guardare le cose da prospettive diverse. Quello che è accaduto a Giulia Dani. «Durante questo percorso ho approfondito la conoscenza del mondo lgbtqi+ di cui sapevo poco. Prima del seminario, non conoscevo il significato di ciascuna lettera che componeva l'acronimo, soprattutto le ultime e soprattutto dietro a quel segno "più" che nasconde molto altro. In quell'incontro è stato fatto un lavoro preciso per spiegare il reale significato di parole che reputiamo "semplici" come genere, identità, sesso. Ho provato a mettermi nei panni di una persona che, per esempio, non vive bene nel proprio corpo e questo mi è servito molto. Mi ha aiutato a capire che ci vuole tatto per affrontare le cose e che bisogna conoscerle per capirle». Questi incontri servono anche ad accendere la luce su aspetti della quotidianità che a volte si ignorano. Come quello sulla geografia degli spazi, in cui si scopre che è possibile creare aggregazione e socializzazione anche attraverso la disposizione di edifici urbani, piazze, luoghi pubblici. «Partecipare alle attività è stato bello anche perché ha unito spunti di diverse discipline», spiega la studentessa. «Questo mi ha consentito di conoscere persone di altri dipartimenti. Ognuna con un proprio punto di vista e un’esperienza diversa. Che vanno rispettati se vuoi contribuire a cambiare le cose che oggi non vanno nella nostra società». Anche in questa nuova edizione di “Pratiche di cittadinanza” ci sono incontri multidisciplinari, con docenti di differenti aree scientifiche. Si parlerà di fake news e di come l’intelligenza artificiale può combattere la disinformazione con esperti del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione; di diritti e rispetto delle minoranze e di tutela ambientale e inclusione sociale con docenti della Facoltà di Giurisprudenza; di spazi urbani accoglienti con chi insegna al Dipartimento di Ingegneria civile ambientale e meccanica; di identità di genere, questioni lgbtqi+ e cittadinanza negata con chi lavora al Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale.  L’aspetto interessante di questi incontri consiste anche nelle modalità di svolgimento. Esercizi e attività ludico-interattive per stimolare processi di esperienza diretta e di immedesimazione, far emergere stereotipi e pregiudizi e imparare a riconoscerli. Nessuna lezione frontale, ma laboratori partecipativi e workshop. «Questo metodo è servito a metterci in gioco, abbiamo partecipato attivamente, provando a dare soluzioni e ragionando sulle cose per comprenderle meglio», sottolinea Giulia che per il lavoro finale di restituzione ha preparato un video creativo dedicato all’articolo 13 della Costituzione. Un testo che racchiude i valori che questa esperienza le ha lasciato: uguaglianza, sostenibilità, rispetto per i diritti delle persone, libertà di essere quello che si vuole.


Per iscriversi all’intero ciclo di eventi è necessario compilare il form online entro le ore 12 del 23 ottobre.
La frequenza di quattro laboratori su cinque e l’impegno a partecipare al sesto e ultimo incontro, che prevede un’attività di restituzione finale, daranno diritto al conseguimento di un open digital badge.
Maggiori informazioni sono disponibili a questo link: https://webmagazine.unitn.it/node/122123