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Formazione

Un nuovo approccio alla rianimazione

Il Cismed propone "Trento Resuscitation Updates", un ciclo di incontri per la formazione e l’aggiornamento del personale medico

12 febbraio 2025
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di Swami Agosta
Studentessa collaboratrice Ufficio Stampa e Relazioni esterne

Il 19 febbraio prende il via Trento Resuscitation Updates, un ciclo di incontri dedicato alla diffusione delle più recenti evidenze scientifiche e delle tecniche avanzate per la gestione dell’arresto cardiaco nelle sue diverse sfaccettature cliniche. Alberto Cucino, dirigente medico dell’Unità operativa di anestesia e rianimazione 1 dell’ospedale Santa Chiara di Trento e responsabile scientifico del Gruppo italiano per la Rianimazione cardiopolmonare (Irc), e Giacomo Bellani, professore presso il Centro interdipartimentale di Scienze mediche dell’Università di Trento (Cismed) e direttore dell'Unità operativa di Anestesia e Rianimazione 1 dell'ospedale Santa Chiara di Trento, raccontano l’iniziativa a UniTrentoMag.

«Il nostro obiettivo è quello di coinvolgere non solo il personale ospedaliero, ma anche chi ancora studia o si sta specializzando, con un approccio trasversale», spiega Cucino. «Il confronto tra chi sta ancora studiando e chi ha già esperienza è estremamente arricchente: spinge gli esperti a rimettere in discussione anche gli aspetti più semplici del proprio lavoro e offre ai più giovani l'opportunità di avvicinarsi alla professione. Cerchiamo di fornire una panoramica su ciò che c’è di nuovo, senza dimenticare l'importanza di consolidare le basi».

Il ciclo di eventi si articolerà in sette incontri, a partire dal mese di febbraio, dedicati all’approfondimento delle diverse componenti dell’approccio cABCDEF. «Quando si esegue la rianimazione cardiopolmonare, è fondamentale non dimenticare nulla. Per questo è stato creato questo acronimo, che aiuta medici, infermieri e soccorritori a seguire un protocollo chiaro e strutturato», spiega Bellani. «Abbiamo deciso di dedicare ciascun seminario all’analisi di una delle sue componenti. La prima “c” riguarda l’arresto cardiaco traumatico, una delle cause più drammatiche e “sfidanti” di arresto anche nella nostra regione. Questo passaggio serve a ricordare l’importanza di controllare rapidamente i problemi di circolazione, in particolare quelli potenzialmente fatali, come le emorragie esterne. La “A” si riferisce alla gestione delle vie aeree, la “B” alla respirazione, la “C” alla circolazione, la “D” alla disabilità, includendo le problematiche neurologiche. La “E” sta per exposure, ovvero la valutazione di segni, punture o altri indizi clinici rilevanti», prosegue poi Cucino. 

A questo schema di gestione dell’urgenza è stata aggiunta una “F”, che sottolinea l’importanza di coinvolgere anche la famiglia del paziente. «Purtroppo l’arresto cardiaco extraospedaliero è ancora gravato da una elevata mortalità immediata, e anche quando si ottiene la ripresa di circolazione autonoma del paziente, spesso non si ha recupero della coscienza ed è quindi necessario procedere al ricovero in terapia intensiva, l’impatto delle manovre rianimatorie e dell’eventuale ricovero in terapia intensiva può essere devastante per i famigliari, soprattutto quando l’esito è negativo», aggiunge Cucino. Proprio per questo motivo sono stati coinvolti in prima persona psicologi ed esperti della comunicazione.

Il programma prevede una serie di interventi tenuti da esperti nazionali e internazionali con interessi di ricerca molto diversi. Tra questi, figurano Giuseppe Ristagno, professore associato all'Università di Milano e punto di riferimento nell’ambito della ricerca in merito all’arresto cardiaco, la dottoressa Aurora Magliocca dello stesso Ateneo, Carlo Coniglio, responsabile del reparto rianimazione dell’Ospedale di Bologna, e medici provenienti dagli ospedali del Trentino-Alto Adige, tra i quali lo stesso Alberto Cucino.

«La medicina, come molti altri campi, è in continua evoluzione, e tenersi aggiornati può fare davvero la differenza, sia per la qualità delle cure erogate ai pazienti, sia per i professionisti stessi – spiega Bellani – perché un medico non aggiornato sulle linee guida rischia non solo di compromettere l’efficacia del proprio lavoro, ma anche di incorrere in conseguenze dal punto di vista legislativo e disciplinare».

Per rispondere a questa esigenza gli incontri sono stati fissati il mercoledì pomeriggio, due volte al mese, presso Palazzo Consolati, sede del Centro interdipartimentale di scienze mediche dell’Università di Trento: «Ciascun professionista ha così la possibilità di scegliere a quale degli eventi partecipare, compatibilmente con i propri impegni clinici, e di avere un confronto con colleghi provenienti da altre realtà», conclude.

Le iscrizioni ai singoli eventi sono ancora aperte e resteranno disponibili per tutta la durata del ciclo di incontri, fino a esaurimento posti. Il ciclo di seminari è organizzato con il patrocinio dell'Azienda provinciale per i Servizi sanitari (Apss), della Società italiana di Terapia intensiva – Italian Society of Intensive care (Siti-Isic) e del Gruppo italiano per la Rianimazione cardiopolmonare – Italian Resuscitation Council (Irc). Per maggiori informazioni, è possibile visitare la pagina dedicata: Trento Resuscitation Updates.