un laboratorio di Palazzo Consolati ©UniTrento ph. Federico Nardelli

Formazione

A Trento la Medicina del futuro

Tecnologie all’avanguardia, relazione con pazienti, capacità di anticipare innovazioni. Doti per la professionalità del domani

11 giugno 2025
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di Paola Siano
Ufficio Stampa e Relazioni esterne

La velocità con la quale la tecnologia oggi evolve è impressionante. Immaginare fino a un paio di anni fa di effettuare un intervento chirurgico robotico a distanza era follia. La preoccupazione di docenti riguardava come l'intelligenza artificiale avrebbe influenzato l'istruzione. Oggi il panorama è cambiato. Si sta insegnando a chi studia medicina come usare l’algoretica per l'assistenza ai pazienti e la ricerca. Alcune università, anche tra quelle americane più prestigiose, stanno integrando i programmi di studio con la conoscenza dell’Ia nella parte teorica ma anche in quella clinica. L’Ateneo di Trento è partito già 5 anni fa con questa visione.

Da un lato l’attenzione alle tecnologie mediche (intelligenza artificiale, telemedicina, bioinformatica), dall’altro la formazione alla relazione medico-paziente. È l’impronta della Scuola di Medicina dell’Università di Trento. Francesco Fantin, presidente vicario del corso di laurea a ciclo unico in Medicina e chirurgia, nato in collaborazione con l’Università di Verona e che conta 72 persone iscritte ogni anno, lo ribadisce con chiarezza. «A differenza di altre scuole di medicina, i nostri studenti e le nostre studentesse hanno la possibilità di costruire un ottimo rapporto con i tutor e di svolgere tutoraggi su tutto il territorio provinciale, da Trento a Cavalese, da Rovereto ad Arco. Questo consente di effettuare veri e propri tirocini pratici, entrare in contatto con pazienti per le visite. Secondo me per una facoltà di medicina tutto questo è importantissimo».

Sanità 5.0. Altrettanto importante, in un contesto in cui il settore sanitario è sempre più digitale, è l'uso delle nuove tecnologie. In questa direzione va la collaborazione con Fondazione Bruno Kessler che potrà contribuire allo sviluppo di piattaforme di digital medicine, sistemi di telesalute e applicazioni di realtà virtuale, grazie alle competenze in intelligenza artificiale, epidemiologia e modellizzazione matematica per sviluppare soluzioni innovative nel campo della salute digitale. Una sinergia che consente di formare medici con una solida preparazione scientifica e tecnologica, pronti ad affrontare le sfide della medicina moderna. 

La pratica clinica. In che modo può essere applicata l’Ia in un ambulatorio medico o in sala operatoria? Per esempio, nella diagnosi e nella cura attraverso l'imaging avanzato delle radiografie, l'analisi dei campioni di sangue, la valutazione predittiva delle complicanze delle ferite e l'applicazione della genetica delle persone.  Scorrendo la proposta formativa del corso di laurea in Medicina e chirurgia risulta evidente l’attenzione a questi aspetti. «Il nostro corso ha otto orientamenti tematici rivolti per metà all'intelligenza artificiale e l’altra metà alla parte biotecnologica. Un percorso reso possibile dalla collaborazione con i vari dipartimenti dell’Ateneo: quello di Ingegneria e Scienze dell’Informazione, di Biologia cellulare computazionale e integrata, di Ingegneria industriale, con il Centro interdipartimentale Scienze mediche (Cismed) e quello Mente e Cervello di Rovereto (Cimec) e con il Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive», dice Fantin. Eccoli elencati: robotica in medicina; intelligenza artificiale in medicina; medicina di precisione; terapia genica e cellulare; terapia radiante avanzata; medicina ricostruttiva e rigenerativa; intelligenza artificiale per la diagnostica per immagini.  

L’esempio di un percorso trasversale. A proposito di collaborazioni trasversali e interdipartimentali, mercoledì 18 giugno il Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione ospita un evento che vede protagonisti gli specializzandi della rete formativa del Triveneto provenienti da tutte le sedi. L'obiettivo è esplorare l'impatto dell'intelligenza artificiale nella chirurgia vascolare, un campo in cui Trento è all'avanguardia a livello internazionale. In un collegamento in diretta con la sala operatoria dell'Azienda Ospedale Università di Padova, il direttore della Scuola di specializzazione in Chirurgia vascolare dell'Università di Padova Michele Antonello guiderà un delicato intervento di riparazione endovascolare per il trattamento dell'aneurisma dell'aorta addominale. Successivamente gli specializzandi potranno replicare l'intervento osservato sul simulatore del laboratorio di Augmented Health Environments del Disi. La prima sala chirurgica robotica in Italia per la formazione di studenti e medici. Ogni specializzando eseguirà l'intervento due volte: la prima simulazione avverrà senza alcun ausilio di intelligenza artificiale. La seconda invece, vedrà l’impiego di una tecnologia in fase di sviluppo al dipartimento trentino per la pianificazione e l’esecuzione dell’intervento. «Questo evento rappresenta un esempio concreto di come la collaborazione multidisciplinare possa generare innovazione nella formazione medica, integrando competenze cliniche e tecnologie avanzate», commenta Paolo Giorgini, ordinario al Disi e co-organizzatore dell’evento. E prosegue: «Attraverso ambienti simulativi potenziati dall’Ia, stiamo sperimentando nuovi modelli di apprendimento che rendono la formazione più efficace, personalizzata e orientata alla sicurezza del paziente». «Come clinici, abbiamo il dovere di preparare le nuove generazioni non solo a conoscere le tecniche, ma anche a saperle interpretare nel contesto di una medicina sempre più guidata dai dati», aggiunge il direttore dell'Unità operativa multizonale di Chirurgia vascolare dell’Ospedale Santa Chiara di Trento Stefano Bonvini.

Le scuole di specializzazione. La presenza della Scuola di Medicina a Trento, sostenuta anche dalla Provincia autonoma di Trento e dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss), è strategica per l’Ateneo ma anche per il sistema sanitario locale. L’obiettivo è valorizzare le competenze nei campi della ricerca in biologia, bioingegneria, neuroscienze, e integrarle con le esigenze della medicina contemporanea e del territorio. Un tassello ulteriore di questo percorso partecipato è rappresentato dalle scuole di specializzazione.  Lo scorso anno, sono state attivate quelle in Radiodiagnostica, in Neurologia e Anestesia Rianimazione, in Terapia intensiva e del dolore. Attualmente sono in servizio 19 specializzandi, provenienti da diverse regioni italiane, che stanno completando il loro percorso formativo nelle strutture sanitarie del Trentino-Alto Adige. In arrivo anche le specializzazioni in Medicina d’emergenza-urgenza e Anatomia patologica. «In questo modo si cerca di dare al territorio quello di cui ha bisogno», conclude Francesco Fantin.