Raccontare e far comprendere la matematica è davvero così difficile? O forse dipende solo dalla capacità di comunicare la scienza? Certamente accattivante è stato il racconto di Piergiorgio Odifreddi, noto matematico, logico e saggista, che ha tenuto la lezione conclusiva di quest’anno del corso di Comunicazione della scienza, aperta a tutti gli studenti e docenti dell’Università di Trento.
Piergiorgio Odifreddi ha insegnato logica presso l’Università di Torino e, come visiting professor, presso numerose università straniere tra cui la Cornell University. Il suo principale campo di ricerca è stata la Teoria della calcolabilità, che studia potenzialità e limitazioni dei computer. Come saggista negli ultimi anni si è occupato, oltre che di matematica, di divulgazione scientifica, storia della scienza, filosofia, politica, religione, esegesi, filologia e saggistica varia. È editorialista per la rivista Le Scienze, per La Repubblica, ha scritto numerosi libri di divulgazione matematica e testi per spettacoli teatrali e documentari.
Nella lezione, dal titolo “C’è spazio per tutti”, il matematico ha ripercorso, anche con occhi da storico, lo sviluppo del concetto di spazio, conducendo gli studenti in un viaggio attraente, ricco di sorprese e di curiosità, alla "conquista" dello spazio geometrico. La lezione, che si è tenuta lo scorso 28 maggio preso il Polo Scientifico e tecnologico Fabio Ferrari, frequentata da oltre 300 studenti, ha concluso il ciclo del corso di Comunicazione della Scienza promosso dai Dipartimenti di Matematica, di Fisica e dal CIBIO (Centro di Biologia Integrata), in collaborazione anche con il Museo delle Scienze (MUSE) di Trento. Questo corso da alcuni anni è diventato un aspetto peculiare e importante dell’offerta formativa dei corsi di laurea scientifici. Fornisce agli studenti una metodologia corretta ed efficace per il difficile compito della divulgazione delle scoperte scientifiche; aspetto fondamentale per lo sviluppo della società moderna, che vuole conoscere e dibattere le innovazioni prodotte dalla ricerca e dalle sue ricadute tecnologiche.
Terminato il suo impegno in Università, Piergiorgio Odifreddi si è poi trasferito al MUSE di Trento, dove è stato ospite della cerimonia per la consegna del Premio Gianfrancesco Malfatti allo studente Ettore Vidotto per la sua tesi di laurea magistrale in discipline matematiche, discussa in doppia laurea all’Università di Trento e all’Università di Tübingen. Il premio è stato promosso dal Dipartimento di Matematica dell’Università di Trento, in collaborazione con la Fondazione Alvise Comel, l’Accademia Roveretana degli Agiati e il MUSE ed è riservato a tesi di laurea magistrale (o specialistica) che affrontino argomenti di Matematica legati allo studio dell’ambiente, della biologia, delle scienze naturali e alle sue applicazioni.
Il premio è intitolato al matematico Gianfrancesco Malfatti (1731- 1807), nato ad Ala, uno tra i fondatori del Dipartimento di Matematica dell’Università di Ferrara e del progetto “Nuova Enciclopedia Italiana”, che si interessò di Geometria, Algebra, Calcolo delle probabilità, Analisi matematica e meccanica.
Al MUSE Piergiorgio Odifreddi è stato poi protagonista di una conferenza dal format particolare, un intervento accompagnato da intermezzi musicali per spiegare ai presenti “Come stanno le cose”. Ovvero per offrire loro una versione moderna, divulgativa nella forma e aggiornata nei contenuti, di uno dei più grandi libri che siano mai stati scritti, il “De rerum natura” di Lucrezio: un manifesto del pensiero razionale che il matematico torinese ha riproposto recentemente al grande pubblico attraverso una nuova traduzione in prosa, supportata da numerosi commenti e spiegazioni.