Particolare della copertina del libro

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Giocati il cervello! Plastici per sempre

Yuri Bozzi e Gabriele Chelini

26 luglio 2024
Versione stampabile

Sapevi che la plasticità cerebrale può essere migliorata a tutte le età? Che semplici attività possono potenziare la memoria e le capacità decisionali, e che diventiamo più capaci di apprendere non solo quando si formano nuove sinapsi, ma anche quando si distruggono?
Ogni giorno facciamo esperienza di come funziona la mente: i nostri comportamenti, emozioni, il linguaggio, le interazioni con le altre persone, sono tutte azioni influenzate da come funziona il nostro cervello. Negli ultimi anni le neuroscienze sono un argomento che ha guadagnato una diffusione e un interesse particolarmente ampio e eterogeneo. Nonostante la sua complessità – e all’apparenza un argomento ostico – è uscito dalle aule universitarie e dai convegni specialistici raggiungendo un pubblico curioso, appassionato e trasversale, interessando l’editoria e anche i diversi media. Parlare di neuroscienze (o semplicemente comprenderle) non è facile per chi non è un addetto ai lavori o non ha familiarità con il lessico scientifico più specializzato.
Il volume Giocati il cervello - Plastici per sempre risponde a una serie di domande (fino a che punto un cervello può rigenerarsi? Come funziona la memoria? Posso migliorare la mia plasticità e le mie performance?) ripercorrendo l’avventura della mente e delle sue forme, e lasciando che i lettori e le lettrici scoprano – attraverso una serie di analisi, dibattiti, esperimenti e aneddoti, ma anche giochi e attività – come funzionano concretamente alcune funzioni cognitive e come «giocarsele» sia un ottimo modo per migliorarle e tenerle allenate.
Le pagine di questo volume accompagnano lettori e lettrici alla scoperta della mente in tutte le sue forme, svelando i segreti di cosa accade in tutte le fasi della vita, in condizioni di sviluppo tipico o di neurodivergenza, di salute o di malattia.

Yuri Bozzi è professore presso il Centro interdipartimentale Mente/Cervello - CIMEC
Gabriele Chelini è ricercatore presso l'Istituto di Neuroscienze del CNR di Pisa

Dal Capitolo 1 –  Il mistero della plasticità (pag. 4-5)

Il cervello è senza dubbio l’organo più affascinante e al tempo stesso più misterioso del corpo umano: grazie alla sua «plasticità», ci consente di adattarci ai cambiamenti dell’ambiente che ci circonda — proprietà che non è esclusiva degli uomini, ma si estende a tutte le specie animali. La plasticità cerebrale, detta anche neuroplasticità, rappresenta infatti una delle caratteristiche più straordinarie del cervello. Nel corso degli ultimi decenni, la ricerca nelle neuroscienze ha portato a una comprensione sempre più approfondita di questi processi, evidenziando l’importanza della plasticità cerebrale in molteplici contesti, dallo sviluppo del cervello nel corso della vita alla sua capacità di adattamento a seguito di lesioni o traumi. Un aspetto cruciale della plasticità cerebrale è la sua ubiquità: si manifesta a diversi livelli, dalla scala microscopica delle sinapsi, dove avvengono le comunicazioni tra neuroni, alla scala macroscopica delle regioni cerebrali coinvolte in complessi processi cognitivi e comportamentali. La neuroplasticità è osservabile in molteplici forme, tra cui la plasticità sinaptica, la nascita di nuovi neuroni (neurogenesi), la ristrutturazione delle mappe corticali, la riorganizzazione delle reti neuronali e l’adattamento del sistema nervoso alle lesioni. In tutti questi contesti, la plasticità si esprime attraverso meccanismi molecolari, cellulari e anatomici molto complessi, che stanno alla base dei fenomeni di sviluppo, apprendimento, memoria e riparazione del cervello. La plasticità cerebrale non è limitata a fasi specifiche della vita ma persiste in misura significativa anche nell’età adulta. Questa scoperta ha sfidato la visione tradizionale che vedeva il cervello adulto come statico e immutabile. In
realtà, molti studi hanno dimostrato che l’adattabilità celebrale continua per tutta la vita, aprendo la porta a opportunità di apprendimento e cambiamento anche in età avanzata. È quello che succede con l’apprendimento. Quando una persona acquisisce nuove competenze o informazioni, si verificano nel cervello modificazioni strutturali e funzionali.

Dal Capitolo 2 – La sinapsi, questa sconosciuta (pag. 16-17)

Abbiamo parlato di plasticità sinaptica, ma come è fatta e come funziona esattamente una sinapsi? La sinapsi è una struttura fondamentale nel sistema nervoso, che consente la comunicazione tra neuroni. È composta principalmente da tre elementi chiave: il terminale presinaptico, la fessura sinaptica e la membrana postsinaptica. Il neurone che invia il segnale, chiamato neurone presinaptico, rilascia un neurotrasmettitore dal suo terminale presinaptico, il quale attraversa la fessura sinaptica: uno spazio microscopico tra il neurone presinaptico e il neurone postsinaptico. La membrana postsinaptica, a sua volta, contiene recettori in grado di legare uno specifico neurotrasmettitore […]
Il processo di trasmissione sinaptica avviene in diversi passaggi. Inizialmente, un impulso nervoso viaggia lungo il neurone presinaptico fino al suo terminale. Il terminale sinaptico comprende un gran numero di vescicole contenenti neurotrasmettitore; l’arrivo dell’impulso nervoso provoca il rilascio di neurotrasmettitore da parte delle vescicole sinaptiche. Il neurotrasmettitore attraversa la fessura sinaptica e si lega a specifici recettori sulla membrana postsinaptica; questo legame modifica la permeabilità della membrana postsinaptica, determinando un flusso di cariche elettriche attraverso di essa, il quale genera a sua volta un segnale elettrico che si propaga lungo il neurone postsinaptico, fino a raggiungere il bersaglio successivo. Giusto per avere un’idea della complessità del fenomeno della trasmissione sinaptica nel cervello umano, considerate che ciascuno dei 100 miliardi di neuroni del nostro cervello forma sinapsi con migliaia di altri neuroni…!

Dal Capitolo 4 – Un modo nuovo di concepire i disturbi del cervello (pag. 44-45)

Fin qui abbiamo imparato quanto i meccanismi di plasticità sinaptica siano fondamentali, sia per la creazione dei circuiti cerebrali, sia per i fenomeni di apprendimento e memoria. Abbiamo anche compreso come la versatilità delle connessioni tra neuroni sia una caratteristica eccezionale del cervello animale, che consente di adattare il comportamento in risposta agli stimoli esterni. Questi meccanismi però richiedono il funzionamento coordinato di centinaia, migliaia e forse milioni di processi biologici paralleli: è quindi facile intuire come minime deviazioni dal loro normale funzionamento possano portare a modificazioni consistenti della struttura e della funzione del cervello. Negli ultimi anni gli studiosi hanno dunque insistito sulla promozione del concetto di «sinaptopatie», per riferirsi a tutti quei disturbi del cervello in cui è possibile identificare evidenti alterazioni morfologiche e funzionali delle sinapsi. Un aspetto cruciale delle
sinaptopatie è la compromissione della trasmissione sinaptica, che influisce sulla capacità del sistema nervoso di elaborare e trasmettere correttamente le informazioni.

Per gentile concessione del Centro Studi Erickson.