Il volume raccoglie i contributi degli interventi presentati e discussi nel corso del convegno Prospettive di superamento del voto tradizionale, tenutosi presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento, il 31 marzo e il 1° aprile 2023, ed è integrato dalle riflessioni di ulteriori Autrici e Autori, al fine di trattare con maggiore completezza il tema della ricerca. Alla luce dell’attuale contesto storico, segnato sia dal crescente astensionismo, sia dalle dirompenti innovazioni tecnologiche, l’opera si propone di indagare le possibili alternative alle modalità di espressione del voto attualmente presenti nella legislazione elettorale italiana, spesso tacciate di non garantire in modo soddisfacente, specie per alcune categorie di elettori, l’effettività del suffragio. Il volume si articola in tre parti. La prima, dedicata alle Prospettive di superamento “tradizionali”, prova a riflettere su alcuni possibili strumenti analogici (o non tecnologici) per agevolare l’esercizio del suffragio, quali il voto anticipato, il voto per procura o il voto postale. La seconda parte si sofferma sulle Prospettive di superamento “tecnologiche” e affronta, precipuamente, il tema del voto elettronico e i rischi a esso connessi. Da ultimo, la terza parte, intitolata Come governare le trasformazioni elettorali?, ospita riflessioni sull’astensionismo elettorale, sulla rappresentanza, sulla tutela giurisdizionale del diritto di voto e sui principi costituzionali connessi all’espressione del suffragio. La pubblicazione e la stampa del presente volume sono state possibili grazie ai fondi assegnati al progetto di ricerca Valutazione degli aspetti normativi e legali del voto elettronico (bandito, nel 2022, dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento, grazie a una convenzione di ricerca con la Fondazione Bruno Kessler – FBK).
Alessandro De Nicola è assegnista di ricerca nel Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi Roma Tre
Vincenzo Desantis è docente a contratto nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento
Dalla premessa (F. Cortese)
«[…] il “traffico” elettorale esige “infrastrutture” capaci di veicolarlo secondo vie ben funzionanti e praticabili in modo sicuro da tutti gli aventi diritto; aumentandone, anzi, al massimo le chances di coinvolgimento reale, riducendo le distanze e diminuendo, se possibile, i relativi costi (per i votanti stessi come per le autorità pubbliche che organizzino le elezioni). Pertanto, se il binario è quello della più ampia e concreta partecipazione, da rendersi afferrabile per mezzo di un intervento specifico delle istituzioni, non si vede come non dedurne una sorta di principio di differenziazione adeguatrice, sulla scorta di quanto imposto, in via generale, dall’art. 3, comma 2, Cost., il quale, in questa maniera, non solo giustifica modalità di voto alternative, ma le esige. Occuparsene, da questo punto di vista, è costituzionalmente indispensabile».
Dalla I sezione (V. Desantis)
«I recenti approdi della tecnologia e gli sviluppi di estrema attualità che proprio hanno riguardo a questi strumenti, ci costringono a chiederci se […] il voto elettronico sia un appuntamento ancora rinviabile o, invece, un passaggio al quale la contemporaneità non può più sottrarsi. Un voto elettronico […] oggi reso ancora più solido da tecnologie di sicurezza cibernetica addirittura superiori a blockchain e smart contract, offrirebbe sicuramente maggiori garanzie […] e, se circoscritto alle sole ipotesi che già versano “in stato di rischio” (come quella del voto postale), potrebbe gettare un ponte per il futuro, spalancando finalmente le porte della cittadinanza digitale».
Dalle considerazioni conclusive della I sezione (C. Casonato)
«La “sostenibilità costituzionale” dell’innovazione legislativa […] dovrebbe collocarsi all’interno di un quadro rinnovato anche in riferimento all’interpretazione dei quattro caratteri previsti dall’art. 48, secondo comma, della Costituzione italiana. Parlando di personalità, libertà o segretezza del voto, in particolare, va tenuto conto del nuovo contesto della sua espressione, costituito da un ambiente in cui le nuove tecnologie pongono nuovi rischi, ma offrono anche rinnovate potenzialità (si pensi, per fare solo un esempio, alla possibile adozione di logiche già attuate nel contesto blockchain). Progresso scientifico e relative applicazioni tecnologiche, come si vedrà nella parte successiva del libro, devono quindi trovare una cornice di interpretazione costituzionale anch’essa rinnovata, la quale tenga conto dei mutamenti che a ogni livello delle nostre società sono in atto in termini altamente pervasivi e trasformativi».
Dalla II sezione (M. Rosini)
«L’affidabilità e sicurezza dei sistemi di e-voting, unitamente alla trasparenza, costituiscono aspetti essenziali per costruire e far crescere la fiducia dei cittadini sul loro impiego […] il costituzionalista di fronte all’introduzione di sistemi di voto elettronico non presidiato non può che porsi nell’ottica di una parziale rilettura dei principi del voto democratico e di un loro diverso bilanciamento, anche alla luce degli standard internazionali, che rappresentano “an appropriate tool for interpreting the Constitution”»
Dalla III Sezione (A. Apostoli)
«Una […] linea d’azione […] è quella che muove dalla capacità per la politica di accogliere la sfida di superare i paradigmi tradizionali, le modalità tradizionali, le problematiche tradizionali e adottare un metodo di osservazione e di analisi che oggi contempla l’affiancamento del sapere giuridico a quello tecnico e scientifico. I giuristi, in questo, svolgono un ruolo chiave, quello di sorvegliare e guidare al rispetto dei principi costituzionali, con la consapevolezza che di essi esistono molteplici letture e non una soltanto. In conclusione, reputo un imperativo per il ceto politico quello di prendere atto, una volta per tutte, di una situazione critica e allarmante, e di agire con determinazione per invertire questa tendenza, alla lunga, molto pericolosa per la nostra democrazia. Proprio l’essenza della democrazia rappresentativa deve essere curata, preservata e rafforzata, a garanzia del popolo la cui sovranità gli attribuisce il diritto di mantenere un ruolo centrale nella vita politica e nei processi decisionali […]».
Dalle conclusioni (M. Cosulich)
«Senza spingersi a tratteggiare scenari distopici come quello magistralmente descritto da José Saramago nel Saggio sulla lucidità, va osservato che il crescente astensionismo caratterizzante le nostre consultazioni elettorali dovrebbe essere vissuto come un problema al quale il legislatore è chiamato a tentare di porre rimedio, non foss’altro perché la sua legittimazione deriva esattamente da tali consultazioni. È pur vero che non tutto l’astensionismo è riconducibile alle difficoltà di votare presso la propria sezione di residenza nel giorno delle elezioni, ma almeno rispetto a tale astensionismo involontario i possibili rimedi non sembrano mancare. Si delinea così il compito della dottrina sul punto: riflettere sulle modalità di voto alternative a quella tradizionale, offrendo così alla valutazione politica del legislatore le soluzioni maggiormente praticabili in termini di legittimità costituzionale al fine di incoraggiare (o quantomeno non scoraggiare) la partecipazione elettorale. Si tratta di un compito che il volume che qui si conclude indubbiamente assolve, esaminando diffusamente i profili problematici delle varie forme di voto alternative e suggerendo, ove possibile, una disciplina di queste ultime in grado di ridurre la portata di quelli».
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