Dieci immagini. Dieci progetti. Dieci disegni. Dieci mimesi. Osservare con lentezza, misurare le architetture nel tempo, immaginare velocità trascorse, proiettare nel presente, sono le operazioni che hanno delineato le possibilità visuali di questo lavoro, grafie alla ricerca di uno spirito nobilitato dalla solennità di un inafferrabile guardare, punto di svolta per la ricerca di nuovi luoghi da descrivere e comunicare. Un sodalizio di sensi e progettualità che si misurano con l'immaginario, per restituire un brano della città di Venezia attraverso orizzonti sospesi, perché mai edificati, eppure consolidati in un discorso teorico del Disegno, sulle possibilità dell'architettura. La narrazione che fa da sfondo a queste dieci immagini si colloca nell'ambito di un seminario internazionale che ebbe luogo a Venezia nel 1978. Un concorso di idee organizzato dall'Istituto Universitario di Architettura di Venezia che avrebbe richiamato progettisti e progettiste, attivi/e a livello nazionale e internazionale, a sviluppare ipotesi e a intervenire sulla specificità delle questioni urbane e architettoniche dell'area di Cannaregio Ovest. Le plurali espressioni grafiche e progettuali per la ricucitura del sestiere, con il resto della città, se da un lato istituivano un contatto diretto con le peculiarità materico-fisiche del luogo, dall'altro rivelavano le interpolazioni dinamiche di una narrazione per frammenti visuali, simbolici, talvolta contraddittori.
Un'occasione, o meglio, dieci occasioni grafiche, dieci disegni che permettono di condurre un'indagine storico-critica su due fronti: uno, legato alla lettura della formulazione progettuale, che ha delineato ciascuna delle dieci proposte; l'altro, orientato alla messa in valore delle risposte architettoniche e urbane attraverso le qualità esplorative offerte dal modello digitale, nell'accezione di "simulacro" dei valori progettuali, storici e formali, in quella categoria grafica che è propria della rappresentazione. Le dieci ricostruzioni raccontate in questo studio manifestano le possibilità del pensare la forma, dichiarano le qualità analitiche del guardare, traducono relazioni numeriche in espressioni segniche, tentando di riconoscere, nella traccia del non costruito, le logiche evocative e funzionali del rappresentare architettura.
Le immagini pubblicate nel capitolo 7 (pp. 175-180) sono collegamenti diretti ai modelli digitali e alle immagini panoramiche a 360° navigabili. Cliccando sull’immagine è possibile accedere al singolo modello, oppure al repertorio generale contenente tutti e dieci i modelli ricostruiti, pubblicati nella piattaforma Sketchfab. Disponibile anche un video sulla ricostruzione delle 10 immagini di Venezia.
Starlight Vattano è ricercatrice presso il Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica dell'Università di Trento
Dall'introduzione (pagg 13-16)
Leggere grafie, interpretare, ipotizzare sono tutte operazioni che partecipano a delineare i valori costitutivi del progetto, delle soluzioni spaziali che le immagini svelano, delle relazioni tra funzione, colore, forme e percorsi, evocando analogie possibili con la realtà. Le immagini dei dieci progetti raccontate in questo libro si collocano in quella dimensione dell’immaginario che, se da un lato raccoglie esperienze progettuali per individuarne qualità e connessioni di natura molteplice (storiche, tipologiche, compositive, comunicative), dall’altro testimonia lo sguardo ieratico del Disegno di architettura nel farsi del progetto e di questa voce grafica, il valore culturale del disegno in quanto tale, nella sua condizione – autoconclusiva – di progettualità rimasta su carta. Osservare con lentezza, misurare le architetture nel tempo, immaginare velocità trascorse, proiettare nel presente, nobilitano le grafie e scandiscono la solennità del guardare.
Dieci immagini. Dieci progetti. Dieci disegni. Dieci mimesi.
Ermeneusi che legano, attraverso percorsi tortuosi e andirivieni, chi ricostruisce con chi ha immaginato. Un sodalizio di sensi e progettualità che si misurano con l’immaginario, per restituire un brano della città di Venezia attraverso orizzonti sospesi, perché mai edificati, eppure consolidati in un discorso teorico del Disegno sulle possibilità dell’architettura. La narrazione che fa da sfondo a queste dieci immagini si colloca nell’ambito del Seminario internazionale che ebbe luogo a Venezia nel 1978, un concorso di idee organizzato dall’Istituto Universitario di Architettura di Venezia che, insieme all’Assessorato alla Cultura del Comune della città lagunare, introduceva una riflessione congiunta fra sguardi culturali differenti per l’elaborazione di una serie di proposte progettuali sul sestiere di Cannaregio Ovest.
Il seminario avrebbe richiamato progettisti e progettiste a livello nazionale e internazionale, a sviluppare ipotesi e a intervenire sulla specificità delle questioni urbane e architettoniche dell’area, accendendo un dibattito che si sarebbe configurato successivamente, a livello teorico, sui significati della città storica nella città contemporanea, sui modi del progetto rispetto al sistema insulare veneziano, sui limiti e sugli aspetti irrisolti delle pratiche di riuso e conservazione nei centri storici italiani, proprio a partire dal caso veneziano.
Le plurali espressioni grafiche e compositive per la ricucitura del sestiere di Cannaregio Ovest, con il resto della città, se da un lato istituivano un contatto diretto con le peculiarità materico-fisiche del luogo, dall’altro rivelavano le interpolazioni possibili con campi di indagine fortemente veicolati dalla dinamica espressiva della narrazione per frammenti visuali (simbolici e contraddittori). Cannaregio Ovest diventa il campo di sperimentazione di dieci idee, di dieci visualità che si soffermano sulle possibilità di sviluppo sociale, economico e urbano del sestiere: dieci luoghi a partire dai quali i mutamenti industriali e tecnologici forniscono interferenze e stimoli per una nuova visione architettonica.
Le dieci rappresentazioni raccontate in questo libro manifestano le possibilità del pensare la forma, dichiarano le qualità analitiche del guardare, traducono relazioni numeriche in espressioni segniche, tentando di riconoscere, nella traccia del non costruito, le logiche evocative e funzionali del rappresentare. Intendendo quindi l’immagine nella sua qualità di sintesi ed espressione del mondo esterno, le dieci ricostruzioni digitali accompagnano un discorso teorico che si colloca in quella dimensione, inevitabilmente astratta, del Disegno come testimonianza del pensare il progetto, una fotografia del visualizzare il non costruito.Fotografie di una condizione immaginifica in cui il Disegno risponde alla questione progettuale, in assenza di vincoli contingenti (economici, strutturali, dimensionali), lascia spazio al voluttuoso esercizio dell’esplorazione di forme e volumi, dalla dimensione mentale a quella fisica – cartacea o virtuale – per approdare nella dimensione speculativa legata alla gestualità del tracciare e al suo ambito prettamente teorico.
Si tratta di un discorso grafico basato sulla conoscenza del progetto, sull’esperienza spaziale dell’architettura, sulla capacità critica e intuitiva sviluppate dall’analisi grafica che invita a una serie di conoscenze e di pratiche, talvolta complesse, prendendo le mosse non solo dal Disegno ma anche da altre discipline limitrofe e consentendo di rendere esplicito il percorso progettuale, attraverso un’indagine rigorosa e approfondita, a partire dalle tracce grafiche dell’architettura in formulazione. Il processo di ricostruzione dei singoli progetti si lega ad un’analisi critica sugli elementi in gioco e sulle corrispondenze compositive tra le dieci proposte. Questo tipo di confronto disvela quattro chiavi di lettura che possono sintetizzare – ciascuno con tre parole chiave – sia i caratteri compositivi dei singoli approfondimenti, sia la messa a sistema dei dieci discorsi. "Fantasmi/Teatralità/Metafore", tiene insieme le rappresentazioni più astratte del Seminario internazionale, sia dal punto di vista progettuale che dal punto di vista tematico. "Paradigma/Struttura/Memoria", fotografa le dichiarazioni (storiche, compositive, funzionali) di un pensiero progettuale fortemente rispondente alle richieste del bando, restituendo tavole di progetto ricche di dettagli, quasi pronte per il passaggio esecutivo. "Irrealtà/Tracciati/Modularità", racchiude un’accumulazione di forze geometriche che si astraggono dalla complessità urbana della città per rendere fortemente riconoscibile la sovrapposizione di una maglia di nuove relazioni spaziali. "Elementarità/Combinazioni/Mutazioni", incarna il concetto della possibilità per variazioni, attraverso la combinazione di elementi mutuati dalla storia veneziana.
Non si tratta di trovare una verità pensata come esatta “coincidenza coi fatti” – rievocando le parole di Alfred Tarski – piuttosto, di intendere, interpretare, rielaborare i disegni di progetto, il Disegno, impiegando intuitivamente l’idea di verità come corrispondenza col reale.
Libro pubblicato in Open access con licenza CC-BY-NC-ND 4.0 International e scaricabile sul sito dell'editore Franco Angeli