“Citius, altius, fortius“ ovvero “più veloce, più in alto, più forte“ è il motto ufficiale dei Giochi Olimpici moderni fin dal 1894. Ancor oggi questa frase incoraggia gli atleti e le atlete di tutto il mondo a dare il meglio di sé durante le competizioni e a stabilire nuovi record. Ma è possibile spingere sempre un po’ più in là il limite delle prestazioni sportive? La questione è complessa. Talento, passione e intuizione, seppur fondamentali, non sempre bastano per ottenere medaglie e primati. Oggi è la tecnologia il primo alleato di chi fa sport. Perché quando il livello della competizione è massimo e la vittoria questione di millesimi di secondo, nulla deve essere lasciato al caso.
Lo sanno bene i ricercatori e le ricercatrici di I-Star, l’Istituto per la ricerca scientifica e tecnologica nello sport dell’Università di Trento, realtà che mira a diventare punto di riferimento nazionale e internazionale per lo sport tech. Nel corso degli anni, I-Star ha messo a punto strumenti e soluzioni tecnologiche utili a sviluppare il potenziale dei futuri campioni. Come? Attraverso l'innovazione delle attrezzature sportive, dei materiali tecnici, delle tecnologie per l’allenamento e il monitoraggio delle prestazioni. Temi oggi ancor più centrali in vista delle Olimpiadi e le Paralimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026, durante le quali il Trentino ospiterà numerose gare, tra le quali lo sci di fondo, la combinata nordica e il biathlon.
«I Giochi Olimpici sono da sempre un’occasione per inaugurare e testare nuove tecnologie», afferma Giandomenico Nollo, professore di bioingegneria elettronica e informatica all’Università di Trento e membro di I-Star. «Ci siamo chiesti come poter contribuire e partecipare all’evento, progettando qualcosa che potesse avere effetti positivi di lungo periodo, e un impatto sociale ed economico che andasse al di là dell’evento olimpico». Giandomenico Nollo è parte di un team multidisciplinare formato da ricercatori dei diversi Dipartimenti di Ingegneria dell’Università di Trento. Con lui lavorano i professori Paolo Bouquet - che è anche delegato del rettore allo Sport con delega speciale alle Olimpiadi invernali 2026 - Nicola Conci, Francesco Biral e i ricercatori Damiano Fruet, Andrea Zignoli e Niccolò Bisagno.
Il progetto di ricerca
Il lavoro di ricerca, tuttora in corso, è stato avviato in collaborazione e su sollecitazione di Movella, azienda leader nella produzione di sensori e software per la valutazione e la ricostruzione del movimento umano. Movella, riconoscendo le competenze dell’Università di Trento nel settore dello sport tech, ha chiesto la collaborazione di I-Star per lanciare una challenge internazionale rivolta a studenti e dottorandi. La sfida? Risolvere un problema di elaborazione dei dati cinematici ed estrazione di informazioni quantitative sulla prestazione dell’atleta.
«Misurare con precisione i parametri di una prestazione sportiva è fondamentale, perché consente di analizzare e quindi ottimizzare l’esecuzione dei movimenti dell’atleta. Ogni piccolo dettaglio di un gesto tecnico può essere studiato, valutato e, quando serve, corretto per migliorare le prestazioni future e pianificare un allenamento mirato. È da qui che passano i progressi e le vittorie dei campioni», precisa Nollo. «Attraverso la challenge e la collaborazione con l’ecosistema trentino, Movella intende entrare da protagonista in nuovo settore di applicazione delle sue tecnologie e creare un laboratorio a cielo aperto per gli sport invernali, costruendo sinergie con le realtà innovative del territorio».
Il team dell’Università di Trento si è subito messo all’opera insieme a Movella per identificare il tema da assegnare nella challenge e per organizzare la raccolta dei dati. La due giorni di test si è svolta a febbraio sulle piste del Centro del Fondo Lago di Tesero, sede delle Olimpiadi invernali 2026. Durante le misurazioni, agonisti e amatori di differente livello tecnico hanno sciato indossando una speciale tuta sensorizzata, grazie alla quale è stato possibile raccogliere dati di diverso tipo. L’attività di atlete e atleti è stata anche filmata per catturare i movimenti degli arti e la posizione del corpo, in vista di accurate analisi biomeccaniche. La mole di dati raccolti, una volta elaborata al computer, fornirà le informazioni necessarie a rispondere alla sfida lanciata da Movella. E, di conseguenza, permetterà di sviluppare prodotti e servizi per staff tecnici, atleti, preparatori e federazioni sportive.
«Siamo nell’epoca dello sport 4.0, dove le soluzioni offerte dal cosiddetto ‘Internet delle cose’ (meglio noto come ‘internet of things’) ci permettono di migliorare monitoraggio, controllo e automazione dei dati», precisa Nollo. «Lo sci è uno sport in cui il contributo dell’innovazione è prezioso, abbiamo quindi iniziato con il tracciato olimpico del Centro del Fondo Lago di Tesero, ma a breve faremo test anche sulle piste da discesa della Ski Area Buffaure, in val di Fassa».
E dopo le Olimpiadi?
Olimpiadi e tecnologia sono, da sempre, un binomio solidissimo, ma i giochi durano solo un paio di settimane. Cosa resterà delle innovazioni tecnologiche dopo questa splendida avventura sportiva? «Resteranno le capacità acquisite per svilupparle e una ricaduta sul territorio in termini di attrattività turistica», risponde Nollo. «Le nuove tecnologie possono avere utilizzi orientati non solo al miglioramento delle prestazioni dei grandi campioni, ma anche pensati per chi si limita a fare un po' di sport per divertirsi e tenersi in forma. In futuro, ad esempio, sarà possibile allestire piste da sci dotate di sensori e telecamere, dove gli sciatori potranno ricevere un feedback sulle loro performance. E questo può rappresentare un piccolo valore aggiunto per le stazioni sciistiche. La digitalizzazione degli impianti, inoltre, contribuirà a sviluppare una visione che come UniTrento coltiviamo da tempo: fare della valle un hub internazionale di ricerca e innovazione sugli sport di montagna».
Da non sottovalutare, infine, la possibilità di utilizzare i dati per emozionare e coinvolgere il pubblico dello sport. I sensori possono infatti restituire in tempo reale molti dati relativi alla prestazione dell’atleta, come la frequenza cardiaca e respiratoria, il passo, la spinta e altro ancora. Tutte queste informazioni, se opportunamente rappresentate, arricchiscono l’esperienza di chi segue una gara, offrendo contenuti speciali ai supporter degli atleti.
Alle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 non saranno solo gli atleti a gareggiare: anche la scienza parteciperà alla competizione, perché i Giochi sono una vetrina irrinunciabile sia per chi fa ricerca nell’ambito dello sport tech, sia per tutte le aziende che investono e innovano nel settore.