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Internazionale

L'Europa al bivio

Le elezioni di giugno possono segnare un cambio di rotta dell’Unione. Il voto europeo non va confuso con quello nazionale

14 marzo 2024
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Paola Siano
Ufficio Stampa e Relazioni esterne

Percepita a volte come distante, strumentalizzata non di rado dalla politica interna come capro espiatorio per giustificare criticità nazionali, l’Unione europea e le sue decisioni sono più vicine di quanto immaginiamo. Non c’è aspetto della nostra vita quotidiana che non sia legato ad essa: le etichette sul cibo, la denominazione di origine protetta dei prodotti, la garanzia quando si acquista un oggetto, il fatto che spostandosi in un altro paese non si debba pagare una tariffa extra per il roaming sul cellulare, la tutela della privacy, e molto altro. Ecco perché è nel nostro interesse occuparcene.  L’appuntamento elettorale dell’8 e 9 giugno prossimi rappresenta l’occasione per decidere della direzione che dovrà seguire la politica europea. Arrivarci preparati è importante, come sottolinea Luisa Antoniolli, docente di Diritto dell'Unione Europea alla Scuola di Studi Internazionali e alla Facoltà di Giurisprudenza.

Professoressa, in che contesto si svolgono quest’anno le elezioni europee?

«A livello mondiale sarà un anno in cui andranno al voto miliardi di persone. Ci sono elezioni negli Stati Uniti, in Russia, in India, in Europa. È un mondo in subbuglio. Rischiamo cambiamenti molto radicali. Il contesto europeo è parte di una scacchiera molti più ampia, che è influenzata dal contesto globale. Il primo è quello della guerra in Ucraina, che riporta al centro il tema della sicurezza. Poi c’è quello della politica estera, ad esempio rispetto alla Cina, agli Usa, al Medio Oriente e all’Africa. Mettere in campo interventi strutturali in situazioni di crisi non sempre genera risultati ottimali. Al tempo stesso, è vero che proprio quando ci sono le crisi si trovano soluzioni innovative. È stato così con la governance economica generata dal crollo economico-finanziario del 2008, ed anche con il Next Generation EU, varato per rispondere alle difficoltà economiche causate della pandemia di Covid19. Le crisi sono anche un’opportunità. Forse per questo motivo le elezioni europee questa volta hanno acceso i riflettori su di loro».

Il clima di euroscetticismo e di estremismo può influenzare il voto?

«C’è una situazione fortemente polarizzata. Gli ultimi 15 anni hanno messo in luce derive nazionaliste ed euroscettiche molto forti, che sono partite dai Paesi dell’Est Europa, dove l’inserimento nell’Unione è più recente e meno consolidato. Ma questo clima è arrivato anche ai Paesi fondatori come l’Italia, la Francia, l’Olanda, e la stessa Germania. C’è una forte spinta populista e nazionalista che si sta mobilitando. E quando si apre una finestra di opportunità, si può andare in direzioni molto diverse. Per questo queste elezioni sono veramente una sfida cruciale. Finora l’alternativa è sempre stata tra un centrodestra moderato e un centrosinistra moderato, con il partito popolare da un lato e i socialisti dall’altro. Adesso si rischia uno spostamento dell’asse politico molto più sostanziale, perché i partiti che stanno più a destra, o anche a sinistra, che hanno una piattaforma politica euroscettica, stanno guadagnando posizioni. L’esito delle elezioni potrebbe essere un Parlamento meno incisivo nel rafforzare il processo di integrazione. Secondo i sondaggi c’è un aumento dell’elettorato che punta su posizioni nazionaliste ed anche euroscettiche. Ma è ancora presto per ipotizzare l’andamento ed i risultati.

Oggi qual è il ruolo dell’Europa sulla scena internazionale?

«L’Occidente in generale, e l’Europa in particolare, sta arretrando. Le potenze emergenti sono fuori dal nostro contesto. Proprio per questo le grandi sfide – la transizione energetica, quella digitale, quella ecologica, la tutela dei diritti fondamentali, le migrazioni, la sicurezza e la difesa - sono tutte partite strategiche che nessun paese membro dell’Unione europea può affrontare da solo. Da questo punto di vista decidere che cosa si fa in Europa diventa vitale».

Quali saranno i temi della campagna elettorale?

«Quello più complesso è la politica estera, di sicurezza e di difesa. L’architettura attuale dell’Unione europea è congegnata in maniera tale che il potere in quest’ambito sia in mano ai singoli governi degli Stati membri: il Trattato di Lisbona stabilisce che in queste materie le decisioni vengano prese all’unanimità dal Consiglio europeo e dal Consiglio.  Sia il Parlamento che la Commissione hanno un ruolo marginale. Se si vuole modificare questo assetto occorre modificare i trattati, ed in effetti sul tappeto ci sono già alcune proposte. Guardando ai sondaggi, il tema della difesa e della sicurezza è cruciale per i cittadini europei, non solo nei paesi più esposti, come quelli Baltici. Al tempo stesso, questo è l’ambito in cui i governi sembrano meno disposti a cedere la mano. Questo rende la struttura europea e i suoi meccanismi molto deboli. La politica estera, la sicurezza e la difesa sono il nostro tallone d’Achille. In tutte le altre politiche europee i poteri dell’Unione europea, e al suo interno del Parlamento, sono molto più incisivi».  

Come prepararsi al voto?

«Cercando di sforzarsi di non leggere le elezioni europee come una estensione di quelle nazionali. Quando si indica una scelta di una lista politica, è essenziale capire dove si colloca quel determinato partito quando opera in Europa. I nostri partiti italiani si collocano in molteplici raggruppamenti politici in Europa. Attualmente vi sono sette gruppi politici europei, che si posizionano diversamente nello spettro politico, da cui dipende l’orientamento che guida le scelte su temi cruciali, come la sicurezza, lo sviluppo economico, la migrazione, e molto altro. Bisogna tenere a mente che il voto è europeo e non nazionale, perché le scelte che verranno prese avranno ragioni ed effetti europei. È quindi necessario informarsi sui programmi politici espressi dalle diverse forze politiche europee entro cui si collocano i partiti nazionali per poter esprimere una scelta efficace».