Se “mobilità internazionale” significa sempre lasciare il perimetro rassicurante del proprio ambiente per abbracciare una realtà sconosciuta, in molti casi vuol dire anche superare barriere culturali, economiche, psicologiche, fisiche, che rendono ancora più complesso affrontare l’esperienza, sintonizzarsi su nuovi equilibri, o ritrovare semplicemente una propria quotidianità. Accade anche che sforzi e coraggio vengano poi ricompensati con sorprese inaspettate, come racconta Sif Eddine Benflis, dottorando algerino della Batna University, alla conclusione del periodo di ricerca di due mesi al Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell'Informazione (Disi) a Povo, sulla collina di Trento, nell’ambito del programma Erasmus+ International Credit Mobility.
Sif Eddine, come ti sentivi prima di intraprendere la mobilità Erasmus+ a UniTrento?
«Provavo un misto di entusiasmo e nervosismo. Non vedevo l’ora di sperimentare un sistema accademico diverso e di lavorare con ricercatori e ricercatrici del mio settore, ma ero anche preoccupato sull’aspetto accessibilità e di come sarei riuscito a portare avanti in autonomia la mia quotidianità in un altro Paese».
Come hai affrontato la vita quotidiana, ad esempio trasporti, pasti, e accesso agli spazi UniTrento?
«I trasporti pubblici a Trento sono accessibili. Ho utilizzato gli autobus con la tessera (ndr. per la libera circolazione) che mi è stata fornita da UniTrento. I pasti li consumavo nella mensa universitaria che ha ingressi accessibili e ascensori. La maggior parte degli edifici UniTrento sono accessibili con l’eccezione di alcune porte più vecchie con gradini che richiedevano l'aiuto da parte di altre persone.
Mentre io ero al Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell'Informazione, mio padre effettuava sopralluoghi in città per verificare le strade».
Hai trovato barriere architettoniche in Università?
«Nel complesso, il campus è accessibile, ovunque tu vada trovi sempre un ascensore, e questo è un aspetto positivo che mi è piaciuto».
Come hai superato le difficoltà durante la tua mobilità?
«Sono affetto da distrofia muscolare: i miei muscoli sono deboli. Attualmente da solo riesco a scrivere, mangiare, lavorare al computer. Quindi la mia condizione richiede l'aiuto di un’altra persona, e questa persona è stata mio padre.
Per quanto riguarda gli aspetti generali, quali ad esempio il trasporto, preparare da mangiare o andare a fare la spesa, la gestione l’aveva mio padre, che mi ha accompagnato ed è rimasto con me per l’intero periodo. È stato grazie a lui se sono riuscito a gestire le attività quotidiane. Senza di lui non sarei potuto venire.
Nonostante mi sia stata offerta l’assistenza di un’altra persona (ndr. come previsto dal Programma Erasmus+), ho preferito avere accanto mio padre in quanto di me conosce ogni singolo aspetto.
Invece tutte le sfide amministrative, quali la gestione delle pratiche, l'iscrizione all'università, il ritiro della sedia a rotelle elettrica, la comunicazione tra Ufficio Erasmus+ della mia università e UniTrento, sono state gestite dal personale UniTrento. Un enorme grazie (e sento che è poco) alla Divisione Relazioni Internazionali, all’Ufficio Mobilità internazionale – sezione Welcome, al Servizio Inclusione Comunità studentesca, e ad Alessia, la studentessa collaboratrice che mi ha accolto e aiutato all’arrivo. Anche i miei compagni di laboratorio sono stati fantastici e mi hanno aiutato in tutto all'interno del Dipartimento».
La tua esperienza ha soddisfatto le tue aspettative?
«Le mie aspettative sono state di gran lunga superate. Ho imparato nuove tecniche di ricerca, ho costruito preziosi legami con i ricercatori e le ricercatrici e ho dimostrato a me stesso che avere una disabilità non deve limitare le tue opportunità se affronti le sfide con determinazione e accetti il supporto quando necessario».
Come valuteresti il supporto fornito da UniTrento?
«Eccellente. La maggior parte del tempo come dottorando l'ho trascorso nell'High Performance Climate Informatics Laboratory (HPCI lab). Il mio supervisore, prof. Sandro Fiore, mi ha fornito una guida preziosa. Ho avuto accesso a laboratori e materiale per continuare il mio lavoro nel cloud computing e nell'ottimizzazione energetica».
Quali competenze o conoscenze hai acquisito?
«Ho acquisito competenze avanzate di ricerca e ho acquisito maggiore sicurezza nel collaborare a livello internazionale, ho migliorato il mio inglese».
Ti senti più sicuro e indipendente ora?
«Questa esperienza ha rafforzato la fiducia in me stesso. Non posso dire però lo stesso da un punto di vista dell’indipendenza in quanto la mia condizione richiede comunque supporto continuo. Tuttavia penso che se tutte le università sono valide come UniTrento, si può arrivare a dimenticare di avere una disabilità».
Hai notato differenze tra il sistema universitario algerino e quello italiano?
«Sì, UniTrento ha un approccio più pratico e incentrato sul laboratorio, mentre in Algeria ci si concentra di più sulla teoria. L'ambiente di grande collaborazione in UniTrento è stato di forte supporto e ha favorito lo scambio di idee».
Quali sono i tuoi prossimi progetti accademici o personali?
«Continuerò la mia ricerca di dottorato sul cloud computing a basso consumo energetico. Una volta terminato, potrei pensare di tornare a UniTrento come post-doc».
Il Servizio Inclusione Comunità studentesca UniTrento offre un’ampia gamma di servizi per chi ha una disabilità certificata. Inoltre, chi si muove in condizioni particolari, all’Università di Trento può trovare una comunità accademica, studentesca e amministrativa accogliente e inclusiva. Nei casi di partecipanti con minori opportunità, il Programma Erasmus+ prevede un’integrazione della borsa di studio e il pagamento delle spese per una figura di accompagnamento. Inoltre l’Ateneo si occupa in anticipo dell’emissione dei biglietti tramite un’agenzia in grado di gestire le procedure necessarie legate alla disabilità (o ad altri bisogni speciali) per il viaggio e i trasferimenti e l’Opera Universitaria mette a disposizione alloggi accessibili e domotici per ogni esigenza. Per ulteriori informazioni: https://www.unitn.it/it/ateneo/equita-diversita-e-inclusione/disabilita-dsa-e-altri-bisogni/la-comunita-studentesca/servizio-inclusione
International mobility, just like a hug
Sif Eddine Benflis, PhD student at Batna University, tells about his 2-month research period and personal growth at DISI
If "international mobility" always means leaving the comfort zone to embrace an unfamiliar reality, in many cases it also means overcoming cultural, economic, psychological, and physical barriers that make it even more difficult to cope with the experience, find a new balance, or simply rediscover one's daily routine. Sometimes, efforts and courage are rewarded with unexpected surprises, as reported by Sif Eddine Benflis, PhD student at Batna University (Algeria), after his two-month research mobility at the Department of Information Engineering and Computer Science in Povo. His mobility took place within ICM Erasmus+ KA 171 program and successfully concluded last June. Beside to the Inclusion Service, which offers a wide range of services in case of certified disabilities, UniTrento offers a welcoming academic, student, and administrative community committed to inclusivity. For participants with fewer opportunities, the Erasmus+ Program provides a scholarship supplement and the payment of expenses for a travel companion. Furthermore, UniTrento arranges travel tickets and plans through an agency that handles the necessary disability-related procedures, and Opera Universitaria provides accessible and automated accommodations for every need.
Sif Eddine, how did you feel before leaving for your Erasmus+ mobility at UniTrento?
“I felt a mix of excitement and nervousness. I was eager to experience a different academic system and to collaborate with researchers in my field, I was also worried about accessibility and how I would manage daily life independently in a new country”.
How did you manage daily life, including transportation, meals, and campus access?
“Public transport in Trento was accessible, and I used buses with a transportation card (ed’s note, free mobility card provided by UniTrento). Meals were available at the university canteen with accessible entrances and elevators. Most campus buildings were accessible, though some older doors had a bunch of steps which required help from others as well.
Once I am at the department of Information Engineering and Computer Science (ed.’s note, uphill in Povo), my father would usually go wonder around the city, check roads”.
Did you face any architectural barriers at UniTrento?
“Overall, the campus is accessible, wherever you go you find an elevator, and that is actually a good thing I like it”.
How did you overcome challenges during your mobility?
“I have a condition called Muscular Dystrophy, my muscles are weak, what I can do now is write, eat on my own, work with the pc. So my condition requires help from someone else, and that someone else is father.
When it comes to general challenges such as transportation, cooking dinner, lunch, going to the grocery shop …etc. Were all by the help of my father, as he came with me to Italy for the entire mobility period. He was the main reason that I was able to manage everyday activities. Without him, I would not have been able to come.
However, I was asked if I was open to the idea of being taken care of by someone else (ed.’s note as possible within Erasmus+ Program), but I wanted my father since he knows every single detail about me.
On the other hand, administrative challenges such as handling paperwork, university registration, picking up the electric wheel chair, and communication with the Erasmus+ office and UniTrento administration were managed by the help of UniTrento offices. In particular a huge thank you, that might not be sufficient, to the International Relations Division, the International Mobility and Welcome Office, the Inclusion Office, and to Alessia, the student collaborator who welcomed me and helped us during the first days. My lab mates were amazing, they were the ones to help me with everything inside the department”.
Did your experience match your expectations?
“Yes, it actually exceeded my expectations. I learned new research techniques, built valuable connections with researchers, and proved to myself that having a disability does not have to limit your opportunities if you approach challenges with determination and accept support when needed”.
How would you evaluate UniTrento’s support?
“Excellent. I came as a PhD student, most of my time was spent in the High Performance Climate Informatics Laboratory (HPCI lab), My supervisor Sandro Fiore provided valuable guidance, and I had access to labs and resources to continue my work in cloud computing and energy optimization”.
What skills or knowledge did you gain?
“I gained advanced research skills, and improved my confidence in collaborating internationally, enhanced my English even further”.
Do you feel more confident and independent now?
“Definitely. This experience strengthened my confidence for sure, but I cannot say the same for independence as my condition requires support. However if all the universities are as good as uniTrento, you’ll forget you’re handicapped in the first place”.
Did you notice differences between the Algerian and Italian university systems?
“Yes, UniTrento has a more practical, lab-focused approach, while Algeria focuses more on theory. The collaboration environment at UniTrento was supportive and encouraged exchange of ideas”.
What are your next academic or personal plans?
"I will continue my PhD research in energy-efficient cloud computing. Once I am done, I might come back to UniTrento as a post-doc”.
UniTrento Inclusion Service offers a wide range of services for students with certified disabilities. Furthermore, at the University of Trento, students with special needs will find a welcoming and inclusive academic, student, and administrative community. For participants with fewer opportunities, the Erasmus+ Program provides a scholarship supplement and the payment of an accompanying person's expenses, if needed. Besides, thanks to the expertise of a travel agency, UniTrento can arrange travel plans, transfers and tickets taking into account any special need. On the other hand, Opera Universitaria provides accessible and automated accommodation for every need. Further information can be found on page: https://www.unitn.it/en/about-




