Il corso di dottorato ha preso avvio nel 2019, prevedendo sin da subito una stretta sinergia fra Università, centri di ricerca e industrie: questa formula lo rende interessante tanto per le aziende in cerca di talenti, quanto per brillanti studenti e studentesse che hanno l’ambizione, un giorno, di guidare in prima persona i processi di innovazione. Enrico Fini è il primo dottore di ricerca uscito da questo percorso.
Quello in Industrial Innovation è un PhD forse atipico, nato nel 2019 da un accordo fra Disi, Dii e Fondazione Bruno Kessler, e che nel tempo ha coinvolto anche il Dem, il Dipartimento di Fisica e il Dicam. Obiettivo di questo dottorato è suggellare una collaborazione proficua fra impresa e accademia, puntando alla creazione di un’eccellenza universitaria sulla base non solo delle competenze hard proprie delle materie tecnico-scientifiche, ma anche della capacità di gestire processi di innovazione in ambito industriale.
«Durante il mio percorso – ci dice Fini – mi sono occupato di continual learning, un processo di apprendimento delle macchine nel campo dell’IA. Per fare un esempio tratto dall'ambito di cui mi sono occupato - la computer vision - una rete neurale, una volta imparato a svolgere il task di distinguere un cane e un gatto in una fotografia, riesce a trasferire le conoscenze e le modalità di apprendimento acquisite in un nuovo task, come per esempio discernere elefanti da giraffe».
Nello spirito del dottorato, il lavoro di Enrico Fini non si è fermato a input provenienti dalla sola Università, ma si è sempre confrontato con le esigenze degli stakeholders: «Le mie linee di ricerca si sono sempre dovute confrontare con le richieste delle aziende che ci fornivano i fondi. Per me che sono più uno 'da ricerca di base' all’inizio la cosa è stata un po' frustrante, ma al tempo stesso sfidante».
A Grenoble come visiting researcher, e poi Berlino, Parigi e di nuovo Berlino per tre internship in realtà come Meta, Sap e Amazon: «Andare all’estero a svolgere degli stage, oltre che estremamente importante da un punto di vista formativo, è stato anche conveniente: la borsa mi veniva aumentata del 50% durante i periodi fuori dall'Italia, e inoltre percepivo il rimborso spese previsto dalle aziende. Penso che la possibilità di integrare studio e applicazione pratica nei reparti di ricerca e sviluppo delle imprese sia stata una grande opportunità fornitami da UniTrento, che mi ha sempre aiutato a dirimere le questioni legali e amministrative per far coesistere le due dimensioni».
Tuttavia, anche il neo dottore di ricerca sente di aver dato il suo sostanzioso contributo all’Università, alla ricerca e alle imprese: «Ci sono stati periodi, soprattutto all’inizio del dottorato, dove il lavoro era davvero tanto e davvero intenso; il mio campo di studi è in costante crescita: è sempre necessario stare al passo coi tempi, dove i tempi si misurano in settimane. Talvolta avevo il timore che ciò di cui stavo scrivendo fosse già stato superato». «Tuttavia – continua Enrico sono riuscito, assieme al mio gruppo di ricerca, a pubblicare molto in questi anni; davvero pochi articoli ci sono stati rifiutati. Sono fiero del lavoro che ho svolto».
Soddisfatto può dirsi anche il professor Vincenzo Sglavo, coordinatore del PhD: «Penso che la novità di questo percorso stia proprio nel suo approccio industry-oriented. Siamo ben lontani dal classico dottorato svolto interamente in accademia, con prospettive legate alla sola ricerca o, al massimo, allo sviluppo o consolidamento di qualche competenza tecnica in più: l'aspirazione è formare giovani che possano gestire e orientare l'innovazione del futuro, tanto grazie al loro bagaglio tecnico quanto alle capacità manageriali, comunicative e imprenditoriali che il corso mira a fornir loro».
Il messaggio alle imprese è forte e chiaro, e l'università ci tiene a ribadirlo: il 4 maggio, dall' 14 alle 18.30, si terrà presso il polo meccatronica di Rovereto (sede di Trentino Sviluppo) l’Industrial Innovation Day 2023. L'evento si rivolge a tutte le aziende trentine interessate a investire in ricerca e sviluppo e coinvolgerà attivamente i ricercatori del dottorato, oltre che professori dell’università e ricercatori di Fbk.