Tania Giovannini, laureata magistrale nel 2012 al Dipartimento di Sociologia dell'Università di Trento è socia fondatrice di Community Building Solutions C.B.S. srl, progetto abito, finalizzato a promuovere un cambiamento nelle politiche pubbliche legate all'ambiente, all'urbanistica e alla comunità.
Da dove parte l’idea di una start-up?
L’idea parte da lontano e come i pezzi di un puzzle ha preso forma nel tempo.
Dopo il liceo scientifico, ho scelto di iscrivermi alla laurea triennale in Sociologia dell’Università di Trento perché mi sembrava l’opzione ideale per coniugare il mio interesse per le dinamiche sociali con quello per le nuove tecnologie. Sociologia in un certo modo rispecchiava la mia idea di scienza, che io intendo come studio complessivo di un fenomeno.
Mi sono poi iscritta alla laurea magistrale in Società Territorio e Ambiente (n.d.r. oggi Gestione delle organizzazioni e del territorio) e questo percorso si è rivelato una scelta vincente: mi ha permesso di avvicinarmi a molte tematiche, dall’urbanista all’antropologia o alla statistica, che sono poi risultate fondamentali nel mio futuro professionale. Durante l’ultimo anno di laurea magistrale ho svolto il servizio civile presso l’ufficio urbanistica della Provincia di Trento, e ho potuto mettere in pratica molte delle competenze teoriche acquisite: ho partecipato a diverse ricerche sul campo per progetti riguardanti la pianificazione territoriale di comunità e mi sono così appassionata a temi come il social-housing. Mi sono sempre impegnata in diversi lavori parallelamente all’università, attività anche molto lontane dai miei studi, che mi hanno permesso di comprendere alcune dinamiche sociali e lavorative che poi mi sono tornate utili in occasioni diverse. Durante l’ultimo anno di laurea magistrale ho lavorato ad un progetto di animazione territoriale che aveva come obiettivo la riqualificazione di Piazza Dante. In questo progetto ho lavorato con Francesco Minora e Francesco Gabbi e ne è nata la mia tesi. Due anni dopo sono stati proprio loro a ricontattarmi proponendomi di partecipare ad un nuovo progetto, abito e di fondare la Community Building Solutions C.B.S. srl .
Di cosa si occupa esattamente la start-up di cui sei fondatrice e cos’è abito?
La Community Building Solutions C.B.S. srl si è aggiudicata un bando di Trentino Sviluppo su finanziamento FESR che premiava start up di innovazione sociale, ed è stata la partenza per realizzare nella pratica quello avevamo imparato durante gli studi universitari.
Dico questo perché la start-up offre abito: è un servizio che unisce tematiche sociologiche, economiche e di urbanistica. Si tratta infatti di un sistema pensato per chi vive in condominio e vuole provare a condividere problemi e soluzioni, dove vengono messi in pratica concetti come sharing-economy e social-housing attraverso una piattaforma condivisa dagli utenti-condomìni (esempi classici sono la baby-sitter o il wifi di condominio).
Dal momento che i condomìni dei capoluoghi di provincia del Nord Italia sono spesso di piccole dimensioni, abito arriva spesso a coinvolgere gruppi di condomìni, in una dimensione di quartiere. Con mia grande soddisfazione da qualche mese inoltre abbiamo attivato un progetto parallelo allo studentato di San Bartolameo in collaborazione con l’Opera Universitaria: abito campus.
Essere imprenditori, avviando una start-up. Come ci si sente?
Lanciarsi nel mondo dell’imprenditoria dopo l’università è stato un po’ un salto nel vuoto; un salto che però oggi offre stimoli costanti. La bellezza di questo tipo di lavoro deriva per me dall’elasticità degli argomenti che tratto quotidianamente, dalla libertà di scegliere di cosa occuparmi volta per volta. Se da un lato non esistono orari fissi e si è spesso sotto pressione, tutto ha però il sapore della “scoperta” e si imparano costantemente cose nuove. In CBS (Community Building Solutions) mi occupo anche della comunicazione, un settore per cui mi sono sempre sentita portata e che ho approfondito e sviluppato con corsi di specializzazione sulle tecniche di partecipazione, comunicazione e marketing. Molto di quanto appreso durante il percorso a sociologia si è rivelato utile anche nel digital marketing.
Il collegamento tra università e lavoro nella tua esperienza è stato anche nella rete di persone che hai conosciuto, è così?
Per me è stato fondamentale creare una rete densa di conoscenze da portare avanti anche nel mondo professionale. Importantissima la volontà di mettersi continuamente in gioco, mettendo in pratica quello che ho imparato all’università, ma anche impegnandomi in un continuo processo di formazione e ricerca.
Il consiglio più semplice e immediato che posso dare è quello di prendersi del tempo per capire se ciò che si sta studiando è quello che veramente piace; se è così, prima lo si applica nel lavoro e meglio è. Anche costruirsi una rete di contatti è molto importante. Magari si corre il rischio di prolungare un poco gli studi dedicandosi ad esperienze diverse, tirocini, collaborazioni, ma credo davvero ne valga la pena (nel mio caso ad es. lavorare per fiere o matrimoni mi ha aiutata a migliorare la capacità di lavorare in gruppo), per capire meglio se stessi ed il mondo nel quale ci si vuole inserire.