Radiomica: è un termine ancora poco conosciuto, ma l’intelligenza artificiale applicata alla medicina promette di rivoluzionare il modo in cui ci cureremo. Sì, perché oggi la medicina moderna, grazie gli avanzamenti della ricerca scientifica e tecnologica, punta verso la personalizzazione dei trattamenti sulla base delle specifiche esigenze di ogni paziente e della sua malattia. La radiomica può aiutare i medici a prendere decisioni: svolgere diagnosi più precise, veloci e meno invasive. O anche a pianificare in modo ottimale le terapie e, di conseguenza, migliorare le aspettative di vita e le condizioni generali dei pazienti.
Un passo avanti importante si è avuto nelle scorse settimane all’Università di Trento. Il Dipartimento di Economia e Management e quello di Ingegneria civile, ambientale e meccanica hanno dato vita al Laboratorio di Radiomica, tra le prime strutture di questo tipo ad essere inaugurate in Italia. Nel laboratorio di ricerca si studia come applicare nelle diagnosi precoci dei tumori le tecniche avanzate di analisi dei dati: gli algoritmi di analisi statistica, il machine learning, l’elaborazione e il riconoscimento di immagini mediche.
Punto di forza del laboratorio è l’approccio interdisciplinare. Accanto alle tecniche e alla strumentazione all’avanguardia in ambito statistico si trovano quelle di analisi di imaging biomedicale, le competenze in materia di realtà aumentata, di realtà virtuale e le tecnologie informatiche. Il Laboratorio di Radiomica è stato avviato ed è coordinato per l’Università di Trento da Massimo Donelli (Dicam) e da Giuseppe Espa (Dem) e da Paola Feraco, neuroradiologa dell’Ospedale Santa Chiara di Trento. Il Laboratorio ha sede al Dipartimento di Economia e Management. L’istituzione del nuovo laboratorio è infatti il risultato di uno dei vari percorsi di collaborazione che l’Ateneo ha avviato da tempo con l’Azienda provinciale per i servizi sanitari.
Il gruppo di ricerca è aperto alla collaborazione di tutti gli altri settori disciplinari dell’Ateneo e sta avviando i contatti di carattere accademico, scientifico e clinico su scala locale e nazionale.
Ma cosa possiamo aspettarci dalla Radiomica? Lo spiegano i coordinatori del laboratorio: «Impiegare l’intelligenza artificiale al posto delle normali procedure di diagnosi ha un vantaggio importante. Le tecniche di analisi, in particolare, permettono di analizzare velocemente e senza procedure invasive informazioni quantitative e qualitative dei tumori. Informazioni che non sempre sono rilevabili attraverso l’osservazione visiva di tipo tradizionale. Le immagini mediche, acquisite mediante risonanza magnetica, TC o PET, vengono convertite in dati numerici tramite algoritmi. Si tratta di una quantità elevata di dati da analizzare. Per questo è un ambito ideale in cui trovano applicazione le tecniche statistiche dell’intelligenza artificiale».
Come funziona in concreto? «Con il computer vengono estratte numerose caratteristiche morfologiche specifiche del tumore, come forma, volume, struttura tissutale. Queste possono essere associate alle caratteristiche istologiche, molecolari e genomiche della stessa lesione. L’analisi permetterà di valutare nel dettaglio il rischio clinico, predire con maggiore precisione l’aggressività del tumore e, di conseguenza, selezionare le terapie più indicate».
La sperimentazione della diagnosi tramite intelligenza artificiale è già partita su alcuni tumori cerebrali (gliomi e meningiomi). «L’intelligenza artificiale va così a supportare il lavoro di diagnosi neuroradiologica e quello di pianificazione al trattamento oncologico».