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Ricerca

Scienza aperta: oltre la buona volontà

Con le nuove policy d’Ateneo, la ricerca UniTrento diventa più accessibile, democratica e responsabile

15 marzo 2023
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di Lorenzo Perin
Studente collaboratore Ufficio stampa e relazioni esterne

Più accessibile, più democratica, più responsabile: con la prima policy dedicata alla Scienza aperta UniTrento vuole fare un passo avanti verso la condivisione dei prodotti della ricerca. Tra diffidenza, scarsa informazione e voglia di cambiare, le tre tappe di un percorso di condivisione e maggiore trasparenza nella ricerca.

La scienza ha sempre tratto la sua forza dal fatto di essere un’impresa collettiva, in cui le grandi menti (e non solo) hanno cooperato, si sono scontrate e hanno anche sbagliato insieme. Ma sempre con l’obiettivo di progredire in conoscenza e innovazione a beneficio della società. La condivisione e la diffusione della letteratura scientifica e dei risultati dell’attività di ricerca, in questo senso, non sono soltanto pratiche utili, ma un vero e proprio dovere morale di restituzione alla causa della conoscenza e a chi la sostiene.

Eppure, mai come ora la questione della “scienza aperta” è stata così messa in discussione e dibattuta nella comunità scientifica. Perché tocca aspetti cruciali per ogni ricercatore o ricercatrice e perché scava alle radici di un sistema spesso basato su valori diversi. Un sistema che si nutre di parole chiave come competizione, valutazione, protezione della proprietà intellettuale.

A livello europeo negli ultimi anni, la linea etica e normativa della ricerca è chiara e spinge decisamente verso una “scienza aperta”, in cui dati e pubblicazioni devono essere resi sempre più liberi e accessibili a chi lavora nella ricerca ma anche al grande pubblico e anche per fini commerciali, in modo da contribuire al benessere e alla crescita economica della società.

«L’iniziativa Horizon Europe per la ricerca e lo sviluppo tecnologico detta un indirizzo inequivocabile ad atenei e centri di ricerca europei», spiega la delegata del rettore per la Scienza aperta, Giovanna Massari. «Dalle calde raccomandazioni si sta andando verso veri e propri quadri normativi. All’interno del Contratto, viene chiaramente detto che chi beneficia di fondi dell’Ue si deve adoperare al massimo per rendere disponibili i prodotti delle proprie ricerche, salvo valide motivazioni legate alla tutela del lavoro svolto e della privacy dei soggetti coinvolti».

A Trento, i principi sanciti dall’Unione europea trovano applicazione concreta in tre ambiti principali: pubblicazione, archiviazione, e accessibilità dei dati.

Per quanto riguarda il primo aspetto, la pubblicazione delle singole opere, è fondamentale che siano le realtà accademiche stesse a farsene carico, in modo da garantirne sempre l’accesso aperto, immediato (perché spesso l’editoria privata consente l’apertura solo dopo un lungo periodo di embargo) e gratuito, sia per chi legge, sia per chi pubblica.

L'Institutional Research Information System (IRIS) è invece l’archivio istituzionale dell’Università, la sede in cui ricercatori e ricercatrici possono conservare le proprie pubblicazioni, garantendo l’accesso al patrimonio di conoscenze prodotto da UniTrento.

Sui dati della ricerca, infine, le indicazioni dell’Ue e le norme nazionali prevedono la messa a disposizione ad accesso aperto gratuito dei dati e di tutti gli altri risultati della ricerca (vaccini, nuovi materiali, software, ecc.), nel rispetto dei principi “fair”: findable, accessible, interoperable, re-usable.

La delibera adottata nelle scorse settimane dal Senato accademico dell’Università di Trento rivede e amplia la policy di ateneo del 2014 sull’accesso aperto alla letteratura scientifica.

«Il principio dell’accesso aperto – ricorda il documento – risponde agli alti valori costituzionali di promozione dello sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica, nonché di tutela della libertà accademica e scientifica», con l’obiettivo di «rafforzare la ricerca interdisciplinare, il trasferimento della conoscenza alle imprese e la trasparenza verso la cittadinanza», fino a «rendere più efficace, equo e inclusivo l’uso dei prodotti della ricerca a fini didattici, a garantire la conservazione nel tempo della produzione scientifica».

Con lo stesso documento, UniTrento si è inoltre dotata di una Commissione che si occuperà di proporre le politiche per l’attuazione dei principi della Scienza aperta, elaborare proposte per l’integrazione delle politiche all’interno dei sistemi di valutazione dell’Ateneo, promuovere iniziative formative e di sensibilizzazione e curare i rapporti con le istituzioni esterne.