PovoZero ©UniTrento ph. Alessio Coser

Ricerca

La creatività dei numeri

A colloquio con Ana Alonso, direttrice del Dipartimento di Matematica

29 gennaio 2024
Versione stampabile
di Elisabetta Brunelli
Ufficio Stampa e Relazioni esterne

Combina ragionamento astratto e applicazioni pratiche. La matematica è dinamica e composita. Ha una storia millenaria e, al tempo stesso, è capace di dischiudere sempre ulteriori margini di crescita. È immaginazione e creatività, invenzione e scoperta. Ma che cosa s’intende per capacità matematica? E cosa significa fare ricerca matematica oggi? UniTrentoMag ha dedicato al tema uno speciale. Il viaggio sulle strade dei numeri primi e di altri oggetti spesso sconosciuti si apre con un’intervista alla direttrice del Dipartimento di Matematica, Ana Alonso, professoressa di Analisi numerica.

Professoressa Ana Alonso, si sa che la matematica è logica, ma non sempre si pensa che la matematica è anche immaginazione. Come convivono queste due diverse anime e qual è il contributo che l’una dà all’altra?

«La matematica richiede sicuramente immaginazione e creatività. I risultati più brillanti, come in altre discipline, si ottengono proprio quando si assume un punto di vista nuovo, quando si adotta un metodo innovativo. L’immaginazione è importante per avere intuizione in questa disciplina molto astratta».

La matematica inventa o scopre?

«Fa entrambe le cose. La matematica studia e scopre le proprietà degli oggetti e degli strumenti matematici, ma continua a creare, a inventare, nuovi oggetti e strutture matematiche. Ad esempio: i matematici scoprono che i numeri primi sono infiniti ma, in un certo senso, li hanno anche inventati».

Cosa s’intende per capacità matematica?

«La capacità matematica è capacità logica, di astrazione. L'abilità di calcolo, che spesso si associa ai matematici, per me non è legata alla capacità matematica. Molti matematici non sono particolarmente bravi a fare i conti. Logica e capacità di astrazione sono necessarie per capire la matematica, ma per fare matematica serve immaginazione, creatività».

Perché è importante far avanzare la conoscenza matematica?

«La matematica è un corpo di conoscenze che già esiste e che rimane valido, ma che è anche in continua crescita. Ha un valore intellettuale intrinseco e, al tempo stesso, è una componente importante del substrato su cui si sostengono e sviluppano scienza e tecnologia. Come in tutte le discipline, la ricerca di base è la parte vitale. Se questa si ferma, la disciplina dopo un certo tempo muore».

In che modo si cerca di far comprendere la ricerca matematica di base?

«È sempre difficile spiegare in cosa consiste la ricerca di base perché sono argomenti molto tecnici. In matematica è particolarmente difficile perché le persone in generale non conoscono, non hanno esperienza, degli oggetti matematici. È, quindi, importante lavorare sulla comunicazione. Nel dipartimento ci sono due laboratori che, in modo diverso, si occupano di comunicazione della matematica. Uno è PopMat, laboratorio di comunicazione, storia e filosofia della matematica, in collaborazione coi dipartimenti di Lettere e Filosofia e di Sociologia e Ricerca sociale. L’altro è DiCoMat, laboratorio di comunicazione e didattica della matematica, molto attivo e con una lunga esperienza di collaborazione con la scuola. È anche importante promuovere e sostenere la presenza della matematica in iniziative come i festival della scienza o la Notte della ricerca e dare visibilità alle iniziative interdisciplinari con forte coinvolgimento della matematica».

Accanto alla matematica di base, ci sono la responsabilità e l’impegno di essere stata eletta direttrice del Dipartimento di Matematica. Cosa le sta insegnando questa esperienza?

«Mi sta insegnando molto e la trovo un'esperienza molto stimolante. Mi sono resa conto dell'importanza di comunicare la mia attività agli altri. Mi obbliga a guardare il lavoro del matematico dall'esterno. Mi permette anche di capire meglio il funzionamento dell'Ateneo, di avere una visione più completa, soprattutto grazie al confronto con gli altri direttori di dipartimento.
Inoltre, sto approfondendo la conoscenza dei diversi gruppi e delle diverse attività del Dipartimento, le preoccupazioni comuni e le specificità. Sto imparando ad ascoltare».

Qual è la preoccupazione maggiore che accomuna i diversi gruppi del Dipartimento?

«È la preoccupazione di trovare risorse per offrire opportunità a tanti giovani bravi e motivati che vorrebbero restare a lavorare nei nostri gruppi di ricerca. È un profilo professionale versatile, che trova sbocchi occupazionali in istituti di ricerca, anche internazionali, in aziende come quelle dedicate alla protezione della salute, nel settore della sicurezza informatica, nelle banche, nelle assicurazioni per le competenze nella valutazione del rischio e in altri comparti ancora, oltre a quello dell’insegnamento nelle scuole».

Se dovesse indicare le priorità del Dipartimento di Matematica?

«Innanzitutto, contribuire a far avanzare la conoscenza matematica con una ricerca di alto livello e visibilità internazionale. Poi fornire le conoscenze matematiche necessarie a chi vuole fare matematica, a chi vuole insegnare matematica e a chi userà la matematica come strumento nella sua disciplina o nel suo lavoro. Altro obiettivo: consolidare e ampliare le collaborazioni con aziende, altri enti di ricerca, pubbliche amministrazioni. La cosa più importante, però, direi che è l’equilibrio, mantenere l’equilibrio tra le diverse esigenze e specificità della ricerca di base, della matematica applicata, della didattica e della terza missione».