La pervasività del digitale, l’avvento dei big data e la pandemia sono solo alcuni dei fenomeni che negli ultimi dieci anni hanno interessato la nostra società. In un mondo che cambia, le diverse attività umane non possono rimanere immutabili. Il progresso organizzativo, tecnologico e professionale coinvolge anche la giustizia che tenta di rispondere con approcci interdisciplinari.
Ne è un esempio Uni4Justice, progetto di collaborazione fra mondo scientifico e sistema giudiziario promosso dal Ministero della Giustizia nell’ambito del Pon - Programma operativo nazionale Governance 2014-2020. L’Università di Trento, tramite la Facoltà di Giurisprudenza, ha partecipato a tale progetto insieme ad altri 13 atenei, sotto il coordinamento dell’Università di Bologna. Il progetto – finanziato dal Ministero con 8,89 milioni di euro – si è concluso a settembre 2023, dopo diciotto mesi di lavori portando avanti obiettivi di importanza strategica anche per il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. Tra questi, quello di favorire un’organizzazione degli uffici giudiziari più efficiente e più vicina alla cittadinanza, puntando sulla riduzione della durata dei procedimenti civili e penali e dell’arretrato. Tutti criteri di riferimento per calcolare la performance degli uffici giudiziari in base agli standard europei.
«Il Pon Governance prevedeva una suddivisione del territorio nazionale in sei macroaree territoriali, ciascuna protagonista per l'attuazione di specifici interventi progettuali», spiega Gabriella Di Paolo, docente di Diritto processuale penale la Facoltà di Giurisprudenza e coordinatrice del progetto Uni4Justice per l’Università di Trento. «Il fattore comune di tutti i progetti finanziati dal Ministero nelle varie macroaree era comprendere in che misura gli uffici giudiziari italiani avevano attuato l’ufficio del processo (Upp) e, in caso negativo, individuare gli ostacoli, così da aiutare gli uffici giudiziari a renderli operativi». Il progetto Uni4Justice riguardava la macroarea 2, comprendente i distretti di Corte di Appello di Trento, Bologna, Trieste, Venezia e Ancona.
L’ufficio del processo (Upp) è una struttura organizzativa (prevista dall' art. 16-octies del D.L. n. 179/2012) operativa presso i tribunali ordinari e presso le Corti d'appello. Esso è composto da personale reclutato con bandi ad hoc (il primo bando nazionale prevedeva circa 7000 posti in tutta Italia; per la nostra Regione è stato emanato un bando specifico), da personale delle cancellerie, nonché da magistrati onorari e tirocinanti ex art. 73, i quali hanno l’incarico di coadiuvare uno o più giudici, compiendo atti preparatori per l’esercizio della funzione giurisdizionale o svolgendo compiti di natura amministrativa individuati dal dirigente insieme al capo dell’ufficio.
Nell’ambito di Uni4Justice l’Università di Trento, sotto il coordinamento della professoressa Di Paolo, si è occupata di diverse attività progettuali. Tra queste vanno ricordate, ad esempio, l’indagine sui modelli di organizzazione degli Upp istituiti nel Distretto di Trento, la mappatura dei livelli di informatizzazione degli uffici giudiziari interessati e l’organizzazione di attività di formazione a favore degli addetti Upp dell’intera macroarea 2. «Un gruppo di lavoro del team trentino, sulla base di apposite convenzioni siglate con gli uffici giudiziari locali, ha raccolto e trattato sentenze di merito e altri provvedimenti giurisdizionali, per alimentare un prototipo di banca dati, costruito dall’Università di Bologna, basato sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale, per consentire un collegamento diretto tra le sentenze di merito e le sentenze delle giurisdizioni superiori. Un altro gruppo di lavoro, poi, si è dedicato al tema della comunicazione efficace tra uffici giudiziari e cittadinanza, con l’obiettivo di creare alcuni modelli di atti, in modo da venire incontro alle persone che cercano informazioni su come accedere all’amministrazione di sostegno».
Le spinte alla digitalizzazione sono state fortissime: «Con la pandemia, si è allestito in tempi rapidissimi un “embrione” di processo penale telematico, che permetteva di proseguire le attività giudiziarie a distanza. In seguito a tale esperienza, ci si è resi conto che la digitalizzazione del processo penale può aiutare a migliorare la performance degli uffici giudiziari. La stessa “riforma Cartabia” dimostra come si sia compreso che la realizzazione degli obiettivi di riduzione dei tempi processuali e di abbattimento degli arretrati giudiziari non dipende solo dalle norme procedurali, ma occorre anche implementare le capacità organizzative del lavoro negli uffici e l’utilizzo dei dispositivi informatici. Pertanto, è necessario investire sulla formazione del personale, sull’acquisto di dispositivi per l’informatizzazione degli uffici giudiziari e sulla sperimentazione di nuovi software». Per questo, la Direzione generale per i sistemi informativi automatizzati (Dgsia) sta procedendo a creare una rete informatica che colleghi gli uffici dei tribunali e delle procure, per eliminare del tutto il fascicolo cartaceo e incentivare la modalità telematica di gestione del fascicolo processuale anche in ambito penale. Questo eviterebbe anche i tempi morti, come ad esempio quelli dovuti alla trasmissione del fascicolo dal tribunale alla corte d’appello, che a volte richiede molti mesi.
Conclude Di Paolo: «Uni4Justice è stato un progetto di enorme complessità per dimensione, finanziamento e numero delle persone coinvolte, circa 40 solo all’Università di Trento, tutte presso la Facoltà di Giurisprudenza. Abbiamo dovuto imparare a lavorare in modo interdisciplinare, mettendo assieme competenze molto diverse, alcune – come quelle organizzative – normalmente estranee al percorso di studi in Giurisprudenza. Ci tengo a ringraziare tutto il team di UniTrento, in particolare gli assegnisti e borsisti, per l’impegno profuso e il supporto che instancabilmente mi hanno dato. Un ringraziamento speciale ad Alessandra Bianca, project manager esterna, e a Monica Cosi, degli uffici amministrativi, che hanno contribuito, con la loro competenza e cortesia, a rendere meno gravoso il mio compito. Un sentito ringraziamento va infine ai presidenti degli uffici giudiziari interessati, ai loro magistrati e al personale delle cancellerie: senza la loro collaborazione non sarebbe stato possibile realizzare il progetto».
Nelle prossime settimane, i risultati scientifici del progetto verranno pubblicati in open access in un volume edito nella collana della Facoltà di Giurisprudenza, sulla pagina web dedicata al progetto.