Il gruppo che ha preso parte quest'anno al progetto del Junior Researcher Programme

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Se lo dice la scienza

Una ricerca internazionale ha misurato i messaggi più efficaci per comunicare il consenso scientifico sul cambiamento climatico

23 settembre 2024
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di Daniele Santuliana
Ufficio Stampa e Relazioni esterne

Partiamo dai dati: il 97% della comunità scientifica ritiene che il cambiamento climatico sia reale; l’88% conviene che ci troviamo di fronte a una crisi ambientale. Quanto queste informazioni sono conosciute tra la popolazione? E quanto la loro conoscenza può influenzare opinioni, politiche e azioni? È partito da questi interrogativi uno studio condotto dal Junior Researcher Programme e pubblicato in open access sulla rivista scientifica Nature Human Behaviour. Ne parliamo con Federica Stablum, dottoranda al Dipsco e referente del progetto per l’Italia.

Dottoressa Stablum, innanzitutto, cos’è il Junior Researcher Programme?

«Il Jrp è un’organizzazione internazionale che raccoglie studenti e studentesse, ma anche ricercatrici e ricercatori a inizio carriera, nell’ambito della psicologia e delle scienze comportamentali. È nata nel 2011 ed è indipendente dal 2015, seppur ospitata dall’Università di Cambridge. Ogni anno circa 60 studenti e giovani ricercatori si incontrano per lavorare su progetti di ricerca in diversi campi della psicologia».

Come si è svolto questo specifico studio?

«La ricerca ha coinvolto 27 paesi in 6 continenti. In ciascuno di essi abbiamo sottoposto a un campione di popolazione due messaggi di consenso scientifico sul cambiamento climatico: un messaggio classico sulla realtà del climate change e un messaggio aggiornato che enfatizza l’accordo della comunità scientifica sullo stato di crisi. L’obiettivo era misurare il valore dei messaggi di consenso scientifico per la comunicazione dei cambiamenti climatici».

Cosa dicevano i due messaggi?

«Il primo, quello classico, spiegava che una percentuale della comunità scientifica compresa tra il 97 e il 99% concorda sul fatto che sia in atto un cambiamento climatico; il secondo, quello aggiornato diceva che l’88% degli scienziati e delle scienziate ritiene che ci troviamo davanti a una situazione di crisi».

Quali sono stati i risultati?

«Il primo dei due dati – quello del consenso sul cambiamento climatico – si discosta significativamente dalla percezione dei campioni coinvolti, che invece si attestava attorno al 70%. Il secondo – quello sulla crisi – era invece più in linea con il percepito. Abbiamo quindi riscontrato che il messaggio classico corregge le percezioni errate e aumenta leggermente le convinzioni e le preoccupazioni sul cambiamento climatico, ma non il sostegno all’azione pubblica. Il messaggio aggiornato è altrettanto efficace ma non apporta alcun valore aggiunto. Nel complesso, abbiamo dimostrato come la messaggistica del consenso scientifico sia uno strumento efficace e non polarizzante per la comunicazione sui cambiamenti climatici tra pubblici diversi».

Cosa influenzava le risposte?

«Sostanzialmente tre fattori: la familiarità con i messaggi, l’ideologia politica e la fiducia nella scienza. Abbiamo riscontrato che le persone con meno familiarità rispetto a questo tipo di messaggi aggiornavano di più le proprie convinzioni; le persone con idee politiche più vicine alla destra sono risultate invece meno sensibili a messaggi di questo tipo; viceversa, il messaggio era efficace tra le persone che dichiaravano di avere molta fiducia nella scienza».

Come proseguirà la ricerca?

«Un gruppo di studenti ha proseguito lo studio seguendo una via collaterale, cioè approfondendo l’impatto dell’ideologia politica. Un altro filone interessante è analizzare il perché il messaggio cambi le convinzioni, ma non sia sufficiente a spingere le persone ad agire. Questo, probabilmente, perché in una fase storica di crisi permanente – da un punto di vista ambientale, ma non solo – la comunicazione della crisi non può essere il solo modo per motivare le persone».


If science says so
An international research has measured the most effective messages to communicate the scientific consensus on climate change

97% of the scientific community believes that climate change is real; 88% agree that we are facing an environmental crisis. How well known is this information? Can this knowledge influence opinions, policies and actions? These questions prompted a study conducted by the Junior Researcher Programme and published in open access in Nature Human Behaviour. We met Federica Stablum, PhD student at the Department of Psychology and Cognitive Science and contact person for the project in Italy, to talk about it.

First of all, what is the Junior Researcher Programme?

"The JRP is an international organization that brings together students and early-career researchers in the field of psychology and behavioural sciences. It was founded in 2011 and has been independent since 2015, although it is hosted by the University of Cambridge. Every year about 60 students and young researchers meet to work on research projects in different fields of psychology."

How was this study conducted?

"The research involved 27 countries in 6 continents. In each country, we submitted two messages of scientific consensus on climate change to a population sample: a classic message on the reality of climate change and an updated message that emphasized the agreement of the scientific community on the crisis situation. Our goal was to measure the value of scientific consensus messages for communications on climate change."

What was the content of the two messages?

"The first message explained that between 97 and 99% of the scientific community agree that climate change is underway; the second message, the updated one, said that 88% of scientists believe that we are in a crisis situation."

What were the results?

"The first of the two data – on the consensus on climate change – differs significantly from the perception of the samples involved, which instead stood at around 70%. The second – the crisis message – was more in line with what was perceived. We therefore found that the first message corrects misperceptions and slightly increases beliefs and concerns about climate change, but does not increase the support for public action. The updated message is equally effective but has no added value. Overall, we have shown that scientific consensus messaging is an effective and non-polarising tool for communication on climate change among different audiences."

What influenced the answers?

"Three factors mainly: familiarity with the messages, political ideology and trust in science. We found that people who are less familiar with this type of messages updated their beliefs more often; people with right-leaning political ideas were less sensitive to this type of messages; whereas the message was effective among people who claimed to trust science."

How will the research continue?

"A group of students continued the study in another direction, focusing on the impact of political ideology. Another interesting thread is to analyze the message to understand why it changes beliefs but it is not enough to push people to take action. This is probably because at a time of permanent crisis – from an environmental point of view, but also in other terms – the communication of the crisis cannot be the only way to motivate people."