I ricercatori e le ricercatrici UniTrento attualmente sostenuti da Fondazione Airc ©UniTrento - Ph. Federico Nardelli

Ricerca

Una lunga storia di ricerca

Fondazione Airc celebra i sessant’anni e conferma il sostegno a UniTrento con due nuovi investigator grant e un bridge grant

6 febbraio 2025
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di Daniele Santuliana
Ufficio Stampa e Relazioni esterne

Correva l’anno 1965 quando alcuni ricercatori dell'Istituto dei tumori di Milano, tra cui Umberto Veronesi e Giuseppe Della Porta, fondavano con il sostegno di alcuni imprenditori e filantropi quello che sarebbe diventato il primo polo privato in Italia per il finanziamento della ricerca indipendente sul cancro. In apertura del suo sessantesimo anniversario, Fondazione Airc ha comunicato gli investimenti per il 2025: oltre 141 milioni di euro, che andranno a sostenere 673 progetti innovativi, 90 borse di studio per giovani talenti e 8 programmi speciali. Confermato il sostegno a UniTrento con due nuovi investigator grant e un bridge grant. Quattro le borse di pre e post-dottorato per il Dipartimento Cibio.

Tra i nuovi progetti finanziati, c’è quello di Fulvio Chiacchiera, docente di Biologia cellulare e applicata. Per i prossimi cinque anni, Chiacchiera indagherà il ruolo delle alterazioni dei complessi che regolano la trascrizione genica nella formazione dei tumori epatici e nella formazione delle metastasi. L'obiettivo è comprendere come diverse mutazioni in grado di compromettere la funzionalità di specifici complessi coinvolti nella trascrizione genica favoriscano l'insorgenza di tumori epatici e la loro metastatizzazione.

Il secondo investigator grant è quello di Alessio Zippo, docente di Biologia molecolare. La sua ricerca studia come le cellule tumorali dormienti ricordino e si adattino allo stress attraverso cambiamenti epigenetici. Quando il cancro si diffonde ad altre parti del corpo, alcune cellule tumorali viaggiano infatti attraverso il sangue e affrontano condizioni difficili che mettono a rischio la loro sopravvivenza. Per resistere, queste cellule possono entrare in uno stato dormiente, nascondendosi dal sistema immunitario per poi risvegliarsi. L’obiettivo della ricerca è scoprire nuove strategie per prevenire la formazione di metastasi.

A questi due finanziamenti, si aggiunge il “bridge grant” assegnato a Luca Fava, docente di Biologia cellulare e applicata. Il grant permetterà a Fava di proseguire la ricerca cominciata negli scorsi anni, sempre con il sostegno di Airc. Il docente indagherà in particolare la relazione tra due eventi comuni nei tumori umani, la duplicazione del genoma e la mutazione del soppressore tumorale p53. Il progetto punta anche a comprendere se e come questi processi influenzino la metilazione dell'RNA, con l’obiettivo di migliorare il riconoscimento dei tumori da parte del sistema immunitario.

Sono invece quattro le borse assegnate quest'anno da Airc: le due post-doc a Elisa Ferracci e Jacopo Vigna e le due pre-doc a Gloria Leva e Leonardo Morelli.

«La collaborazione tra UniTrento e Fondazione Airc – spiega la prorettrice alla Ricerca, Francesca Demichelis – si sviluppa in tre ambiti. Il primo riguarda il coinvolgimento dei nostri ricercatori e delle nostre ricercatrici nelle campagne di sensibilizzazione e raccolta fondi organizzate sul territorio nazionale; un secondo ambito riguarda il finanziamento di progetti di ricerca attraverso bandi competitivi nazionali e internazionali; un terzo livello è Aircampus, un progetto che punta ad avvicinare studentesse e studenti universitari per sviluppare una maggiore consapevolezza sul tema delle neoplasie».

Lavorare con Airc è un’occasione preziosa anche per costruire relazioni e collaborazioni. «Il confronto e lo scambio con altri ricercatori e ricercatrici è fondamentale, perché permette alla scienza di avanzare più rapidamente», prosegue Demichelis. «La ricerca biomedica è sempre più multidisciplinare. Ogni gruppo contribuisce a un progetto in base alle proprie competenze e alla propria specializzazione, ma poi è necessario confrontare i risultati con quelli di altri team».

Per Demichelis è anche fondamentale la comunicazione verso l’esterno: «Le persone desiderano sapere in quale direzione sta andando la ricerca, vogliono sentirsi parte di un progetto collettivo e decidere con consapevolezza se sostenerlo. Fare divulgazione, anche semplicemente parlando di sani stili di vita, fa sentire parte di una stessa comunità e spinge a condividere gli sforzi per raggiungere un obiettivo».

Oltre ai tre finanziamenti concessi quest’anno, sono sette i grant Airc attivi in questo momento all’Università di Trento: il My First Airc Grant di Toma Tebaldi e gli investigator grant di Peter De Wulf, Francesca Demichelis, Alberto Inga, Andrea Lunardi, Maria Caterina Mione e Luca Tiberi. All’elenco delle borse attivate grazie al contributo della Fondazione vanno poi aggiunte quelle assegnate a Giulia Fracassi, Matteo Gianesello e Denise Sighel.