Nel mio percorso di studi grazie alla laurea triennale in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali e la laurea magistrale in European and International Studies, entrambi presso l’Ateneo di Trento, ho potuto approfondire i meccanismi che portano gli stati e i governi a definire i contesti giuridico-politici che regolano le nostre vite. Al termine della magistrale ho svolto un tirocinio a Londra presso uno studio legale, dove mi sono occupata di richieste di cittadinanza e supporto legale ai detenuti di origine immigrata. Da questa esperienza è nata la voglia di proseguire con un dottorato in Sociologia e Ricerca Sociale per approfondire il tema della doppia cittadinanza.
Avere la doppia cittadinanza significa essere contemporaneamente cittadino di due stati e, almeno in linea di principio, avere pieni diritti e doveri in entrambi i paesi. I modi per acquisire questo doppio status sono molteplici e qui ne presento alcuni: per esempio, si può acquisire alla nascita se nati da genitori con due cittadinanze diverse o se nati da genitori stranieri in uno stato che riconosce lo ”ius soli”; lo si può acquisire per matrimonio; o, ancora, lo si può acquisire per residenza in seguito alla migrazione. Quest’ultimo caso in particolare è l’oggetto della mia ricerca di dottorato.
Mi occupo di studiare perché le persone scelgono di naturalizzarsi e acquisire la doppia cittadinanza in contesti legali diversi. Questo mi permette da un lato di capire come cornici normative diverse influiscono sui tempi e i modi di accesso allo status; dall’altro m’interessa approfondire come le persone vivono il percorso che le porta a essere doppi cittadini e come influisce sulla loro identità. La cittadinanza, infatti, è spesso più di un semplice status, perché essa finisce per rappresentare i valori, le abitudini, l’essenza stessa di una comunità nazionale. Da questa constatazione nascono le seguenti domande: cosa succede quando un individuo ha due cittadinanze ed è membro di due comunità? Come si conciliano le due appartenenze? Che significato hanno le due cittadinanze e come vengono usate? Come e quando vengono assolti gli obblighi verso i due stati? Domande a cui cerco di dare risposta con questo studio (ne è pubblicato un estratto su Neodemos).
Fino a qualche decennio fa, la doppia cittadinanza era considerata un male da evitare ed estirpare perché minava la fedeltà e la sovranità degli stati, mentre oggi più della metà della nazioni nel mondo la riconosce o tollera in alcune delle sue forme; appare chiaro, quindi, il crescente interesse verso questo fenomeno. In un contesto globale dove le migrazioni pongono nuove sfide all’integrazione nei contesti di arrivo, dove alle spinte di apertura e inclusione si contrappongono visioni nazionaliste e il bisogno di ridefinire le identità, occuparsi di doppia cittadinanza nella vita quotidiana delle persone significa interrogarsi su processi di negoziazione e scambio tra gli individui e gli stati.
Un’ultima nota. Sono approdata al dottorato in Sociologia dopo alcune esperienze di tirocinio e di lavoro che mi hanno portata a viaggiare in più paesi, a confrontarmi con realtà molto diverse tra loro e a acquisire competenze che, a volte con mia sorpresa, mi aiutano nello svolgimento della ricerca stessa. Per la comparazione prevista dal progetto, ho dovuto cimentarmi con una nuova lingua e condurre interviste migliorandola direttamente sul campo: questo mi ha permesso di entrare in contatto con persone comuni, accademici, esperti e autorità consolari in un paese di cui sapevo ben poco prima del mio arrivo.