Ruggero Tita ©Martina Orsini/FIV

Sport

Verso Parigi col vento in poppa

L’alumno UniTrento Ruggero Tita cercherà di ripetere in Francia l’impresa di Tokyo 2020

24 giugno 2024
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Federico Fuiano
Ufficio Sport

Il 3 agosto 2021 è entrato nella storia diventando il primo atleta trentino di sempre a conquistare una medaglia d’oro ai giochi olimpici estivi. Soltanto due anni prima aveva conseguito la laurea in Ingegneria dell'informazione e organizzazione d'impresa all'Università di Trento. Ruggero Tita, campione olimpico e mondiale in carica di vela, si racconta a UniTrentoMag in vista del suo terzo appuntamento olimpico in carriera.

In occasione delle Olimpiadi di Tokyo hai conquistato una storica medaglia d'oro nella vela (categoria Nacra 17, ndr) in coppia con Caterina Banti. Cosa ricordi di quell’esperienza? 

«Le Olimpiadi di Tokyo furono condizionate dal Covid-19 e quindi molto più fredde rispetto a quelle di Rio, in cui il calore della gente fu incredibile. Ci recammo direttamente dall'aeroporto al villaggio olimpico, da cui uscivamo soltanto per accedere al campo di regata. All’interno del villaggio olimpico, inoltre, ci era permesso di uscire dalle nostre stanze soltanto per mangiare. Allora questa situazione non mi pesò nemmeno più di tanto, perché ero totalmente concentrato sul mio impegno sportivo. Per quanto riguarda l’aspetto agonistico, ricordo che ci presentammo all’ultimo giorno di gara avendo accumulato un bel vantaggio nei confronti dei nostri avversari. In occasione della medal race mi toccò mettere un po’ da parte la mia indole e gestire il vantaggio, senza andare all’attacco, arrivando così a conquistare la medaglia d’oro».

Cosa ti aspetti da Parigi 2024?

«Mi presenterò a Parigi da campione olimpico in carica. Ripetersi ovviamente non è mai facile, ho provato a modificare alcuni aspetti tecnici per arrivare a Marsiglia (città nella quale si trova il campo di regata, ndr) nelle migliori condizioni possibili, pur sapendo che il contesto sarà meno congeniale alle mie caratteristiche. La regata sarà molto lunga, vincerà chi farà meno errori nel corso dei cinque giorni di competizione. Dovrò gareggiare con concentrazione e attenzione».

Nel 2019 hai conseguito la laurea in Ingegneria dell'informazione e organizzazione d'impresa. Come è nato l’interesse per la materia?

«Dopo aver frequentato il liceo sportivo, l’Università di Trento col programma TopSport mi ha messo di fronte alla possibilità di poter praticare lo sport al massimo livello possibile e non rinunciare agli studi. Mi aveva sempre affascinato l’idea di studiare ingegneria e di applicare i miei studi allo sport, era un qualcosa che stavo cercando».

Com’è stato conciliare impegni sportivi e accademici? Cosa ti ha spinto ad aderire al programma di doppia carriera TopSport?

«Gestire lo studio è stato davvero complesso, in questo senso penso che sia stato di grandissimo aiuto avere un tutor a disposizione e poter programmare le sessioni d’esame in base ai miei impegni sportivi. Questo tipo di flessibilità è stata fondamentale, dato che in quel periodo riuscivo a portare avanti una gran mole di studio nella fase di allenamento a terra, che svolgevo a Trento. Ricordo con piacere che riuscii a vincere una regata a Palma di Maiorca soltanto pochi giorni dopo aver discusso la mia tesi di laurea, senza aver praticamente svolto la preparazione necessaria per la gara».

Che ricordo hai della discussione della tesi?

«Ho voluto discutere la tesi da solo (ride, ndr), poi la sera ho festeggiato con amici e parenti».

Cosa ti è piaciuto del tuo corso di studi? 

«Ho apprezzato in particolare il corso di Algoritmi e tecniche di ottimizzazione. Applico quanto ho appreso allora nella mia vita sportiva di tutti i giorni, cercando di organizzare i tempi in fase di preparazione, per allenarmi e riposarmi nei momenti giusti».

Pensi che il fatto di praticare sport ad alto livello possa aiutare nella capacità di affrontare la carriera accademica?

«Dover far convivere le due cose mi ha aiutato nell’organizzazione e nel concentrarmi al massimo in entrambi gli ambiti. Il fatto di dover concentrare lo studio in poco tempo, dopo aver svolto l'allenamento, faceva in modo che mi concentrassi al massimo sull’obiettivo, in maniera efficace e produttiva».