Gianluca Pozzatti a Tokyo 2020

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A tutta velocità. Puntando al podio

L’atleta azzurro di triathlon Gianluca Pozzatti si prepara per Parigi 2024. Ricorda l’impegno per conciliare esami e gare

1 luglio 2024
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Federico Fuiano
Ufficio Sport

Gianluca Pozzatti, campione italiano di triathlon nel 2021, tra qualche settimana sarà a Parigi per partecipare per la seconda volta in carriera alle Olimpiadi. L’atleta azzurro, che nel 2018 ha conseguito la laurea in Ingegneria civile presso il nostro Ateneo, si è raccontato a UniTrentoMag

Buongiorno Gianluca, che ricordi hai della tua prima avventura olimpica, Tokyo 2020?

«Ricordo benissimo l’emozione che ho provato mentre entravo al villaggio olimpico, tra l’altro il giorno del mio compleanno. L’esperienza è stata sicuramente indelebile, anche se condizionata delle restrizioni dovute alla pandemia Covid-19, come l’assenza del pubblico. Confrontandomi con gli altri atleti, infatti, mi è stato raccontato di come si percepisse un clima diverso e meno festoso rispetto alle edizioni precedenti. Rammento con piacere anche il giorno in cui noi atleti olimpionici siamo andati al Quirinale a ritirare il Tricolore dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella».

Cosa ti aspetti da Parigi 2024?

«Ho sicuramente voglia di conquistare un risultato migliore rispetto agli ultimi Giochi olimpici. Un risultato che mi renda fiero del percorso. Affronto questo appuntamento con molta più esperienza e consapevolezza. So quanto lavoro mi aspetti da qui alle Olimpiadi, ma sono conscio di essere un atleta migliore di quanto non lo fossi nel 2021. L'atmosfera sarà incredibile».

Come nasce la tua passione per il triathlon? Che sensazioni ti dà praticarlo?

«Ho iniziato il triathlon per gioco, da bambino, seguendo le orme di mio padre. Poi verso i 16 anni ho deciso di dedicarmi completamente a questo sport, dopo averne provati altri. Da lì è stato un crescendo di impegni e risultati che mi hanno portato a trasformare questa bellissima attività nel mio lavoro. Il triathlon, soprattutto a questo livello, diventa un vero e proprio stile di vita. Allenarsi tre volte al giorno richiede tanto impegno e dedizione. Questo fa sì che la soddisfazione, una volta arrivati i risultati, sia ancora più grande».

Nel 2018 hai conseguito la laurea in Ingegneria civile. Sappiamo che la tesi era strettamente legata al tuo sport. Puoi parlarcene? Che ricordo hai della discussione?

«Incredibilmente sono già passati 6 anni. Ricordo con piacere il momento della discussione a Mesiano. La mia tesi riguardava l’analisi del pretensionamento nei raggi della bicicletta. Era stato interessante poter analizzare in modo così quantitativo uno strumento che uso tutti i giorni. Sono stato molto contento del mio percorso in Ingegneria civile, soprattutto per l’impronta analitica che ha dato al mio mindset».

Com’è stato conciliare impegni sportivi e accademici? Cosa ti ha spinto ad aderire al programma di doppia carriera TOPSport?

«Conciliare le due cose non è stato per nulla semplice. In quel periodo andavo ad allenarmi alle 6 del mattino, per poi frequentare le lezioni a Mesiano. È stato un periodo molto intenso della mia vita e sicuramente a tratti anche stressante. Però lo ricordo con estrema felicità. Combinare studio e sport mi ha insegnato tantissimo a livello di gestione del mio tempo, organizzazione e responsabilizzazione. Ho colto l’occasione di entrare nel programma TOPSport non appena questa si è presentata. Era difficile sostenere gli esami durante le sessioni ordinarie, essendo sempre in raduno o in trasferta a gareggiare. Il programma mi ha aiutato ad affrontare al meglio gli ultimi esami del corso di laurea e allo stesso tempo mi ha permesso di non perdere importanti competizioni internazionali».

Pensi che il fatto di praticare sport ad alto livello possa aiutare nella capacità di affrontare la carriera accademica? Ci sono dei punti in comune tra preparare una gara e un esame?

«Lo sport di alto livello sicuramente insegna a gestire la pressione e lo stress. Aiuta a focalizzarsi su un obiettivo e a trovare dentro di sé la forza e le energie per raggiungerlo. Tutti aspetti che possono essere comuni alla preparazione di una gara o di esame universitario. Le sconfitte infine, insegnano a rialzarti e a ritrovare la motivazione per ripartire. Esattamente come un esame andato male».