Civitanova Marche, 7 maggio, ore 22:58. Kamil Rychlicki schiaccia il pallone nel campo avversario e regala a Trentino Volley il sesto scudetto della sua storia. Gli atleti gialloblù iniziano a esultare e corrono a festeggiare dai propri tifosi. A salire i gradoni della tribuna, per raggiungere i sostenitori arrivati dalla nostra città, c’è anche il giovane centrale Marco Pellacani, che ha appena vinto il primo trofeo della sua carriera sportiva.
Pellacani, fresco campione d’Italia, non si dedica solamente a schiacciate e muri, ma è uno studente atleta TOPSport. Studia Ingegneria informatica, delle comunicazioni ed elettronica al Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell'Informazione del nostro Ateneo. UniTrentoMag lo ha intervistato.
Che emozione ha provato nel momento in cui avete vinto lo scudetto?
«Vincere lo scudetto è una gioia indescrivibile. Onestamente ho provato anche un senso di liberazione, visto che nelle varie finali disputate a livello giovanile avevo sempre perso. Vincere in trasferta poi è un qualcosa di particolare, è stato bello festeggiare con la curva e negli spogliatoi. Poi i festeggiamenti sono proseguiti a Trento. Conquistare uno scudetto nello sport cui dedichi tutta la tua vita ti fa vivere una sensazione incredibile».
Come è stata la prima stagione tra i professionisti? Come è andato l’ambientamento in prima squadra?
«Non avrebbe potuto esserci stagione d’esordio migliore. Ho vissuto un anno pieno di emozioni, in cui sono riuscito a ritagliarmi il mio spazio in campo, cosa non scontata dato che ho affrontato la stagione da quarto centrale in rosa. Questo tipo di esperienza mi è servita molto: allenarsi con dei campioni ed entrare all’interno di un gruppo di questo tipo ti consente di crescere sotto l’aspetto tecnico, ma soprattutto sotto quello caratteriale».
Dopo aver disputato una stagione al massimo livello della pallavolo, c’è un aspetto tecnico in cui ritiene di avere dei particolari margini di miglioramento?
«Da sempre il mio punto debole è il muro. A livello tecnico è un fondamentale che richiede una certa esperienza nella lettura del gioco e in questo senso il passaggio dalla Serie B alla Superlega è stato importante. Rispetto all’inizio dell’anno però ho già notato dei miglioramenti. Penso di essere sulla strada giusta per colmare questo piccolo difetto».
Qual è stato, a livello personale, il miglior momento della sua stagione?
«L’esperienza al Mondiale per Club. Si è trattato di un momento incredibile, nonostante la sconfitta rimediata in finale contro il Sada Cruzeiro, e ho ricevuto il premio di miglior centrale della manifestazione. Entrare in campo da titolare dopo pochi mesi di stagione, alla prima esperienza tra i professionisti, mi ha messo un po’ di pressione: grazie all’aiuto dei miei compagni però ho gestito al meglio quel momento e ho saputo dare il mio contributo alla squadra».
È uno studente del nostro Ateneo dove sta studiando Ingegneria informatica, delle comunicazioni ed elettronica. Cosa l’ha spinta a scegliere questo percorso di studi?
«Durante gli anni delle scuole superiori ho frequentato il liceo scientifico con indirizzo scienze applicate e questo mi ha permesso di appassionarmi all’informatica. È un argomento che mi è sempre piaciuto, in generale ho sempre avuto una particolare predilezione per le materie scientifiche, quindi è stato naturale compiere questa scelta».
Come è conciliare studio e sport professionistico di alto livello?
«Ovviamente non è semplice far coesistere le due cose. Da quest’anno per me la pallavolo è un lavoro a tempo pieno. Non è facile trovare dei momenti, tra i vari allenamenti, in cui essere produttivo. Riesco a ritagliarmi gli spazi necessari durante le lunghe trasferte e nei giorni di riposo dopo le partite».
Fino all’anno scorso ha militato nelle file di UniTrento Volley, la squadra nata nel 2019 dalla collaborazione tra Università di Trento e Trentino Volley. Che ricordi ha di quell'esperienza?
«Ho un bellissimo ricordo di quel periodo. Oltre a essere una squadra quello era un gruppo di amici, con cui ho condiviso un periodo importante della mia crescita pallavolistica e personale. Sono legato a tanti di loro e li sento tuttora».
L’Università di Trento sostiene le studentesse e gli studenti impegnati nel mondo dello sport e nel 2011 ha istituito TOPSport, il primo programma di doppia carriera in Italia. Il progetto vede coinvolti più di cinquanta studenti-atleti e offre loro un supporto concreto nel conciliare impegni sportivi e accademici. Le candidature per il programma TOPSport nell'a.a. 2025/2026 sono aperte fino alle ore 12 del 20 giugno 2025. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito dedicato.