Montecitorio. Foto da Adobe Stock

Storie

Dall'Erasmus a Montecitorio

Un tirocinio alla Camera dei Deputati per capire cosa fare da grande. La storia di Viviana Mirabile, studentessa UniTrento

17 luglio 2024
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di Camilla Pelizzari
Studentessa collaboratrice Ufficio stampa e relazioni esterne

Continua il viaggio di UniTrentoMag tra le storie di studenti e studentesse che hanno beneficiato delle opportunità offerte dalla Fondazione Crui. Viviana Mirabile, studentessa di Studi internazionali, ci ha raccontato della sua esperienza alla Camera dei Deputati. L’Ateneo ha aderito al programma Crui su richiesta della rappresentanza studentesca.

Quali attività hai svolto durante il tirocinio?

Da sinistra: Noemi Zanuttini (tirocinante alla Commissione affari esteri), Giuliana Coppi (Consigliera parlamentare e tutor), Viviana Mirabile«Sono stata assegnata alla Commissione Affari esteri. Il mio ambito di attività era il Servizio studi, un settore che si occupa della documentazione e della raccolta di informazioni e dati allo scopo di pubblicare articoli o per ricerche private che vuole condurre il singolo deputato. Io e un’altra ragazza assegnate alla commissione dipendevamo da una consigliera, che era la nostra tutor».

Come si svolgeva la tua giornata lavorativa?

«Era abbastanza routinaria. Si iniziava verso le 9 con la visione delle convocazioni del giorno. Se si doveva riunire la commissione di nostro interesse, prendevamo parte alla seduta. Abbiamo partecipato a diversi comitati, tra cui quello per l’Indopacifico e quello per i diritti umani, in cui ambasciatori o esperti sul tema erano chiamati a esporre. Dalle 12 alle 15 si faceva la pausa pranzo, con la possibilità di usufruire della mensa. Nel pomeriggio, solitamente, si rimaneva in ufficio, dove la tutor ci assegnava ricerche da svolgere. Il lavoro principale, dunque, era di ricerca, sulla base delle richieste dei deputati, o di sintesi delle audizioni o delle sedute».

Come sei venuta a conoscenza del bando della Fondazione Crui?

«Tramite la pagina Instagram di UniTrento, mentre ero in Erasmus. Il bando scadeva a fine novembre e qualche giorno prima UniTrento aveva pubblicato un post in cui ricordava i 10 posti disponibili per un tirocinio alla Camera dei Deputati».

Cosa ti ha portato a candidarti?

«Non avevo troppe pretese. Nel mio corso di studi il tirocinio non è obbligatorio. Questo ultimo semestre della triennale lo avrei avuto libero, finiti gli esami in Erasmus. L’idea era di tornare a casa e riposare. Però ho visto questa opportunità e ho deciso di sfruttare questi sei mesi in maniera diversa e produttiva».

C’è qualcosa che ti ha sorpreso durante i mesi di tirocinio alla Camera?

«Mi reputo molto fortunata per aver trovato un ambiente particolarmente disteso, più di quanto mi aspettassi. Tutte le persone con cui ho avuto a che fare, dai consiglieri fino al personale della mensa, erano felici di lavorare lì. Un’altra cosa che ho notato è che si dà del “tu” a tutti, non c’è distanza tra colleghi, indipendentemente dalle differenti posizioni professionali».

Ci sono degli aspetti di questa esperienza che, invece, a tuo avviso andrebbero migliorati?

«Si potrebbe concentrare l’esperienza in quattro mesi rispetto a sei e magari istituire un rimborso spese. In ogni caso, sicuramente si tratta di una grande opportunità di formazione e crescita». 

Come valuti questa esperienza per la tua formazione?

«Con questo tirocinio ho avuto modo di sperimentare concretamente e in maniera approfondita questioni che avevo studiato superficialmente. Questa esperienza mi è servita per approcciarmi al mondo lavorativo. E mi ha permesso di capire che il lavoro del consigliere, molto ambìto nel settore, probabilmente non fa per me, al netto dei vantaggi e dell’eterogeneità delle mansioni. Sono contenta di aver avuto questa opportunità e di aver sfruttato questi sei mesi in maniera positiva. Ho vissuto nel vivo il lavoro del parlamentare e questo mi ha fatto crescere molto».

A questo punto ti chiedo: quali sono i tuoi progetti futuri e quale sarà la tua strada?

«La mia risposta a questa domanda è sempre stata “non lo so”. Ora sono in attesa di riscontri sulle ammissioni alle lauree magistrali. Tra le mie scelte c’è anche il Miss (Master in international security studies) di UniTrento. In ogni caso, l’ambito di cui vorrei occuparmi è quello della sicurezza internazionale, in particolare della cyber security. Anche la mia tesi di laurea triennale verte su questo. In futuro, mi piacerebbe lavorare in agenzie che si occupano di sicurezza a livello nazionale».