Libri e annotazioni di John Lewis Heilbron ©UniTrento ph. Federico Nardelli 

Storie

Da Galileo ad Einstein

Amicizia e coincidenza: così la biblioteca di lavoro di John Lewis Heilbron è arrivata alla Buc

21 ottobre 2025
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di Elisabetta Brunelli
Ufficio Stampa e Relazioni esterne

La formazione tecnico-scientifica e gli studi umanistici di John Lewis Heilbron, assieme al suo interesse poliedrico per geometria, biologia, storia del clima e altre discipline, si rispecchiano nella sua biblioteca di lavoro di 8mila volumi, a cui ora è dedicata un’intera sala della Buc. Sugli scaffali giganti della scienza come Galileo, Einstein, Niels Bohr e Max Planck. E figure meno conosciute come Francesco Bianchini (1662-1729), intellettuale veronese enciclopedico, appassionato di astronomia e storia antica, riscoperto proprio da Heilbron.

John Lewis Heilbron era uno studioso del progresso scientifico che spaziava con competenza dal Cinquecento al Novecento. Che amava la cultura italiana, leggeva il latino e commentava ciò che Galileo scriveva di Dante riguardo alla rappresentazione ultraterrena. Autore di una serie di interviste ai pionieri della fisica dei quanti e di una biografia su Galileo considerata la più completa scritta finora a livello mondiale.

Era nato a San Francisco (17 marzo 1934) ed è morto a Padova (5 novembre 2023), dove si trovava per tenere la keynote lecture introduttiva al congresso della Società italiana di Storia della Fisica e dell’Astronomia. Aveva conseguito la laurea in fisica a Berkeley e il dottorato di ricerca in storia con Thomas Kuhn, nel periodo in cui questi scriveva La struttura delle rivoluzioni scientifiche (1962), e poi era stato suo assistente e collaboratore nel progetto “Sources for the History of Quantum Physics”.

Heilbron si era creato la biblioteca di lavoro giorno dopo giorno, con la scelta e l’acquisto di ogni titolo suscitasse il suo interesse. Adesso quel tesoro di 8mila volumi è alla Buc. Dietro alla donazione, c’è un intreccio di legami che unisce l’Università di Trento allo storico della scienza statunitense.

C’è innanzitutto un’amicizia. Infatti, uno dei libri che più hanno fatto conoscere lo scienziato (Galileo, Oxford University Press, 2010) è stato tradotto in italiano (Galileo. Scienziato e umanista, Einaudi 2013) da Stefano Gattei, professore di Storia della scienza all’Università di Trento e artefice dell’acquisizione. A unirli una lunga frequentazione per motivi scientifici, diventata poi amicizia profonda fino all’ultimo scorcio della vita.

Heilbron nel maggio del 2022 era in città (nell’occasione aveva visitato anche il Castello del Buonconsiglio) per partecipare a un seminario di due giorni sulla metodologia della ricerca e tenere una relazione sulla figura di Bianchini al Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale.

A rendere possibile l’arrivo dei volumi all’Ateneo di Trento c’è poi una coincidenza fortunata. Quando, dopo la morte di Heilbron, in Consiglio di Biblioteca si incominciò a discutere della donazione di 8mila volumi offerti dalla vedova Alison, il rappresentante studentesco di allora, Mattia Rutilli, coinvolse subito il padre Guido, titolare della azienda di trasporti di famiglia. L’operazione è stata quindi svolta a titolo gratuito, evitando all’Ateneo un costo che si sarebbe aggirato intorno ai 15mila euro.

Per quanto riguarda la donazione, i libri provengono (in piccola parte) da Pasadena, in California (Usa), dove Heilbron risiedeva per circa sei mesi all’anno, svolgendo attività di ricerca al California Institute of Technology e la Huntington Library. E da Shilton nell'Oxfordshire (Uk), dove dagli anni Novanta si era trasferito con la moglie ed era stato fellow al Worcester College di Oxford.

La vedova di Heilbron è molto contenta che la biblioteca di lavoro del marito sia rimasta unita. Ora è a disposizione di nuove generazioni di studenti e studentesse, studiose e studiosi alla Biblioteca universitaria centrale di Trento.