Coronavirus: all’Università di Trento come nel resto del paese, le aule universitarie sono chiuse. La comunità accademica però non si è fermata. Dalla propria abitazione o comunque a distanza, si lavora per far proseguire l’attività didattica. Le lezioni diventano esclusivamente telematiche, e non solo le lezioni.
Da marzo ad oggi, nell’Ateneo trentino si sono laureate 1224 persone. Grazie al lavoro di squadra tra i Servizi Online per la didattica, i docenti, il personale tecnico e amministrativo e le collaborazioni 150 ore di studenti e studentesse appositamente formati, 1066 discussioni si sono svolte in videoconferenza, in qualche caso dai luoghi più insoliti, spesso senza rinunciare all’eleganza in streaming. I membri della Commissione, i laureandi e le laureande si sono collegati attraverso la piattaforma Zoom in un'aula virtuale, dove si è tenuta la discussione della tesi e la proclamazione di laurea. Per neodottori e neodottoresse niente strette di mano con la Commissione, abbracci o feste con parenti e amici. Arriverà il momento anche per tutto questo.
A loro la parola.
Alessandra, rientrata dagli USA il 5 marzo.
“Il mio nome è Alessandra Amadori, abito a Vicenza e mi sono laureata al corso triennale in Scienze e Tecnologie biomolecolari del Dipartimento di Biologia Cellulare, Computazionale e Integrata - CIBIO. La mia tesi presenta i risultati relativi alle validazioni preparatorie per il tagging della proteina KRAS tramite la tecnica CRISPR-SaCas9. Lo scopo finale è quello di trovare le condizioni ottimali per inserire la sequenza di un frammento peptidico all'interno dell'oncogene KRAS, in modo da facilitare l'estrazione della conseguente proteina.
Ho svolto il mio tirocinio presso il laboratorio diretto dal professor Kevin Haigis al Dana-Farber Cancer Institute - Harvard Medical School di Boston (MA). Quando è stato chiuso l'Ateneo mi trovavo ancora negli Stati Uniti e monitoravo costantemente gli aggiornamenti, sia sul il sito UniTrento che in quello dell'ANSA. Fino all'ultimo non sapevo se sarei potuta tornare, né se mi sarei laureata. Appena sono atterrata in Italia, era il 5 marzo, mi sono diretta subito a Trento, in quanto non era ancora stata chiarita la modalità della discussione di laurea. In seguito, ci hanno comunicato che avremmo discusso in videoconferenza, e tecnici e relatori sono stati estremamente disponibili a risolvere le problematiche relative alla presentazione del nostro elaborato. È stata anche organizzata una videoconferenza di prova per insegnarci a gestire la piattaforma e assicurare che tutti avessero una connessione funzionante. Da un lato trovo che la modalità usata si sia rivelata molto comoda e veloce, soprattutto per la mancanza di pubblico, che è spesso motivo di stress. Al contempo, mi dispiace che la mia famiglia non abbia potuto assistere, penso che per tutti i parenti sia sempre una soddisfazione. Fortunatamente, mi sono laureata in compagnia di una mia amica e compagna di corso (io in una stanza e lei in un'altra) e subito dopo abbiamo festeggiato come meglio potevamo, chiamando parenti e raccontando la nostra esperienza. Sicuramente questa modalità è stata meno imbarazzante, ma la presenza di amici e famiglia dopo la discussione mi avrebbe indubbiamente resa più felice.”
Matteo, laureato nello stesso giorno con la sorella.
“Sono Matteo Magelli, abito a Modena e giovedì 26 marzo ho terminato il percorso magistrale di Ingegneria civile del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica. Ho svolto la tesi presso l’Istituto per la BioEconomia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IBE - CNR) di San Michele all’Adige – ente che spesso collabora con l’Università di Trento per quanto riguarda le strutture in legno – dove ho testato il comportamento di pareti segmentate in XLAM con giunti verticali rigidi.
La chiusura dell’Ateneo ha rivoluzionato un po’ tutto, ma l’Ufficio Offerta Formativa e Gestione Studenti ci ha fornito tutte le indicazioni e sia il professore che i ricercatori sono sempre stati disponibili per videochiamate online. Questi anni a Trento sono stati altamente formativi e ricchi di nuove esperienze, ma particolarmente impegnativi, per cui guardavo alla laurea come un traguardo da festeggiare adeguatamente. Per fortuna ho una famiglia numerosa e tanti amici che si sono uniti per un brindisi in streaming! L’aspetto logistico più difficile è stato coordinare la mia laurea in cucina con quella mia sorella Giulia in soggiorno, che casualmente discuteva la sua tesi in Architettura nella stessa giornata.”
Alessandra, il desiderio e l’urgenza di studiare di più.
“Mi chiamo Alessandra Pomella, sono cresciuta a Udine ma vivo da ormai quasi quattro anni a Trento per poter frequentare qui il corso di laurea triennale in Economia e Management.
Sospettavo che avrei potuto percepire un vago senso di isolamento laureandomi in cucina, lo spazio comune della casa che condivido con un paio di amiche e che è stato scelto per la qualità della connessione e per il planisfero appeso al muro, che a tutte è parso lo sfondo migliore per la discussione. Nei giorni prima ho avuto l’impressione che la laurea telematica e l’assenza di tutti i parenti e amici che si sarebbero altrimenti radunati rumorosamente, avrebbe reso il momento meno reale. Una connessione Zoom parallela ha permesso a tanti di essere presenti, e nessuno dei timori si è davvero concretizzato.
L’ansia per il momento di fragilità e per le opportunità che si assottigliano è reale e innegabile. Ma in me, e in chi sento vicino nonostante l’isolamento, rafforza anche il desiderio e l’urgenza di studiare di più e meglio per costruire nuovi spazi di dignità e realizzazione collettiva. Non a caso il titolo della mia tesi è “Il valore delle comunità imprenditrici: un caso studio per la Valle di Ledro”.