Hanno un'alta professionalità e si occupano di tante tematiche le 45 persone che al Dipartimento di Fisica collaborano con il personale docente e ricercatore e sono coinvolte in prima persona nelle variegate attività di didattica, ricerca e terza missione. Dal 2022 si svolge a cadenza annuale il “Workshop del personale tecnico e amministrativo”, rivolto a chi afferisce al dipartimento. Ne parliamo con Damiano Avi e Nicola Furlan, rappresentanti dei Pta al Dipartimento di Fisica.
Come è nata l’idea di questo workshop? Quali obiettivi si propone e qual è la sua utilità?
«L’iniziativa è nata da un’idea dell’allora direttore Franco Dalfovo ed è oggi appoggiata dall’attuale direttore, Gianluca Lattanzi. Dopo aver pensato liberamente a un’iniziativa che ci riguardasse, è emerso che la conoscenza reciproca delle varie competenze non poteva essere lasciata all’informalità. Attraverso la presentazione delle mansioni svolte dal personale tecnico e amministrativo nei diversi ambiti e di alcune peculiarità, si sono ottenute a costo zero delle giornate di scambio e formazione. Il buon risultato è dato anche dal numero e dalla professionalità di chi partecipa. Siamo nei laboratori di ricerca, nello staff di dipartimento e nei servizi tecnici: laboratori didattici, servizio elettronico e progettazione, meccanico, criogenico e magazzino. Sono numerose anche le collaborazioni con altri dipartimenti o realtà. Sicuramente la presenza di colleghi e colleghe con elevata competenza – che potremmo definire tecnologi e tecnologhe – permette di avere contributi stimolanti. Allo stesso modo, è preziosa la condivisione della competenza data dall’esperienza riguardo gli aspetti logistici, amministrativi, di sicurezza o strettamente tecnici.
Grazie ai workshop, oltre alla formazione, si è ottenuta anche una vetrina su chi siamo e sul nostro contributo alle attività del dipartimento».
Tra tutte le competenze del dipartimento, quali sono quelle più peculiari?
«Sono davvero tante, è difficile raccontarle in maniera sintetica. Il personale dei laboratori didattici di Fisica e biotecnologie garantisce il funzionamento dei laboratori con grande efficienza, coadiuva, progetta e gestisce esperimenti didattici complessi.
Nei laboratori di ricerca, oltre alla gestione logistica e tecnica, si collabora maggiormente sulle tematiche scientifiche, come ad esempio: lo sviluppo di rilevatori superconduttori, nanotecnologie, tecniche di manipolazione di positroni, sensori inerziali per la rivelazione di onde gravitazionali dallo spazio (LISA), microscopia elettronica. Dal punto di vista dei servizi tecnici, abbiamo una nuova macchina a controllo numerico che amplia le competenze e le possibilità in officina meccanica. Al servizio elettronico si trovano competenze in ambito di progettazione e realizzazione di sistemi elettronici, modellazione e stampa 3D, grazie anche alla recente acquisizione di una stampante con elevate prestazioni. Ma potremmo anche citare l’esperienza nella liquefazione dell’elio, la costruzione e progettazione di camere da vuoto, la gestione informatica e delle reti, la cromatografia e la spettrometria di massa, la progettazione di infrastrutture tecnologiche e laboratori, la prevenzione e sicurezza e non ultima la ricerca di mercato per l’acquisizione di strumentazione scientifica e tecnica».
Da un punto di vista lavorativo ci sono degli aspetti che potrebbero essere migliorati?
«Sicuramente l’organizzazione del lavoro è sempre passibile di miglioramenti, anche se il Dipartimento di Fisica è un ambiente dove mediamente si sta bene. Un punto su cui porre l’attenzione è senz’altro la mancanza da più di 15 anni di progressioni salariali, che ha un impatto molto negativo anche sulla capacità di attrarre persone sul mercato del lavoro, con alcuni concorsi per profili tecnici che sono andati deserti. Tasto dolente specifico di PovoZero sono le carenze dell’edificio. Attualmente sono in corso dei lavori necessari all’adeguamento antincendio, ma sicuramente ci sarebbero molti altri aspetti da prendere in considerazione, come ad esempio l’aspetto impiantistico a servizio dei laboratori».
In conclusione, perché per una persona alla ricerca di un lavoro sarebbe interessante lavorare al Dipartimento di Fisica?
«I dipartimenti universitari sono organismi molto particolari, talvolta non sempre semplici da vivere, ma che possono darti tantissimo. Qui, a PovoZero, ci si rende conto che nella serie TV The Big Bang Theory alcune scene ricalcano la realtà, compresa la grande passione e competenza che molte persone mettono nel proprio lavoro. E proprio la passione per il lavoro e l’obiettivo comune di perseguire l’interesse scientifico fanno sì che ognuno, in qualsiasi ruolo, possa e senta di dare il proprio contributo, al di là delle gerarchie. Negli anni si consolidano relazioni non solo tra Pta, ma anche con accademici e ricercatori. Allo stesso tempo c’è la grande freschezza e curiosità di studenti, studentesse, dottorandi e dottorande, con cui si ha la fortuna di venire a contatto anche se per un periodo limitato. Inoltre, la presenza di queste persone e dei collaboratori stranieri arricchisce l’ambiente di lavoro permettendo di confrontarsi con culture diverse. Insomma, non ci si annoia mai: c’è sempre qualcosa di diverso dal giorno prima, comprese, talvolta, emergenze logistiche, tecniche o amministrative».
Nelle tre edizioni del workshop sono stati affrontati moltissimi temi. Si è parlato di miscele di gas con Damiano Avi, applicazioni della Laser Ablation con Nicola Bazzanella, istologia con Elvira D’Amato, masse in caduta libera con Valerio Ferroni, risorse computazionali con Giovanni Tarter, miniaturizzazione con Massimo Gennara, rivelatori superconduttori con Renato Mezzena, risoluzione di problemi all’hard disk con Pierluigi Minati, formazione con Teresa Lopez-Arias e Mauro Hueller, servizi tecnici con Roberto Graziola, scienze biotecnologiche con Rossella Tomazzolli, servizio meccanico con Fabrizio Gottardi e Roberto Demattè, tecniche per la manipolazione e simulazione di un fascio di positroni con Luca Penasa, spettrometri di massa con Damiano Avi, laser con Michele Bommassar, microscopia elettronica con Nicola Bazzanella e FabLab con Francesca Fiore.