La didattica a distanza, a cui siamo costretti a causa dell’emergenza sanitaria, se da un lato costituisce uno strumento prezioso che ha permesso e permette a studenti, studentesse e docenti di non interrompere il processo formativo, dall’altro ci ha confinato nelle nostre case e pone tutta una serie di nuovi problemi con i quali dobbiamo confrontarci, primo tra tutti una sostanziale difficoltà di interazione degli studenti e delle studentesse tra loro e con chi tiene il corso.
A ciò si aggiunge, nel caso dell’insegnamento dell’ecologia, la lontananza fisica dall’oggetto principale dello studio: l’ambiente naturale. Le esercitazioni pratiche sul campo, condotte anche sull’arco dell’intera giornata o di più giorni consecutivi, hanno da sempre costituito uno degli aspetti caratterizzanti del corso di Ecologia al terzo anno del corso di laurea in Ingegneria per l’ambiente e il territorio. Come portare dunque studenti e studentesse, bloccati nelle loro case, a contatto con la natura?
Nel tentativo di trovare una risposta a questa esigenza, nel secondo semestre dello scorso anno accademico, abbiamo pensato a un concorso fotografico. Fare una foto vuol dire fermarsi a osservare; catturare l’attimo fuggente con uno scatto significa fissare quell’immagine nel ricordo e farla nostra; selezionare un dettaglio implica fornire un’interpretazione del mondo.
“La natura dalla finestra di casa” è il titolo del concorso al quale studenti e studentesse sono stati invitati a partecipare, facendo uso di macchina fotografica, smartphone o tablet, sapendo che quello che conta non è tanto la qualità delle immagini, quanto l’idea che c’è dietro. L’iniziativa aveva lo scopo di suscitare interesse e curiosità per le manifestazioni della natura, anche quelle più semplici e “domestiche” e, nello stesso tempo, stimolare lo spirito di osservazione.
In un periodo di lockdown totale, è stato quindi proposto a studenti e studentesse del corso di Ecologia di cogliere le immagini della natura in prossimità della propria abitazione e di fissarle in una serie di 5 scatti, per ciascuno dei quali dovevano essere riportati luogo e data. La serie di immagini doveva presentare un titolo unico che le accomunasse e ne fornisse la chiave di lettura, restando ovviamente nell’ambito del tema generale del concorso.
La Commissione ha selezionato come vincitore Giacomo Albiero di Rozzampia, frazione di Thiene (Vicenza), che ha presentato la sequenza di immagini pubblicate in questo articolo, dal titolo “Storie di casa mia”. Ci fa comunque piacere notare che chi ha partecipato ha proposto foto belle e interessanti, rivelando la propria sensibilità verso un tema solo all’apparenza semplice.
Dal punto di vista didattico, l’idea del concorso è stata apprezzata dagli studenti e dalle studentesse, che hanno sperimentato un modo alternativo e stimolante di vedere gli “oggetti” di un corso universitario in un dipartimento di Ingegneria, dando spazio anche all’immaginazione e alla fantasia. Per questo motivo pensiamo di riproporre concorsi analoghi nei prossimi anni, con la speranza che lo sguardo possa spingersi in futuro ben oltre la soglia della finestra di casa.